Ormai in Sicilia passato e presente si fondono e si confondono. Ben 110 anni dopo il terribile terremoto del 1908, Regione siciliana e Comune di Messina chiedono a Roma la “dichiarazione di emergenza igienico-sanitaria” per eliminare la baraccopoli ancora in piedi! Certo, avrebbe dovuto occuparsene il Governo Giolitti, forse anche Mussolini, o la Prima Repubblica, magari anche la Seconda Repubblica. Invece se ne occuperà l’attuale Governo di Giuseppe Conte
Leggendo il comunicato della presidenza della Regione siciliana non si sa cosa pensare. Perché non è cosa di tutti i giorni leggere di un Governo regionale che, nel 2018, chiede a Roma la “dichiarazione del gravissimo stato di emergenza igienico-sanitaria-ambientale” per gli effetti di un terremoto avvenuto 110 anni fa! E’ invece è quello che sta succedendo: il Governo regionale di Nello Musumeci chiede la dichiarazione di stato di emergenza per gli effetti del terremoto di Messina del 1908.
“La baraccopoli di Messina – si legge nel comunicato – costituisce una vergogna per la politica nazionale e regionale. Per cento anni (in realtà, per essere precisi, gli anni, come già accennato, sono centodieci ndr) non sempre ai buoni propositi hanno fatto seguito i fatti. L’Agenzia per il risanamento, voluta dalla coalizione del mio governo deve essere lo strumento più agile per cancellare questa pagina disonorevole. Siamo accanto al Comune messinese in questa impresa difficile e insidiosa. E la delibera della richiesta di dichiarazione del gravissimo stato di emergenza igienico-sanitaria-ambientale è per noi un atto dovuto e sentito. Ora la palla passa a Roma. Ma sono certo che non mancheranno al governo centrale sensibilità e celerità per non arrestare una procedura già avviata”.
Sembra di essere dentro uno di quei romanzi di certi scrittori sudamericani dove i morti e i vivi si confondono, mentre passato e presente di fondono in un gioco infinito e smisurato. E non si capisce se il presidente Musumeci si rivolga oggi all’attuale Governo nazionale di Giuseppe Conte o al Governo di Giovanni Giolitti…
“Il terremoto di Messina del 1908 (citato in letteratura scientifica come terremoto della Calabria meridionale-Messina[1][4][5] o anche come terremoto calabro-siculo) – leggiamo su Wikipedia – è considerato uno degli eventi sismici più catastrofici del XX secolo. Il sisma, di magnitudo 7.1 Mw, si verificò alle ore 5:20:27 (ora locale) del 28 dicembre 1908 e danneggiò gravemente le città di Messina e Reggio nell’arco di 37 secondi. Metà della popolazione della città siciliana e un terzo di quella della città calabrese perse la vita. Si tratta della più grave catastrofe naturale in Europa per numero di vittime, a memoria d’uomo, e del disastro naturale di maggiori dimensioni che abbia colpito il territorio italiano in tempi storici”.
Da allora ad oggi ‘qualche anno’ è passato: la Grande guerra (o prima guerra mondiale), il fascismo, la seconda guerra mondiale, la Prima Repubblica, la Seconda Repubblica fino ai giorni nostri. Dopo tanti anni – sembra incredibile! – a Messina c’è ancora la baraccopoli del terremoto del 1908! Magari non saranno tutti discendenti dei terremotati, ma qualcosa di anomalo c’è.
A sollevare la ‘turilla’ è stato il nuovo sindaco di Messina, l’ex parlamentare regionale Cateno De Luca. Che si è rivolto al presidente Musumeci. Che, a propria volta, con ‘appena’ 110 anni di ritardo, pone la questione dell’emergenza igienico sanitaria.
Già, un’emergenza, si legge ancora nel comunicato, che “riguarda sei zone della città (Annunziata, Giostra-Ritiro-Tremonti, Camaro, Fondo Saccà, Bordonaro-Gazzi-Taormina e Santa Lucia) che si estendono per oltre 230mila metri quadrati, nelle quali sono presenti baracche e casette degradate, molte abusive – che ospitano 6.400 persone – conseguenza della gravissima situazione determinata dal terremoto del 1908 e mai risanata”.
Insomma, più che terremotati – anche per questioni meramente anagrafiche – sembrano abusivi, forse discendenti dei terremotati. Chissà.
“Dalle relazioni dell’Azienda sanitaria provinciale e dai sopralluoghi effettuati dai tecnici del Comune di Messina – si legge sempre nel comunicato di Palazzo d’Orleans, sede del Governo siciliano – è emersa una condizione igienico-sanitaria molto precaria con scarichi fognari a cielo aperto, cumuli di rifiuti abbandonati, esalazioni maleodoranti e coperture realizzate in cemento-amianto. Con rischi elevati, quindi, per la salute dei residenti”.
“Il Piano di lavoro previsto dalla Protezione civile regionale – prosegue il comunicato – prevede, prima, la bonifica delle aree e successivamente la demolizione delle baracche. Secondo la stima degli interventi effettuata dal Comune, il costo complessivo dell’operazione dovrebbe essere di circa 35 milioni di euro. Nel contempo l’amministrazione comunale sta provvedendo a reperire gli alloggi (temporanei e definitivi) per gli oltre duemila nuclei familiari che vi abitano e per i quali è stato già disposto lo sgombero.
La delibera della Giunta (regionale) sarà adesso inoltrata alla presidenza del Consiglio dei ministri che dovrà delibera lo stato di emergenza”.
Questa storia è sicuramente legata a disattenzione delle classi dirigenti di Messina e della Sicilia in generale. Ma è anche l’ennesima dimostrazione del disinteresse che lo Stato centrale italiano ha sempre dimostrato verso il Sud.
Il Governo Giolitti che, nel 1908, ‘scopre’ il terremoto di Messina e Reggio Calabria con due giorni di ritardo è, alla fine, molto simile al fascismo che ha affrontato la questione meridionale rimuovendola. O all’Italia repubblicana che, ancora oggi, continua a massacrare il Sud.
Una domanda, infine: ma i sindaci di Messina che hanno preceduto Cateno De Luca non si sono mai accorti di tutto questo?
Foto tratta da fabiomarinelli.ilcannocchiale.it
QUI LA STORIA DEL TERREMOTO DI MESSINA DEL 1908
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