Lo conferma il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta: “Molti studenti disabili della Sicilia sono rimasti a casa perché le ex Province non hanno in ‘cassa’ le risorse finanziarie per assicurare questo servizio”. I soldi ci sono, ma il Governo regionale ha perso tempo. Gli interventi dei deputati regionali Stefano Zito, Valentina Palmeri e Salvatore Siracusa
Il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta, lo dice senza giri di parole: “Da qualche giorno le scuole hanno riaperto, ma non tutti gli studenti sono tra i banchi. Molti studenti disabili della Sicilia sono rimasti a casa perché le ex Province non hanno in ‘cassa’ le risorse finanziarie per assicurare questo servizio”.
Sono le ex Province, infatti, che debbono garantire questo e altri servizi: per esempio la manutenzione delle strade provinciali, la manutenzione degli edifici dove hanno sede licei e scuole superiori, i controlli ambientali e il già gitato servizio per il trasporto dei disabili.
“Già lo scorso anno, con gli studenti disabili – aggiunge Amenta – non sono mancati i problemi. Ora la situazione si è aggravata. Intanto servono interventi per tamponare l’emergenza: non è pensabile che gli studenti disabili non frequentino le scuola. Il Governo regionale se ne faccia una ragione è intervenga subito”.
E proprio sui ritardi del Governo regionale e delle ex Province, sempre a proposito degli studenti disabili rimasti a casa, interviene il parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Stefano Zito, che precisa:
“Sono disponibili 6 milioni 400 mila euro per i servizi ai disabili, ma le ex Province non hanno fornito alla Regione i dati relativi all’ammontare delle somme necessarie ad attivarli. Se solo uno dei Liberi consorzi non provvede a comunicarli, si blocca tutto. Gli uffici facciano presto”.
E’ noto che con una legge che ha recepito la fallimentare legge nazionale sulle Province, che porta il nome dell’ex Ministro Graziano Delrio, la Regione siciliana ha solo cambiato il nome alle ex province, che sono rimaste le stesse, ma che si chiamano Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e finti Liberi Consorzi di Comuni di Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa.
Per la cronaca, i Liberi Consorzi sono previsti dall’articolo 15 dello Statuto: dovrebbero essere i Comuni che, liberamente, una volta abolite Province e Prefetture, danno vita a nuovi organismi intermedi tra Regione e Comuni.
Nella passata legislatura il Governo di centrosinistra e la maggioranza – di centrosinistra – che lo sosteneva sono riusciti, contemporaneamente, a calpestare l’articolo 15 dello Statuto, ad approvare una riforma-farsa (visto che le ex Province hanno cambiato solo il nome, ma sono sempre le stesse) e a portarle sull’orlo del fallimento.
Il risultato sono le strade provinciali abbandonate, mentre non si capisce chi dovrebbe occuparsi della manutenzione degli edifici scolastici. E adesso i sono problemi anche per gli studenti disabili.
Sugli studenti disabili il parlamentare Stefano Zito rivolge un appello ai commissari delle ex Province per sbloccare i servizi per i disabili, ancora al palo:
“È tutto pronto – dice il deputato grillino – ho appreso dal Ragioniere generale Bologna (Giovanni Bologna, Ragioniere generale della Regione siciliana ndr) che appena arrivano i dati dai Liberi Consorzi i servizi verranno immediatamente attivati. Affinché le somme siano trasferite alle ex Province, le medesime e l’ufficio scolastico regionale devono infatti comunicare alla Regione il dati sul loro fabbisogno. Se anche un solo dato venisse a mancare si bloccherebbe tutto”.
“Certo – prosegue – la Regione se l’è presa veramente comoda. La delibera di Giunta è stata fatta solo il 28 agosto. Probabilmente nessuno gli ha fatto sapere che le scuole avrebbero aperto i cancelli i primi di settembre”.
Le responsabilità maggiori di quanto sta avvenendo sulla pelle degli studenti disabili sono del Governo regionale di Nello Musumeci, che nemmeno su questo fronte è un esempio di efficienza.
“Quanto avvenuto, e gli eventi ‘scoperti’ col nostro interessamento – aggiunge il deputato regionale del M5S Giorgio Pasqua – mostrano ancora una volta che a guidare l’attività del governo regionale è il criterio dell’approssimazione. Gli studenti disabili non possono attendere ancora, va loro garantito il diritto allo studio”.
Aggiunge Paolo Amenta: “Il Governo nazionale deve decidere cosa fare delle ex Province. E’ chiaro a tutti che la legge Delrio non funziona. Va cambiata. Alla Camera e al Senato l’attuale Governo nazionale ha i voti per cambiare questa legge. Un Governo che si dice del cambiamento non può ignorare i problemi delle Province”.
Sempre sulle Province intervengono anche i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle, Valentina Palmeri e Salvatore Siracusa, che in un’interrogazione al Governo chiedono “quali misure intende mettere in campo per scongiurare la dichiarazione di dissesto delle ex Province”.
Sempre per la cronaca, se entro il 31 ottobre sette ex Province siciliane non riusciranno ad approvare i bilanci faranno la fine dell’ex Provincia di Catania e dell’ex Provincia di Siracusa che hanno già dichiarato il defalult.
Nel comunicato Valentina Palmeri e Salvatore Siracusa raccontano di “strade provinciali colabrodo”, mancanza di interventi “di manutenzione ordinaria e straordinaria”, i già citati problemi “per il trasporto degli studenti siciliani, in particolare per i disabili”. E, ancora, “scuole poco sicure spesso senza riscaldamenti e nella stragrande maggioranza dei casi prive di misure antisismiche. Tutti servizi di competenza delle ex Province – sottolineano i due parlamentari – oggi Liberi consorzi per via della riforma varata quattro anni fa dal governo Crocetta e poi bocciata dalla Consulta, oggi retti da commissari straordinari e a rischio default”.
“Il caos normativo creato dal PD – dicono sempre i due deputati regionali – che ha generato una riforma monca, unito alla situazione economica degli enti non consente di erogare servizi essenziali ai cittadini. Dopo la bocciatura da parte della Consulta della norma sull’elezione diretta degli organi delle Province, votata lo scorso anno dall’Ars, ad oggi i Liberi Consorzi sono retti da commissari straordinari e versano in condizioni economiche disastrose e rischiano il dissesto, mentre l’ex Provincia di Siracusa e la città metropolitana di Catania hanno già dichiarato il default”.
“Considerato che la vicenda è nota – si legge sempre nel comunicato di dei parlamentari Valentina Palmeri e Salvatore Siracusa – ci chiediamo come mai il Governo regionale ed il presidente della Regione non abbiano ritenuto opportuno informare tempestivamente l’Assemblea regionale siciliana per indicare quali e quante risorse finanziarie intendono stanziare per consentire agli Enti di redigere e chiudere in pareggio il bilancio pluriennale 2018/2020, dal momento che senza questi documenti contabili i Liberi Consorzi non solo non potranno utilizzare i fondi nazionali per investimenti per la viabilità e quelli regionali per l’edilizia scolastica, compresi 30 milioni di euro stanziati dalla Regione per investimenti, ma cosa ancor più grave rischiano il dissesto”.
“Occorre chiarezza – concludono i due parlamentari – vogliamo sapere qual è l’importo esatto, quantificato da ciascuna Provincia e proposto dall’ANCI al Governo regionale e ai dipartimenti competenti in vista delle variazioni di Bilancio, per scongiurare il fallimento degli enti”.
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