I cinque consiglieri comunali grillini, che fino ad oggi hanno sviluppato un’opposizione blanda, sembrano adesso convinti di mandare a casa l’attuale sindaco di Palermo. Anche gli esponenti del centrodestra, a Palermo storicamente ‘pagnottisti, a parole, dicono di essere d’accordo. Servono, però, le dimissioni di 21 consiglieri su 40. Si troveranno? Perché noi siamo pessimisti
La volontà di mandare a casa il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, sembra esserci. Sembra, perché l’opposizione, nel Consiglio comunale del capoluogo siciliano, negli ultimi anni, non è stata una cosa seria. Anzi. Nemmeno i cinque consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, se non nelle ultime ore, hanno mai sviluppato un’opposizione vera.
In effetti, da qualche giorno a questa parte i consiglieri comunali grillini Ugo Forello, Giulia Argiroffi, Concetta Amella, Viviana Lo Monaco e Antonino Randazzo sembrano un po’ più decisi.
“I consiglieri comunali del gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle di Palermo – si legge in un comunicato dei grillini – hanno sempre dichiarato, e ribadiscono, la propria disponibilità a rassegnare le proprie dimissioni se questo atto servisse a mandare a casa il sindaco Leoluca Orlando. Per questo motivo, in forza dell’art.141 TUEL (Testo Unico degli Enti Locali ndr), il M5S ha preparato un atto rivolto al Comune di Palermo e al Segretario Generale per raccogliere le firme di almeno 21 consiglieri, disponibili a dimettersi per provocare lo scioglimento del Consiglio, partendo, ovviamente, dall’apporre le nostre firme sul documento. Intanto, però, continueremo con un’opposizione dura e autentica che va innanzitutto mossa contro il rendiconto 2017 e il Bilancio di previsione 2018 che rappresentano un quadro di profonda crisi economico-finanziaria che, per colpa di questa Amministrazione, si ripercuoterà sui servizi, sui lavoratori e su tutti i cittadini palermitani. Su questo aspetto bisogna far emergere tutte le contraddizioni di un’amministrazione attiva e di una maggioranza ormai alla frutta. Siamo convinti che continuando l’operazione verità sulla mala gestio amministrativa metteremo presto fine all’era del sindaco Orlando”.
Nel comunicato dei grillini si legge anche il testo che dovrebbe essere sottoscritto da almeno 21 consiglieri comunali sui 40 che siedono oggi in Consiglio comunale:
“I sottoscritti consiglieri comunali rassegnano le proprie dimissioni dall’incarico elettivo politico con atto collettivo ultra dimidium, finalizzato all’essenziale perseguimento del disegno unitario di provocare lo scioglimento del Consiglio Comunale, come prevede l’art. 141 TUEL, con la volontà degli effetti volta non alla mera rinuncia alla carica, bensì ad essa quale strumento per realizzare, unitamente e concordemente da parte della maggioranza, l’intento comune dello scioglimento del Consiglio”.
Le cronache di ieri registrano anche un comunicato che porta le seguenti firme: Marianna Caronia, Coraggiosi, Fabrizio Ferrandelli candidato sindaco, Sabrina Figuccia, Forza italia, Fratelli d’Italia, Lega, M5S, Per Palermo con Fabrizio.
Dice Marianna Caronia:
“Per il bene della città è bene che al più presto si ponga fine all’esperienza amministrativa della Giunta Orlando: una esperienza che dura da troppo tempo e troppi danni sta portando a Palermo. Occorre per questo unire l’azione dell’opposizione, al di fuori ed oltre gli interessi dei partiti ma in rappresentanza dei veri interessi dei cittadini”.
Ma chi rappresenta Marianna Caronia? Questa è una bella domanda. E’, di certo, esponente del centrodestra: e questo, a Palermo, già depone male. Ma tutto il centrodestra – con riferimento, per esempio, a Forza Italia – è all’opposizione di Orlando?
A nostro modesto avviso Forza Italia, a Palermo, è troppo legata al ‘pagnottismo’. Questi signori l’opposizione a Leoluca Orlando non sanno nemmeno dove sta di casa. Insomma, ci viene difficile pensare che Gianfranco Miccichè, esponente di una ‘certa’ borghesia panormita, possa andare contro il sindaco: cosa che, fino ad oggi, non ha mai fatto.
