Proprio nelle ore in cui viene a galla una truffa di 5 milioni di euro nel settore dei fondi europei destinati all’agricoltura, ‘Terraeliberazione’ fa il punto della situazione sulla pesca in Sicilia e denuncia la presenza di comitati di affari che ‘pescano’ i fondi europei destinati al settore della pesca. Le altre magagne e le proposte per rilanciare il comparto. Il problema dei tonni che oggi invadono il Mediterraneo
da Mario Di Mauro
di TerraeLiberAzione
riceviamo e pubblichiamo
L’Arcipelago siciliano è al centro del Corridoio mediterraneo che collega l’Oceano Atlantico all’Oceano Indiano, sul quale scorre circa 1/3 del commercio e dell’informazione globali. La Sovranità sullo Spazio Aereo del Quadrante siciliano l’abbiamo stimata in 45.000 kmq. Per circa metà è costituita da acque territoriali: MARE. Un MARE “governato” da Millenni dalla “Legge del Mare”, in cui tutti si aiutano, elaborando vitali tradizioni produttive, scambi e reti di relazioni…e subendo conflitti e guerre che hanno infine quasi sempre danneggiato i popoli e i lavoratori del Nostro Mediterraneo.
In questa Alba tormentata del Secolo XXI stiamo vivendo un Tempo di transizione, di grandi Menzogne e di pericolosa confusione. Anche il “comparto della piccola pesca artigianale” – in Sicilia e altrove – rischia di restarne travolto. Niente è ancora “deciso”, è tutto nelle nostre mani: basta volerlo, ma servono: chiarezza strategica, veri luoghi di confronto e molta buona volontà.
E’ urgente l’istituzione di un vero “Tavolo Blu” della Regione siciliana (aperto al pluralismo delle marinerie dell’Arcipelago siciliano), che animi rapidamente – intanto – la semplificazione “a costo zero” delle “pratiche amministrative” e la diminuzione dei “costi” burocratici che gravano pesantemente sulla redditività delle Piccole e Medie Imprese del Mare siciliano, producendo danni all’intera economia siciliana, al Turismo, a tutti i consumatori del nostro pesce fresco e all’Identità stessa di una Sicilia che pare avviata a diventare una surreale Isola senza Mare.
E’ Tempo di ascoltarsi seriamente. Tutti. L’INSULARITA’ mediterranea è una RICCHEZZA, non un handicap! Non siamo “periferici”, siamo “centrali e cruciali”, nel Mondo! Una “strategia” prioritaria è lo sviluppo della cooperazione mediterranea, a partire dalla nostra antica sorella Tunisia, un Fronte mediterraneo che abbatta l’ipocrita Muro sull’Acqua costruito dai Poteri Forti nordici e “legittimato” dall’anti-Costituzionale delirio razzista che sta inquinando anche la società siciliana. Come Siciliani, privi di qualunque vera Sovranità, siamo ancora una volta OSTAGGI di Forze colonialiste. Punto.
CHE FARE?
1-Una “misura” prioritaria, come sostiene TerraeLiberAzione da decenni, è la DEFISCALIZZAZIONE dei carburanti per le imprese di pesca e per tutte le attività produttive siciliane. Il costo del carburante – gravato da accise & imposte tricolorate neocoloniali – è ormai un fattore economico che mette in pericolo la stessa “sopravvivenza produttiva” di una piccola pesca artigianale siciliana che pare purtroppo condannata, bene che vada, alla “folklorizzazione” e “museificazione”.
2-L’Emergenza sconosciuta, creata dalla super presenza di Tonni. I Poteri Forti dell’Industria ittica globale, con le loro NAVI-INDUSTRIA, hanno determinato un “mare-fabbrica” ormai “invaso” da una eccessiva presenza di TONNI i quali stanno “divorando” tutte le specie ittiche presenti nei nostri mari, provocando uno scarso “ripopolamento ittico naturale” di PESCE AZZURRO e altre specie ittiche. E’ questo il risultato di scellerate scelte strategiche che TerraeLiberAzione denuncia da un trentennio, fin dalla Difesa delle Antiche Tonnare, insieme al nostro compianto amico principe Bruno di Belmonte! E sia chiaro: i pescatori tradizionali sono i veri ambientalisti…certo non le NAVI-INDUSTRIA che operano da decenni anche nel Mediterraneo: tra false bandiere, “gabbie a mare” e Silenzio – forse complice – di certe lobby pseudo-ambientaliste.
Misura urgente: occorre aumentare e redistribuire le QUOTE TONNO a tutte le imbarcazioni in possesso di LICENZA DI PESCA e bloccare la tendenza al “MONOPOLIO” riservato a Grosse Imprese di Pesca. Sarebbe già qualcosa: un passo avanti verso la riapertura produttiva – in versione 4.0 – delle millenarie TONNARE SICILIANE, distrutte da uno Spettacolo coloniale che le ha “criminalizzate”. Gnanzù!
