Con l’avvicinarsi delle elezioni europee del maggio del prossimo anno si avvicina il momento di ‘spurgare’ le fogne del politicume siciliano. I sorci e gli scarafaggi che sguazzano nella melma carsica della vecchia politica sicula sono pronti per un altro giro, galvanizzati dal ritorno di chi, dal 1994, ‘caccia’ i soldi. A meno che la figlia non si incazzi e non lo faccia interdire
Sotto la superficie sonnolenta del politicume siciliano è cominciata la sarabanda di preparazione alle elezioni europee del prossimo maggio. Un momento forse decisivo per le sorti dell’Europa come Continente, come Unione e come singoli Stati. Una sfida che non è esagerato definire di civiltà tra chi legge nel futuro e chi irresponsabilmente razzola nelle polveri di un passato che dovrebbe essere ripudiato con veemenza.
Tutto questo è lontanissimo dal sentire dei pulcinella che affollano il palcoscenico politico siciliano e che hanno cominciato in sordina le grandi manovre idrauliche di apertura e chiusura delle saracinesche che regolano i flussi e i riflussi della immensa cloaca sotterranea dove le pantegane politiche regionali guazzano felicemente.
Alacri fognaioli si sono già posizionati all’imboccatura dei collettori principali e lavorano alle chiuse, chi per aprirle, chi per chiuderle e chi per custodirle nello stato in cui sono. Sapienti spurgatori fluidificano il corso di certi liquami che per desuetudine si sono incrostati in punti che ora diventano nevralgici per nuove zoccole o vecchi sorcioni in corso di riciclaggio.
E’ una frenesia invisibile, tutta carsica, come i personaggi in azione e i loro obbiettivi di merda. Nuovi pozzi neri si vanno formando, più profondi di quanti scarafaggi possano contenere. Alcuni sono stati prefabbricati al Nord e da lontano, nel buio delle fogne, sembrano villini unifamiliari, il sogno dei miserabili morti di fame, degli incapaci di fare qualunque lavoro per poterseli permettere.
Di altri schifii, in una antica Sala è stato mostrato il plastico, appena ricostruito, di quello schifio travolto tempo fa da una esondazione di acqua pulita. E’ stato ricollocato al suo vecchio posto, al centro della Grande Chiavica.
Al sommo del Grande Sifone vigila la statua sorciomontata del Venerabile Pregiudicato. Bellissimi e Coraggiosi, Leopoldi e Porporati secolari rigurgitano, sboccano, sfognano e traboccano in un turbinio crescente, mentre il mormorio sommesso di ieri, oggi diventa urlo di liberazione e di passione sfrenata.
Lui in persona, il Cavaliere dei tombini, il demiurgo dei chiusini, Lui, la cartapecora pergamenata, Lui, avvizzito, rinsecchito e forse anche già morto, ha parlato, anche se in playback. Per il bene dei suoi laceri sorcini si calerà nella fossa e si candiderà. E ci metterà i soldi, ovviamente, per tutti, a meno che Marina non si incazzi e non lo faccia interdire.