La nostra rubrica dedicata alla cultura: gli incipit tratti dai grandi romanzi, gli aforismi di scrittori e filosofi, i siciliani da non dimenticare, gli anniversari di fatti storici noti e meno noti, la Sicilia dei grandi viaggiatori, i proverbi della nostra tradizione e tanto altro ancora. Buona lettura
terza pagina
(a cura di Dario Cangemi)
Incipit
Un classico buongiorno. O, se preferite, un buon giorno ricordando un grande romanzo. Il modo migliore di iniziare una giornata: l’incipit di un grande libro. Se lo avete già letto sarà un bel ricordo. Se no, potrebbe invogliarvi alla lettura
‘’Eccola lì, dinanzi a lei, la vita. La vita: ella cominciava a pensarci, senza concludere. Dava uno sguardo alla vita, perché ne aveva una sensazione precisa: come di cosa reale, di cosa intima ch’ella non condivideva con alcuno. Tra la vita e lei correva una specie di transazione in cui ciascuna delle due parti tentava di soverchiare l’altra; ed entrambe, ogni tanto (quand’ella era sola) venivano a patti: avvenivano a volte grandi scene di riconcilia-zione..
Virginia Woolf, “Gita al faro”
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Pensieri sparsi
L’aforisma, la sentenza, sosteneva Nietzsche, sono le forme dell’eternità. L’aforisma é paragonato dal filosofo tedesco alle figure in rilievo, che, essendo in-complete, richiedono all’osservatore di completare ‘’col pensiero ciò che si staglia davanti’’.
«Troviamo sempre qualcosa, vero, per darci l’impressione di esistere?».
Samuel Beckett,“Aspettando Godot’’
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Siciliani notevoli da ricordare
Francesco Durante (Letojanni, 29 giugno 1844 – Letojanni, 2 ottobre 1934) è stato un politico e chirurgo. Fu senatore del Regno d’Italia nella XVI legislatura, promotore e fondatore, assieme a Guido Baccelli, del Policlinico “Umberto I” di Roma, ove diresse per quasi 40 anni la clinica chirurgica, presiedette la Società italiana di chirurgia. Fu il primo al mondo ad aver operato un tumore al cervello, nel 1884 a Roma. Alla sua memoria è intitolato il Premio scientifico di medicina e chirurgia che, saltuariamente, si organizza a Letojanni.
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Eventi e fatti storici
E’ il 2 ottobre del 1944 – Olocausto: le truppe naziste pongono fine alla ‘rivolta di Varsavia’, ovvero l’insurrezione dell’esercito nazionale polacco che, fra il 1º agosto ed il 2 ottobre 1944, combatté contro le truppe tedesche di occupazione allo scopo di liberare la città di Varsavia prima dell’arrivo dell’esercito sovietico, giunto ormai alle porte della capitale polacca dopo le grandi vittorie dell’offensiva d’estate sul fronte orientale.
Il tragico fallimento dell’insurrezione, spietatamente schiacciata dalle forze tedesche dopo due mesi di battaglia cittadina, e soprattutto le cause di questo fallimento, principalmente ricondotte da alcune correnti storiografiche al mancato soccorso ai rivoltosi da parte dell’Armata Rossa, sono tuttora materia di vivaci diatribe storico-politiche.Tra i 6 milioni di ebrei uccisi nei campi di sterminio c’erano circa 45mila italiani di cui 855 siciliani.
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Viaggiatori in Sicilia
Se il viaggio è desiderio di conoscere l’altro e, al tempo stesso, possibilità di riconoscere se stessi. E’ affascinante notare come la Sicilia rappresenti, per chi non vi è nato, un’attrazione irresistibile, calamitando fantasie e immaginari dei viaggiatori stranieri che, forti della propria identità, vengono in Sicilia per capirne la conclamata diversità e forse trovano per lo più quello che credevano di voler trovare secondo la loro formazione, i loro desideri. In passato, l’identità univoca dei centri da cui provenivano i viaggiatori, bagaglio e ideale di cultura di cui erano portatori e di cui cercavano conferma in Sicilia, si è scontrata con l’identità plurale dell’isola in cui giungevano, quella pluralità tipica delle periferie e pure delle dimore di frontiera, con il loro intreccio di genti e di culture.
