Se Pinocchio, il celebre personaggio di Collodi, viene condannato dal giudice-scimmia e messo in galera per essersi fatto rubare i quattro zecchini d’oro, all’ex direttore dell’Agenzia dell’impiego della Regione siciliana è successo l’esatto contrario…
Quando si dice il corso della giustizia. E’ come il corso delle cose secondo Merleau Ponty, sinuoso. Rino Lo Nigro, ex direttore dell’Agenzia regionale per l’impiego non era laureato, né tantomeno aveva il master alla Bocconi, così come aveva dichiarato per ottenere l’incarico da parte dell’Amministrazione regionale, eppure non è colpevole di truffa e falso.
E allora di che cosa è colpevole, Lo Nigro? Di nulla? E come è possibile?, vi chiederete. Forse che non ha mentito nella sua istanza, dichiarando una cosa non vera? Sì, ha mentito. Ma non importa? Si può mentire per sbaglio, per distrazione? No, certo! La menzogna non è forse frutto di consapevolezza, la consapevolezza di stare compiendo un’azione non giusta, contraddicendo alla verità? Sì. Questa condizione in diritto penale si chiama DOLO.
Aveva o no, Lo Nigro, la consapevolezza che con la sua menzogna avrebbe falsato il giudizio della pubblica amministrazione? Sì!
Partendo dalla conseguenza accessoria alle condanne nei gradi inferiori, ovvero la confisca degli emolumenti ricevuti senza averne titolo, la difesa del Lo Nigro ha dimostrato che lo stesso Lo Nigro aveva lavorato e che quindi quei soldi se li era guadagnati. Ma se l’amministrazione, ai fini dell’assunzione, ha tenuto conto del possesso della laurea e di un master alla Bocconi (che, presumiamo, vertesse non certo sulla coltivazione del peperone, ma in materia attinente a quelle oggetto dell’incarico), è stato perché richiedeva e si aspettava da un soggetto così qualificato prestazioni di lavoro di alta qualità che ha retribuito adeguatamente.
Data la reale preparazione del Lo Nigro, lo stesso non ha potuto che fornire prestazioni da impiegato di concetto. E quindi il sinallagma contrattuale qualità della prestazione-livello della retribuzione non si è realizzato, configurandosi in ogni caso il danno all’Erario regionale.
Eppure, di tre fatti ineliminabili dal mondo reale, due, ovvero l’aver mentito e l’averne approfittato, ledendo le aspettative di altri realmente in possesso di titoli, non sono venuti a rilievo, e il terzo, l’aver creato un danno erariale, non sussiste.
Ricordate la sentenza del giudice scimmia al quale Pinocchio si rivolse quando fu derubato dei suoi zecchini d’oro? “Questo burattino è stato derubato dei suoi 4 zecchini d’oro, pertanto sia messo in galera”.
Come vedete, può accadere il contrario.
Foto tratta da idipinfidigiada.blogsport.com