La vecchia politica berlusconiana di Sicilia non sa più con quale faccia presentarsi al cospetto degli elettori. Così, sfruttando la riscoperta del Sud, pensano di riciclarsi, alle elezioni europee che si celebreranno tra pochi mesi, sotto le bandiere del ‘sicilianismo’. Leggendo i nomi di questi professionisti del trasformismo, vi accorgerete che parliamo del trapassato remoto della politica. Gente che la Sicilia l’ha sempre affossata!
La paura fa novanta. Sì, la paura – anche in politica – fa fare cose impensabili in condizioni normali. Ed è la paura che, da Bruxelles, si diffonde in tutte le Regioni d’Europa. La paura delle elezioni europee del maggio del prossimo anno. Paura arrivata anche in Sicilia, con Regione e Comuni in sostanziale bancarotta. E con la vecchia politica – centrodestra e centrosinistra – che gestisce la Regione e la stragrande maggioranza dei Comuni. Gente che non sa più che pesci prendere per ingannare gli elettori. Così si stanno inventando la variabile che ritengono oggi di moda: il sicilianismo.
Ecco il ciarpame della politica siciliana – ex parlamentari, massoni, trombati, ‘accademici’ in cerca d’autore – si sono dati una ‘riverniciata’ e, dopo avere affossato, per decenni, l’Autonomia siciliana, svendendola allo Stato centrale per le loro miserabili carriere, si ricordano che, volendo, visto che oggi si parla del Sud e di come il Sud è stato conquistato dal Piemonte sabaudo, visto che si parla delle stragi perpetrate da casa Savoia ai danni delle popolazioni meridionali (i libri di Pino Aprile hanno il grande merito di avere sbugiardato le tesi degli “scrittori salariati di gramsciana memoria), insomma, visto questo ed altro, i protagonisti del ciarpame politico siciliano pensano di potersi riciclare sotto le bandiere del sicilianismo.
Si vedranno dopodomani – sabato 18 ottobre – a Pergusa, nella terra di Proserpina, alla ricerca di un’improbabile primavera politica-elettorale. Pensate un po’ che coincidenze: gli esponenti dell’autunno della politica che, in autunno, se ne vanno a Pergusa in cerca di una nuova primavera trasformista! Ma chi se li deve filare questi qui?
“Verso la Costituente”: ecco il nome altisonante che si sono dati i protagonisti di questa rimpatriata di reduci pronti a tornare a caccia di improbabili poltrone. Pronti per un altro ‘giro’ nel nome della Sicilia con la promessa di una “classe dirigente che risponda ad un partito siciliano” e bla bla bla.
I vecchi arnesi della politica-politicante siciliana che, negli anni, si sono sbranati la Sicilia, adesso parlano di “sicilianismo”, di una “Costituente” che dovrebbe essere legata “al territorio e agli interessi delle popolazioni, e vede tra gli animatori esponenti politici di diversa provenienza ideologica ma anche rappresentanti del mondo accademico, delle professioni, dell’economia e del lavoro”.
Non sanno più cosa inventarsi per provare a gabbare i siciliani. Così stamattina si presentano nella sala stampa del Parlamento siciliano presieduto da Gianfranco Miccichè. E una logica c’è: perché dietro questa ennesima operazione di puro trasformismo politico ci sono gli eterni berlusconiani che non si rassegnano al fatto che i siciliani, di loro, non ne vogliono più sapere.
Ecco a voi alcuni dei nomi dei neo ‘sicilianisti’.
Si comincia con Salvo Fleres, già repubblicano, poi parlamentare regionale di Forza Italia, assessore regionale e poi parlamentare nazionale, sempre di Forza Italia, qualche volta difensore, su Facebook, del Governo regionale di Nello Musumeci.
Salvatore Grillo Morassutti, già parlamentare regionale nel 1973, a 28 anni, eletto nelle file del Movimento Sociale Italiano. Rieletto a Sala d’Ercole fino al 1987 (totale, quattro legislature all’Ars). Poi parlamentare nazionale per due legislature nelle file del Partito Repubblicano. E’ sempre rimasto un politico di centrodestra.
Maurizio Ballistreri, docente universitario di materie giuridiche, di estrazione socialista. Parlamentare regionale per una legislatura, ha fondato con il citato Salvatore Grillo Morassutti il movimento Democratici autonomisti.
Antonio Carullo. Ex parlamentare regionale di scuola democristiana. Per lunghi anni ai vertici dell’IRCAC (l’Istituto regionale per il credito alle cooperative), prima durante il Governo regionale di Totò Cuffaro e poi con il Governo di Raffaele Lombardo.
Annalisa Romeo: dovrebbe essere un esponente di Forza Italia di Siracusa.
Livio Daidone: fino al dicembre dello scorso anno era un esponente di Sicilia Futura, il movimento politico di Salvatore ‘Totò’ Cardinale di Mussomeli (‘Totò’ da Mussumeli che appoggia Musumeci alla Regione, Leoluca Orlando a Palermo, Salvo Pogliese a Catania si sta infilando anche tra i neo ‘sicilianisti’ di Fleres e Grillo Morassutti?).
Già da questi nomi è chiarissimo che si tratta di un ‘sicilianismo’ da trapassato remoto della politica. Della serie, ‘il nuovo che avanza’… O meglio, Franza o Spagna, puché se magna!
Ci sarebbe anche – e non riusciamo proprio a spiegarci il perché – il professore Andrea Piraino, scuola democristiana, già assessore regionale del Governo Lombardo. Nella vita fa il costituzionalista, ma non è mai stato ‘innamorato’ dello Statuto siciliano. E’ stato tra i primi, alle elezioni regionali siciliane del lontano 1996, a patrocinare un’avventura autonomista. Confessiamo che fatichiamo molto a vedere il professore Andrea Piraino nei panni del ‘sicilianista’…
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