La Sicilia irredimibile descritta da Leonardo Sciascia esiste. E’ quella che, in 70 anni di Autonomia, ha votato per chi ha affossato la stessa Autonomia. Quella che ha votato e che vota ancora – per fortuna ormai in minima parte – per Berlusconi. E’ quella che elegge al Parlamento spicciafaccende. Ma un modo per eliminarla c’è, ma bisogna mettersi in gioco
Una Sicilia irredimibile esiste, è sempre esistita e forse sempre esisterà.
È quella che al referendum del 1946 votò per la monarchia, facendosi largo tra le macerie che la guerra voluta dalla monarchia aveva provocato.
È quella che, nell’arco del periodo dell’Autonomia regionale, ha votato per i nemici dell’Autonomia che l’hanno affossata.
È quella del 61 a 0 che consegnò l’Isola a un bauscia del Nord, puttaniere e corruttore che non ha mosso un dito per la Sicilia.
È quella che oggi inneggia a un ciarlatano volgare e ignorante del Nord che ha sempre disprezzato e insultato i siciliani e che non muoverà un dito per la Sicilia.
Paradossalmente, il problema non è quella Sicilia: il vero problema è l’altra Sicilia, quella che, pur potendo spazzare via questa marmaglia, se ne astiene e la subisce.
E così una minoranza squalificata, con l’aiuto di uno Stato cialtrone e malavitoso, è riuscita a diventare stabile maggioranza e con la sua incapacità dolosa ha disgustato la maggioranza dei siciliani, allontanandola dalla politica.
È così diventa reale quello altrove è impossibile, ovvero che disperati, miserabili, patetici sottoproletari, eleggendo propri pari, decidano dei destini di chi è migliore di loro e folleggino con le tasse pagate da chi è migliore di loro.
Solo in Sicilia, in un contesto civilmente e socialmente degradato, è possibile che un commesso o un salariato precario possano diventare deputati regionali. Che gente è quella che li vota? Quale grado di infelicità e di incultura possono avere questi poveracci per prestare attenzione, non dico fiducia, a spicciafaccende di infimo cabotaggio?
Se i migliori, ovvero chi ha senso di responsabilità e del dovere civico se ne stanno a guardare, ecco che chi è in grado di accelerare il rilascio di un certificato o di favorire un contatto diventa uno statista.
Quella Sicilia non deve più avere voce in capitolo perché a quella minoranza nulla importa della Sicilia, del suo destino e dei suoi figli. E se invece nulla cambierà, i professionisti, i professori, i medici, i laureati e i diplomati in genere, gli industriali, i commercianti dovranno inchinarsi ai deputati commessi, ovvero a persone che nella vita di ogni giorno per loro nemmeno esistono, per avere quello che è un loro diritto.
E c’è solo un modo per spazzare questa canagliume. Prendere in mano le redini della politica, mettersi in gioco, entrare in competizione, mettere a disposizione di una buona causa e dei propri pari le proprie capacità. I primi a dirvi bravi saranno i vostri figli lontani.
Foto tratta da itacanotizie.it
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