Tra i tanti viaggiatori giunti in Sicilia nel corso dei secoli, per ragioni di studio o per intraprendere quel Grand Tour, quasi d’obbligo per la formazione dell’erudito europeo, se ne trova uno poco a suo agio in questa inedita veste di globe-trotter: il poeta inglese Samuel Taylor Coleridge, noto per le sue Lyrical ballads, scritte a quattro mani con l’amico Wordsworth. Fu precursore del romanticismo inglese. Motivi di salute lo spinsero a soggiornare per qualche tempo nei caldi paesi del Mediterraneo; fu a Malta nel 1804 e, nell’agosto dello stesso anno, si trasferì in Sicilia.
Soggiornò nell’isola per diverso tempo. Nel primi giorni di ottobre, il poeta inglese si trovava nella zona della Sicilia orientale. Effettuò due escursioni sull’Etna, come apprendiamo direttamente da una lettera inviata alla moglie Sara recante data 12 di-cembre 1804. Ai suoi notebooks, una sorta di quaderno di appunti letterari e di viaggio, pubblicato in edizione critica in Inghilterra nel 1962, il poeta ha affidato le testimonianze del suo viaggio in Sicilia e della sua presenza sull’Etna.
Ben distante dallo stereotipato ruolo del viaggiatore che osserva, fa commenti di natura scientifica, politica, economica e sociale, oppure cita i classici e si rifà alla storia antica. Coleridge, autentico poeta romantico dalla spiccata sensibilità e dalla salute cagionevole, sembra voler conservare una memoria dettagliata di ciò che appare ai suoi occhi, allo scopo di raccogliere materiale e suggestioni per i suoi lavori futuri.
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Rapporti tra scrittori e la Sicilia
Quando pensiamo alla Sicilia, inevitabilmente i ricordi personali si sovrappongono alle descrizioni letterarie, così come i fatti di attualità si intrecciano con le fantasie mitologiche e il folklore si confonde con i luoghi comuni, suggerendo all’immaginazione percorsi alternativi.
Oggi incontriamo uno dei più grandi esteti della letteratura italiana degli ultimi secoli. Gabriele d’Annunzio, Soprannominato “il Vate”, cioè “poeta sacro, profeta”, cantore dell’Italia umbertina, o anche “l’Immaginifico”, occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924.
«E l’altro monte, e l’altro monte ei vede,
l’Erice azzurro, solo tra il mare e il cielo
divinamente apparito, la vetta
annunziatrice della Sicilia bella!»
Gabriele d’Annunzio, dalla poesia ‘’La notte di Caprera’’
Il territorio di Monte San Giuliano, comprendeva oltre al territorio dell’attuale comune, anche quelli di Valderice, Custonaci, San Vito Lo Capo, Buseto Palizzolo e parte di quello di Castellammare del Golfo. Dal 1963 Erice è inoltre sede del Centro di cultura scientifica Ettore Majorana, istituito per iniziativa del professor Antonino Zichichi, che richiama gli studiosi più qualificati del mondo per la trattazione scientifica di problemi che interessano diversi settori: dalla medicina al diritto, dalla storia all’astronomia, dalla filologia alla chi-mica. Per questo alla cittadina è stato attribuito l’appellativo “città della scienza.
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La scuola poetica siciliana
La scuola poetica siciliana è la prima forma di letteratura laica in Italia. Suo promotore fu l’Imperatore Federico II di Svevia. Questa scuola vide il suo apice tra il 1230 e il 1250. Nacque come una poesia di corte, infatti autori dei più noti sonetti sono lo stesso Federico II e membri della sua corte quali Pier delle Vigne, Re Enzo, figlio di Federico, Rinaldo d’Aquino, Jacopo da Lentini (funzionario della curia imperiale), Stefano protonotaro da Messina…La lingua usata era il siciliano o meglio il siculo-appulo.
Troppo son dimorato
i·llontano paese:
non so in che guisa possa soferire,
che son cotanto stato
senza in cui si mise
tutte bellezze d’amore e servire.
Molto tardi mi pento,
e dico che follia
me n’à fatto alungare;
lasso, ben veggio e sento,
mort’e’ fusse, dovria
a madonna tornare.
Giacomo da Lentini -Rime
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