In questa polemica sui fondi delle periferie ‘scippati’ dal Governo nazionale ai Comuni rimane in ombra la verità: e cioè che l’errore l’ha commesso il passato Governo nazionale di centrosinistra, che si è fatto impugnare dalla Consulta l’articolo di legge su fondi alle periferie. In questi casi, si sa, meglio gettare la colpa addosso agli altri. Intanto Musumeci in Sicilia sta col PD e a Roma con Salvini… I giochi di prestigio di Totò Cardinale
In Sicilia è polemica sullo ‘scippo’ dei fondi alle periferie, con centrosinistra e centrodestra che cercano di rifarsi la ‘verginità’ che hanno perduto quando il Governo Renzi, con l’avallo del Governo regionale di Rosario Crocetta a trazione PD, ha scippato fior di miliardi alla Sicilia. Allora, chissà perché, tutto il PD siciliano al gran completo taceva; e tacevano pure gli esponenti del centrodestra, con in testa l’allora presidente dell’Antimafia regionale, Nello Musumeci. E taceva pure il sindaco di Palermo e presidente dell’ANCI Sicilia, Leoluca Orlando.
Tutti questi signori, silenziosi dal 2013 al 2017 (in verità con la sola eccezione dell’ex assessore regionale, Franco Piro, che ha parlato, per primo, del ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta del giugno 2014), hanno improvvisamente trovato la voce per lo ‘scippo’ dei fondi ai Comuni, che avrebbero dovuto utilizzarli per le periferie.
In verità, a noi ‘sta storia dello ‘scippo’ convince poco. E infatti, andando a verificare cos’è avvenuto, scopriamo che le cose stanno in modo molto diverso.
Questi fondi sono stati appostati in un precedente Decreto dal passato Governo nazionale. Fondi che erano e sono nella disponibilità delle Regioni che, però, il passato Governo nazionale di centrosinistra e il passato Parlamento nazionale di ‘nominati’ hanno a tutti i costi ‘girato’ ai Comuni calpestando le prerogative delle Regioni.
Una di queste Regioni – il Veneto – ha presentato ricorso avverso il Decreto e la Corte Costituzionale gli ha dato ragione. Di conseguenza – COME SI RACCONTA IN MODO APPROFONDITO IN QUESTO ARTICOLO – questi fondi sono rimasti ‘congelati’.
E’ l’attuale Governo che li sta sboccando (e non abbiamo capito come sta coinvolgendo le Regioni). Ma non li sta sbloccando tutti, perché su alcune destinazioni, anche se ufficialmente si tratta di periferie, non c’è chiarezza.
E infatti – per citare un esempio – si è scoperto che una parte dei fondi destinati alle ‘periferie’ di Palermo in realtà sarebbero serviti per il Tram che dovrebbe collegare Palermo con Mondello e Partanna Mondello (COME POTETE LEGGERE QUI).
Sappiamo cos’ha combinato il sindaco Orlando quando il capo del Governo, Giuseppe Conte, la scorsa settimana, è venuto a Palermo per inaugurare l’anno scolastico nel quartiere di Brancaccio. Ma, adesso, alla protesta si è unito anche il presidente della Regione siciliana, il già citato Nello Musumeci.
Ovviamente, né Orlando, né Musumeci, né le tante fanfare che gli reggono il gioco si guardano bene dallo spiegare che tutta questa ‘vucciria’ è nata da un errore commesso dal passato Governo nazionale di centrosinistra, che si è fatto ‘bocciare’ l’articolo di legge sui fondi alle periferie dalla Corte Costituzionale.
Forse perché, spiegandolo, gli italiani capirebbero che il vero ‘scippo’ ha tentato di farlo il passato Governo nazionale di centrosinistra, togliendo i fondi alle Regioni in larga maggioranza consenzienti per darli ai Comuni: mossa – lo ribadiamo ancora una volta – sanzionata dalla Consulta.
Ma quello che colpisce di Musumeci non è il suo schierarsi con il centrosinistra: in Assemblea regionale siciliana, infatti, il Governo Musumeci e gli undici deputati del PD governano insieme. Litigano soltanto quando si debbono spartire le poltrone di sottogoverno.
A questo punto ci concediamo una breve digressione.
Il centrosinistra – è noto – è riuscito, tramite Totò Cardinale, a ritagliarsi una fetta di gestione dei rifiuti; e, sempre sottobanco, e sempre mediando con Musumeci, avrebbe voluto acciuffare la poltrona all’IRSAP: ma lì il mediatore tra il presidente della Regione e il PD, ovvero il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, non è riuscito a trovare la ‘quadra’: così in queste ore, gli ‘alleati’ Musumeci e PD litigano.
Il presidente della Regione ha piazzato ai vertici dell’IRSAP l’impreditore Antonio Occhipinti, probabilmente con il placet dell’assessore alle Attività produttive, Mimmo Turano.
Il centrosinistra – che nella passata legislatura, quando era al Governo, ‘navigava’ con le nomine illegittime – contesta la legittimità della nomina di Occhipinti. Il problema è serio, perché fino a quando le nomine illegittime le fa il centrosinistra, tutto sommato tengono; se li fa il centrodestra le cose si complicano, perché le interpretazioni potrebbero essere diverse…
Anche se il vero problema, ormai, è la Corte dei Conti che, sulle nomine illegittime e sugli sperperi, tira dritto per la propria strada e ‘bastona’ sia il centrodestra, sia il centrosinistra.
Questa piccola digressione ci serve per illustrare ai nostri lettori che centrodestra e centrosinistra, oggi, governano insieme la Regione siciliana (non dimentichiamo che il già citato Miccichè è stato eletto presidente del Parlamento siciliano grazie ai voti del PD).
Ma Musumeci non si limita a governare la Sicilia con il PD. Professionista nel giocare, contemporaneamente, su tanti tavoli, il presidente della Regione, qualche mese fa, è volato a Pontida per ‘allisciarsi’ il leader della Lega, Matteo Salvini. E tutt’ora è alleato di Salvini con il quale – insieme con il suo fido Raffaele Stancanelli (che a propria volta si appoggia all’ex presidente della regione, Raffaele Lombardo detto ‘l’autonomista’) – sta cercando di capire come andare alle elezioni europee.
Così assistiamo a una scena-sceneggiata: Musumeci, alleato di Salvini a livello nazionale (in Sicilia fino ad ora non ha dato poltrone ai leghisti), attacca il Governo nazionale del quale Salvini è vice premier; e lo fa insieme con il PD di Leoluca Orlando: quel PD che, quando era al Governo di Roma, ha sbagliato a scrivere il Decreto sulle periferie e se l’è fatto ‘cassare’ dalla Corte Costituzionale.
Insomma, Musumeci uno a trino: in Sicilia governa con il PD, ma a Roma sta con Salvini contro il PD, però sul Decreto che il PD ha sbagliato a scrivere sta con il PD, ma non contro la Lega, ma contro il Movimento 5 Stelle.
Un uomo politico chiaro, il presidente Musumeci…
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