Agricoltura

Caro signor Ministro leghista Centinaio: qual è la sua posizione sul grano Senatore Cappelli?

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Glielo chiediamo non soltanto perché aspettiamo che lei risponda a un’interrogazione parlamentare firmata dai senatori del Movimento 5 Stelle (suoi alleati di Governo: o quasi), ma anche perché il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino, ha ribadito che sulla commercializzazione del grano Senatore Cappelli continua la gestione monopolistica da parte di un privato!

L’ex Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, oggi segretario nazionale reggente del PD, dice che sulla varietà di grano duro Senatore Cappelli non c’è alcun monopolio. Idem i burocrati dello stesso Ministero. Ma a noi, invece, risulta che questa varietà venga ancora oggi gestita da un gruppo privato in condizioni di monopolio.

In attesa che, su questa incredibile vicenda, si pronunci anche l’attuale Ministro delle Politiche agricole, il leghista Gian Marco Centinaio, siamo tornati a chiedere al presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino, come stanno le cose.

Qualche mese fa Pottino ha denunciato l’impossibilità di vendere il grano duro Senatore Cappelli (come potete leggere negli articoli che trovate in calce). Le cose stanno ancora così?

“Purtroppo sì – ci risponde Pottino – noi agricoltori possiamo seminare il grano duro Senatore Cappelli. Ma non possiamo commercializzarlo come tale. Perché i privati che se ne sono impossessati ce lo impediscono. noi, nella nostra azienda, continuiamo a seminare il grano duro Senatore Cappelli. Ma lo vendiamo come grano duro antico biologico. Perdiamo un sacco di soldi, perché ormai il nome Senatore Cappelli è molto conosciuto tra i consumatori. Ma non possiamo fare altrimenti”.

Veramente incredibile questa storia. Passi che tutto sia nato quando al Governo dell’Italia c’era il PD. Forza politica ancorata all’Europa del CETA e, in generale, delle multinazionali, il Partito Democratico, di fatto, proprio con il già citato ex Ministro Martina, è stato il protagonista politico dell’operazione Senatore Cappelli.

Ma già da qualche tempo al Governo del nostro Paese ci sono Movimento 5 Stelle e Lega. Dai leghisti del Ministro Matteo Salvini, ovviamente, noi del Sud non ci aspettiamo nulla: si tratta di una forza politica nordista che, nel Mezzogiorno, sta gabbando i meridionali che, ingenuamente, gli vanno dietro.

Nulla di strano che la Lega – che ha preteso è ottenuto il Ministero che controlla l’agricoltura italiana – ogni volta che si parla del ‘caso’ Senatore Cappelli, faccia finta di nulla. Ed è anche logico: la privatizzazione del grano duro Senatore Cappelli è uno scippo del Centro Nord ai danni del Sud: e la Lega non può che avallarlo.

Non a caso una delle prime uscite pubbliche del Ministro leghista Centinaio è stata la sua presenza a un convegno della Coldiretti, l’organizzazione agricola che della vicenda Senatore Cappelli sa molto…

E’ poco credibile, invece, che i parlamentari del Movimento 5 Stelle continuino a tollerare questo scippo ai danni del Mezzogiorno, considerato che il Sud ha dato grande credito ai grillini alle elezioni politiche del 4 marzo scorso.

Certo, come leggere in calce a questo articolo, i senatori grillini hanno presentato un’articolata e ben congegnata interrogazione allo sfuggente Ministro Centinaio.

Ma da una forza politica di governo ci si aspettano atti di governo e non interrogazioni al Governo del quale gli stessi grillini fanno parte!

Se poi il Ministro Centinaio non risponde all’interrogazione, ebbene, tale atto ispettivo rischia di apparire come una presa per i fondelli. O no?

Veramente gli agricoltori della Puglia, della Sicilia, della Basilicata, della Sardegna e, in generale, di tutto il Sud, per poter vendere il grano duro Senatore Cappelli – che è storicamente un grano duro del Sud – debbono pagare la ‘decima’ a una società del Centro Nord Italia?

Egregi parlamentari del Movimento 5 Stelle: tutto questo non è incredibile mentre siete al Governo dell’Italia?

Foto tratta da giornaledilecco.it

Lo scippo del grano Senatore Cappelli: finalmente è arrivata la prima risposta del Governo nazionale

 

 

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