Al ‘Giornale di Sicilia’ il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, dice che è necessaria una manovra da 400 milioni di euro, “ma non c’è il becco di un quattrino”. E perché, lo scorso gennaio, lo stesso Governo Musumeci non si è opposto allo scippo di 800 milioni di euro da parte del Governo Gentiloni?
La Regione siciliana è sull’orlo del fallimento. Per carità, I Nuovi Vepri ha previsto il default quando il Governo regionale di Rosario Crocetta ha approvato il secondo ‘Patto scellerato’ con il Governo Renzi, nella primavera del 2016 (COME POTETE LEGGERE O RILEGGERE QUI). Ma adesso, alle nostre previsioni, si aggiungono le dichiarazioni, niente poco di meno, del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.
Dichiara Musumeci al Giornale di Sicilia on line:
“Ci vuole una manovra aggiuntiva di 400 milioni di euro per chiudere il bilancio 2018 della Regione. Sono allo studio alcune operazioni finanziarie che ci consentono di equilibrare i conti ma la Regione non ha un becco di un quattrino”.
In realtà, la manovra che occorre è di 2 miliardi di euro: così a noi era sembrato di capire la scorsa primavera, in occasione della ‘turbolenta’ approvazione della legge di stabilità regionale 2018 che mezza Corte dei Conti non ne voleva sapere di far passare (una parte dei giudici contabili avrebbero voluto bloccare il rendiconto 2017: cosa, questa, che avrebbe impedito l’approvazione del Bilancio di previsione 2018: in pratica, quello che sta succedendo in queste ore al Comune di Palermo, dove sono stati i revisori dei conti a ‘bocciare’ ilo rendiconto 2017 del Comune).
Poi, non abbiamo capito come e, soprattutto, perché, la manovra è stata unilateralmente più che dimezzata dal Governo Musumeci, che l’ha portata a 890 milioni di euro circa.
Adesso – così apprendiamo dal Giornale di Sicilia – sarebbe stata ulteriormente dimezzata, come a Chemin de fer e portata a 400 milioni di euro.
Il presidente Musumeci ci fa sapere che la Regione non ha nemmeno questi 400 milioni di euro. Noi, in verità, questa cosa la immaginavamo a gennaio, quando Musumeci e l’assessore all’Economia e vice presidente della Regione, Gaetano Armao, si sono fatti scippare dal Governo nazionale 800 milioni di euro di IVA che spettano alla Regione siciliana!
Pensate un po’, il titolo del nostro articolo pubblicato lo scorso 12 gennaio è il seguente:
“La Regione è fallita, mancano i soldi per tutto, ma il Governo Musumeci ha regalato 800 milioni di euro a Roma!”
(QUI POTETE LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO DEL 12 GENNAIO SCORSO).
Pensate un po’, quando il Consiglio dei Ministri – che allora era ancora presieduto da Paolo Gentiloni – ha convocato la seduta per ratificare lo scippo di 800 milioni alla Sicilia, Musumeci – che avrebbe potuto-dovuto partecipare alla seduta di Palazzo Chigi con il rango di Ministro (così prevede il nostro Statuto: lo Statuto autonomistico siciliano) – non si è recato a Roma. E non è andato nemmeno il vice presidente Armao.
Hanno mandato nella Capitale l’assessore Marco Falcone. Che non ha aperto bocca. E Roma ha incamerato gli 800 milioni di euro senza nemmeno le proteste del Governo regionale.
Lo diciamo noi, presidente Musumeci, perché né lei, né il suo vice Armao vi siete recati a Roma a protestare? Perché a gennaio era già in vigore l’accordo tra Renzi e Berlusconi che s’illudevano di vincere le elezioni del 4 marzo.
A quanto si racconta berlusconi avrebbe detto ai governanti siciliani:
“Per ora state zitti che poi, una volta al Governo a Roma la situazione la sistemiamo noi”.
Poi Renzi e Berlusconi non hanno vinto le elezioni politiche nazionali e il Governo dell’inciucio è andato a farsi benedire.
Dopo di che, con la sfacciataggine che li contraddistingue, Mucumeci e Armao sono volti a Roma per cercare di farsi restituire dal Governo di grillini e leghisti i soldi che si sono fatti scippare da Gentiloni e dal PD.
Ma, a quanto si racconta, gli avrebbero risposto pressappoco così:
“Egregi signori Musumeci e Armao, dove vi siete fatti l’estate adesso vi fate l’inferno…”. Tradotto: attaccatevi al Tram (a Palermo ce n’è uno costato 320 milioni di euro che forse per questo potrebbe servire…).
Insomma, presidente Musumeci, il suo viaggio a Pontida, travestito da erede di Federico Barbarossa per ingraziarsi Matteo Salvini (un siciliano, per giunta presidente della Regione, leghista: presidente Musumeci, ma come le è saltato in testa?).
Possiamo permetterci un consiglio, presidente Musumeci? Lasci perdere la Regione e torni a Militello in Val di Catania, tra i suoi alberi di aranci. E se ha problemi con la Tristezza cambi i portinnesti, sennò il suo aranceto farà la stessa fine che avete fatto fare alla Regione…
Leggendo questa inchiesta in tre puntate del dottore Franco Busalacchi sul secondo ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta vi sarà chiaro perché, oggi, La regione siciliana è in sostanziale default:
Foto tratta da bergamopost.it
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