Marianna Caronia commentando una riunione dei consiglieri comunali di opposizione che si è svolta ieri a Palazzo delle Aquile – sede del Consiglio comunale di Palermo – descrive “una posizione di coesione e fermezza nei confronti dell’Amministrazione comunale”. I consiglieri e i gruppi di opposizione hanno perfino sottoscritto un documento comune. Eccolo:
“Con il rendiconto 2017 e il Bilancio di previsione 2018 la maggioranza sarà messa alla prova perché si troverà di fronte una opposizione compatta e determinata. Non ci saranno sconti per nessuno, abbiamo avviato un’operazione verità sulla situazione economica-finanziaria del Comune e la porteremo avanti nell’esclusivo interesse dei cittadini palermitani. Tutta l’opposizione, inoltre, condivide una necessità: porre fine nel più breve tempo possibile all’era Orlando, utilizzando tutti i mezzi che le norme e i regolamenti consentono.”
Chi manifesta qualche dubbio sulla compattezza dell’opposizione è la consigliera comunale dell’UDC, Sabrina Figuccia:
“E’ arrivata l’ora di dire basta, di voltare pagina e di mettere fine all’ennesima sindacatura di Orlando, che sta rovinando la città, e occorre farlo con un’azione forte e reale. Ecco perché ho chiesto una riunione urgente di tutti i consiglieri della minoranza a Sala delle Lapidi per dimetterci tutti in massa e mandare finalmente a casa il sindaco”.
“La città è allo stremo – prosegue Sabrina Figuccia – i conti del Comune sono sballati e vicinissimi ad andare a gambe all’aria, come ha certificato il collegio dei revisori, che ha bocciato quello del 2017 (il riferimento è al consuntivo ndr). Per concludere questa lunga agonia, non potendo presentare una mozione di sfiducia del sindaco perché non è ancora trascorso il tempo necessario, ritengo necessario che noi consiglieri di opposizione assumiamo un atto di responsabilità per andare finalmente a nuove elezioni”.
“Non mi convincono – aggiunge – gesti eclatanti che non hanno però una reale efficacia e mi dispiace constatare che debba essere una consigliera ultima arrivata, come la sottoscritta, a prendere quest’iniziativa, che altri avrebbero invece dovuto avere il coraggio di prendere, come, ad esempio, chi da oltre un decennio siede in Consiglio comunale e che si pavoneggia come capo dell’opposizione, ma in realtà è ben comodo sul proprio strapuntino, dopo aver votato l’elezione del presidente Orlando (Salvatore Orlando, presidente del Consiglio comunale, eletto con i voti di Forza Italia ndr)”.
Chiarissimo il riferimento a Fabrizio Ferrandelli e a Giulio Tantillo, due personaggi che non sono mai apparsi agli occhi degli osservatori come ‘strenui oppositori’ di Orlando e del suo sistema di potere. Tutt’altro.
“Trovo poco utile – dice sempre Sabrina Figuccia – presentare una dichiarazione di intenti di dimissioni, che da sola non produce alcun effetto.
Mi auguro invece che i consiglieri di minoranza finalmente compiano quell’atto di coraggio che tutti i palermitani si aspettano. Dopo la riunione di oggi (ieri per chi legge ndr) vedremo chi davvero vuole mandare a casa Orlando”.
L’atto di coraggio dovrebbero essere il ricorso alle dimissioni, lo ribadiamo, di almeno 21 consiglieri comunali. Si arriverà a questo numero?
A noi non sembra una cosa facile. Perché il PD, ormai, è perdente in tutta l’Italia e Palermo è una roccaforte troppo importante. Ciò significa che Orlando e il Partito Democratico faranno di tutto per non capitolare. Anche se questo li esporrà a un logoramento che gli farà perdere altri voti alle elezioni europee del maggio del prossimo anno.
Tra l’altro, il centrosinistra siciliano, ormai, non vive di un elettorato di grandi passioni politiche, ma di interessi concreti: come gli appalti del Tram: figuriamoci se rinunciano a una ‘scorpacciata’ simile!
Per non parlare del fatto che lo stesso centrosinistra è il garante di altre due grandi opere pubbliche cittadine ‘mangiasoldi’: il Passante ferroviario (che per Palermo è uno dei più grandi affari degli ultimi 100 anni: un miliardo e 200 milioni di euro la spesa fino ad oggi: tutta ‘salute’ e l’avventura continua…) e l’Anello ferroviario che è un’altra ‘mammella’ non disprezzabile…
Però, è chiaro, la nostra è solo una previsione, perché anche nel centrosinistra, a fronte di un futuro non certo roseo, non sono da escludere sorprese. Anche se noi non ci crediamo molto.