Elezioni europee, la paura dei Socialisti nelle parole di Pierre Moscovici. Pensarci prima no?

4 ottobre 2018

In un’intervista a ‘Le Monde’, il commissario europeo, autorevole esponente del Partito Socialista francese, più volte Ministro nel suo Paese, dice senza mezzi termini che la stessa “esistenza” dei Socialisti europei è oggi “minacciata”. Teme l’avvento delle destre. Ma nelle sua parole non c’è vera autocritica. Il CETA, per esempio, non è stato votato anche dai Socialisti europei? 

I Socialisti europei cominciano piano piano a realizzare che, alle prossime elezioni europee, potrebbero registrare un grande crollo. In Svezia, è vero, la socialdemocrazia ha tenuto. Ma potrebbe non essere così nel resto dell’Unione Europea.

A lanciare l’allarme è Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici e monetari, autorevole esponente del Partito socialista francese, già Ministro dell’Economia e delle Finanze nei governi Ayrault dal 2012 al 2014 e Ministro degli Affari europei dal 1997 al 2002.

Dice Moscovici in un’intervista al quotidiano Le Monde, ripresa in un lancio dell’ANSA:

“Il partito socialista non ha misurato la sfida esistenziale a cui deve far fronte l’Europa. Per la prima volta nella storia, la sua esistenza è minacciata: può implodere o essere sovvertita da responsabili di estrema destra, Matteo Salvini, Marine Le Pen o Viktor Orban”.

“In un momento simile – aggiunge Moscovici, annunciando che non si candiderà con il Partito socialista francese alle prossime elezioni europee – bisogna promuovere l’unità di un’Europa potente, più integrata. Non è il momento di indietreggiare o tergiversare”.

Con qualche decennio di ritardo l’esponente socialista francese ammette che ci sono due Europe: una del nord e una mediterranea:

“Si ha la sensazione – dice – che a vincere siano sempre gli stessi, quelli del nord, e a perdere quelli del sud. Matteo Salvini e Luigi Di Maio – aggiunge a proposito della situazione politica italiana – sono figli delle diseguaglianze e delle divergenze, il che non giustifica i loro eccessi. Nella zona euro bisogna ricostruire convergenza, abbiamo bisogno di uno strumento di politica economica dinamico e redistributivo”.

“L’Europa è a un bivio – aggiunge -: se non facciamo niente, gli Orban, i Salvini, i Kaczyinski, i Le Pen disegneranno un’Europa dove la giustizia e la stampa saranno sotto controllo, gli stranieri stigmatizzati, le minoranze minacciate. Populisti per gli uni, nazionalisti per gli altri, tutti questi leader di estrema destra sono per me i nemici delle democrazie aperte e liberali che abbiamo costruito dal 1945 per garantire la pace”.

Nell’intervista ci sono almeno tre spunti.

Il primo è messaggio politicamente ‘ecumenico’: Annibale è alle porte (dove Annibale, in questo caso, è rappresentato dai “populisti” che Moscovici considera tutti di destra, compreso il Movimento 5 Stelle: quindi è inutile che i partiti politici tradizionali – ed è abbastanza scontato il riferimento ai Socialisti europei e ai Popolari europei – si presentino divisi: meglio fare massa critica: della serie, tutti uniti contro i Populisti.

Il messaggio non è nuovo: ci ha già pensato Macron, che ipotizza addirittura di essere lui a guidare lo schieramento anti-Populisti. Peccato che in Francia la popolarità di Macron sia bassissima. Forse Moscovici pensa di essere lui il predestinato? Chissà.

Il secondo spunto è puramente elettorale: i voti dell’elettorato socialista e di sinistra europeo – questo è quello che si capisce dalle sue parole – potrebbero andare ai Populisti. E qui il commissario europeo socialista forse non sbaglia, se è vero che in Italia tanti elettori del PD, alle elezioni politiche dello sorso 4 marzo, hanno votato per i grillini (COME HA AFFERMATO IL LEADER DELLA CGL, MAURIZIO LANDINI).

Il terzo spunto è la paura che traspare dalle parole del commissario europeo francese: paura che Orban, Le Pen e Salvini diventino maggioranza nel Parlamento europeo che verrà eletto nel maggio del prossimo anno. 

Paura giustificata. Anche se Moscovici e i Socialisti del PSE, che oggi lanciano l’allarme sulle destre europee che avanzano, dovrebbero spiegare, negli ultimi cinque anni, quali sarebbero i provvedimenti di “sinistra” adottati dalla Commissione Europea e dal Parlamento Europeo.

Forse è di “sinistra” il glifosato, imposto ai 27 Paesi dell’Unione Europea per altri cinque anni, nonostante la scienza ne abbia dimostrato la pericolosità per la salute umana? In questo caso gli interessi della multinazionale tedesca Bayer, che si è fusa con la Mosanto (la multinazionale americana che ha riempito il mondo del diserbante a base di glofosato), non hanno finito con il prevalere sugli interessi del popolo europeo?

Dov’erano i Socialisti europei quando si consumava questo scempio? Moscovici e ‘compagni’ hanno forse dimenticato di aver votato a favore di questo assurdo provvedimento?

E’ forse di ‘sinistra’ il CETA – il trattato commerciale internazionale tra UE e Canada che va a penalizzare l’agricoltura a scapito dell’industria e, in particolare – guarda un po’ che caso! – le agricolture mediterranee dell’Unione Europee?

Sono forse di ‘sinistra’ i magheggi sulle micotossine DON del grano, ovvero l’innalzamento dei limiti della presenza di queste sostanze tossiche nel grano, per consentire al Canada di esportare il proprio grano duro nell’Unione Europea? (IN QUESTO ARTICOLO SI RACCONTA COS’HA COMBINATO LA UE CON GLIFOSATO E, SOPRATTUTTO, MICOTOSSINE DON).

L’elenco è lungo. Ci sono le arance nord africane e l’invasione dell’olio d’oliva tunisino. Chi hanno colpito questi provvedimenti? Naturalmente le agricoltura del Sud Europa e, quindi anche il Sud Italia.

Ebbene, rispetto a tutti questi problemi nel commissario europeo socialista non c’è un briciolo di autocritia.  In compenso c’è la sua paura.

Comunque Moscovici ha ragione ad avere paura. Ma ha un po’ meno ragione quando pensa a uno schieramento unico anti-Populista, magari tra Socialisti e Popolari. Se non altro perché in politica raramente due debolezze danno luogo ad una forza…

Foto tratta da eunewes.it

 

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