Ci sono due appuntamenti importanti per la Sicilia: le imminenti elezioni europee del maggio del prossimo anno e le elezioni regionali del 2022. Sono, in prospettiva, due passaggi che possono aiutare la nostra Isola sulla via del cambiamento concreto. Perché sulle elezioni europee bisogna stare attenti – è il caso di Luigi Di Maio – a non promettere ciò che poi non si potrebbe mantenere
Un giorno, un passo. Ogni giorno un passo avanti verso la meta. Mancano SOLO 4 anni alla fine di questa inutile legislatura regionale. Che dico, inutile. Magari! Disastrosa è poco e volesse il cielo che questo infame baraccone crollasse prima! Ma non accadrà.
Il potere, la sua capacità di corruzione, i suoi mezzi e le sue armi di arricchimento personale sono collanti potentissimi. Non molleranno l’osso. Al di là delle zuffe di facciata, si sosterranno a vicenda sino alla fine. Ad ottobre 2022, alle prossime elezioni regionali, mancano 1424 giorni. Il nostro impegno, l’impegno de’ I NUOVI VESPRI”, la nostra
associazione politica, è quello, prima, di catturare l’attenzione dei siciliani migliori, poi di acquisirne il favore e infine di averne la fiducia.
La strada è lunga, ma non infinita. Molti di noi hanno contro l’anagrafe, ma noi siamo come quei nostri antenati che piantavano un ulivo pur essendo consapevoli che non ne avrebbero raccolto i frutti. Lo facevano per i loro
figli.
Anche noi amiamo i nostri figli, ma non fino al punto di prostituirci a chi è peggiore di noi, di tirare la giacca a commessi-onorevoli-deputati. Che cosa sono i padri che riescono a ottenere un posticino per i propri figli? Debitori, quindi servi! E i figli a cui il deputato-commesso ha procurato un posticino? Giovani con la schiena spezzata per sempre, costretti a ubbidire e ringraziare.
Noi che siamo determinati a combattere per quelli che sono i nostri diritti, costruiremo giorno dopo giorno una forza che rimetterà al loro posto la legge, il merito, la dignità, la solidarietà, il lavoro e l’occupazione, l’istruzione e la formazione.
Durante questo percorso si inserisce un passaggio delicatissimo e
determinante: le elezioni europee del prossimo anno. Desidero chiarire,
a beneficio di aderenti e simpatizzanti e di quanti si accostano con curioso interesse alle nostre idee, alcuni concetti fondamentali sull’Unione europea.
La costruzione comunitaria è frutto di un processo durato anni e anni e di un percorso compiuto da tutti gli Stati aderenti e dai loro governi, di destra, di centro e di sinistra, che si sono alternati al potere in virtù di decisioni ASSUNTE ALL’UNANIMITÀ. Chi volesse cambiare le regole oggi vigenti deve ottenere l’UNANIMITÀ di tutti gli aderenti all’Unione.
Luigi Di Maio dunque dovrebbe essere più cauto nelle sue affermazioni, perché, anche se i sovranisti raggiungessero la maggioranza, per cambiare una virgola dei trattati dovrebbero sempre disporre dell’unanimità. Che giudizio può darsi a questo punto su Di Maio?
Se sa queste cose e mente è un disonesto che mente per eccitare gli sciocchi o se non le sa è un dilettante che inganna irresponsabilmente i cittadini.
Quanto a Matteo Salvini va ricordato che chi in Europa dice “prima gli
italiani” avrà come risposta “prima i tedeschi”, o “prima i francesi” e lui dovrebbe ricordare che se un piccolo Stato come l’Austria, pur essendo dentro la Ue, ha minacciato di piazzare i carri armati al Brennero per respingere 4 migranti, dovrebbe riflettere su quanto ci metterebbero i legionari francesi muniti di atomiche ad arrivare in via Bellerio se le questioni diventassero serie.
Ma Salvini sa che il mix di furbetti, furbastri e di imbecilli che seguono storicamente capi e capetti non va mai oltre il 30 per cento e per quanto riguarda l’Europa sa dove e quando fermarsi. Anche perché, se continua con il “patriottismo”, dovrà rompere con i suoi sodali Orban, Le Pen, Kurtz e Bannon che certamente si dichiareranno più patriottici di lui. Non gli resterà che accanirsi contro gli infelici e i deboli e continuare le sue campagne
terroristiche, razziste e xenofobe.
Ma ogni gioco dura poco. Ecco che il cammino si fa impervio. Eccoci al bivio: o dentro l’euro e l’Europa o fuori da tutto
(Terza puntata/ continua)
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