3-I Reati Ambientali aggravati e continuati: i Pescatori marittimi professionali e gli Armatori del settore Pesca subiscono gravi danni al Lavoro a causa dell’inquinamento marino provocato dalla quasi totale assenza di collettori fognari in diversi territori e dal criminale smaltimento di rifiuti tossici a mare. (…). I Pescatori Professionali siciliani sono da millenni i primi veri amanti del nostro Mare, sono i primi difensori delle risorse ittiche, sono le prime vere Guardie Ambientali e spesso hanno idee e soluzioni che vanno oltre certi studi e ricerche spesso condizionati da “poteri forti”. Un esempio: va ripensata e rimodulata la tecnica di “Pesca a Strascico” considerando che la stessa, di concerto con gli armatori e pescatori, potrebbe rappresentare una nuova risorsa di sviluppo, favorendo dei progetti di raccolta rifiuti ingombranti, plastiche ecc. che stanno devastando i nostri fondali marini. Chi, meglio dei Pescatori, con le dovute “macchine e attrezzature”?.
4-La Pesca abusiva o pseudo sportiva: ai frequenti “controlli” per i Pescatori Marittimi Professionali non fa seguito una analoga attenzione nei confronti della Pesca abusiva che di fatto effettua concorrenza sleale a danno delle Piccole e Medie Imprese. Non ci sfugge che la crisi economica sta spingendo sempre più persone ad esercitare la pesca senza autorizzazioni (visto che viene svolta non come attività sportiva, ma come un vero e proprio lavoro), in assenza di regole chiare, innescando quindi di fatto problemi serissimi da un punto di vista sociale ed economico.
5-L’Accesso al Credito. Rendere più accessibili i mercati finanziari e creditizi per garantire un reale sostegno alle Piccole e medie Imprese del settore Pesca. Al di là e/o ad integrazione del FEAMP, individuare nuove formule di sostegno e garanzia per facilitare le procedure di credito acquisto attrezzature e/o barche da pesca, spese di avviamento, liquidità; individuare istituti bancari per convezione e agevolazioni burocratiche. In verità serve una vera una BANCA di SVILUPPO dell’economia siciliana nel mediocredito e nell’emissione garantita di una MONETA SOCIALE regionale complementare.
6- Basta REPRESSIONE! Ci dicono nei Porti siciliani che è urgente una “Revisione radicale del Sistema Sanzionatorio e la modifica della Legge D. 154/2016: non si possono tollerare dalle Piccole e Medie Imprese multe fino a 150.000 euro introdotte con la Legge 154 che inizialmente doveva contenere “norme per lo sviluppo” che si risolvono in un cinico e ipocrita regolamento repressivo, penalizzante e punitivo.
7- Ci dicono nei Porti siciliani che da gennaio 2019 entrerà in pieno vigore una norma che prescrive anche ai dipendenti delle piccole imprese di pesca la titolarità di un conto corrente bancario al quale gli armatori dovranno inviare ogni mese il bonifico dello stipendio. Questa norma – che peraltro, in generale, è sacrosanta! – sottovaluta una specifica Realtà. Il risultato sarà il disarmo e la rottamazione di almeno mezza flotta peschereccia siciliana. Al di là delle buone intenzioni, nella Realtà della Piccola pesca artigianale, molti pescatori lavorano con “contratto alla parte” (cioè se pescano guadagnano, se non prendono niente accumulano spese: costi del carburante, delle esche ecc.). Va trovata una soluzione ragionevole, che non destabilizzi l’impianto di una norma generale sacrosanta.
8- Il F.E.A.M.P. cioè il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP). Si tratta di soldi nostri, delle nostre tasse, sia chiaro: non è un regalo di “Bruxelles”!. Apprezziamo- nella sua applicazione regionale- le recenti timide misure del FEAMP che promuovono realmente investimenti finalizzati alla valorizzazione dei prodotti della pesca, in particolare “consentendo” (?!) ai pescatori di provvedere alla trasformazione, alla commercializzazione e alla vendita diretta del proprio pescato: ma si tratta di poca cosa, se non viene implementata seriamente…
Non possiamo non rilevare con ironia la loro sostanziale parificazione all’itti-acquacoltura di montagna, come se l’Arcipelago siciliano non avesse oltre mille kilometri di litorali e una Tradizione plurimillenaria nel mondo della pesca. Siamo l’Isola senza Mare? Ci manca solo la misura FEAMP per il ripopolamento degli acquari di casa! E perché no, estendiamola anche alle vasche e “bonze” varie che popolano i tetti di “centomila case” dell’ISOLA senza Acqua Corrente in decine di Comuni!
L’autolesionismo della sicilietta italienata è senza fondo! Con tutto il rispetto, ma in questa fase cruciale i limitati FONDI FEAMP destinati allo sviluppo e promozione del “PESCATO” dovranno essere assegnati solo ed esclusivamente alle Imprese di Pesca e/o Organizzazioni VERE delle Imprese di Pesca e/o Associazioni VERE di PESCATORI PROFESSIONALI e non ai soliti “progettisti” e/o Comitati d’Affari che nascono proprio per andare a PESCA di Finanziamenti Europei (soldi nostri, delle nostre tasse, sia chiaro: non è un regalo!) i quali ottengono un fiume di danaro sulla base di sole carte e fatture, o poco più: una sagra, un festino, in attesa di quattro pesci buttati “a ripopolamento” in un laghetto-magari artificiale- di montagna!.
9- PORTO di CATANIA. (…) Ne difendiamo la vocazione commerciale e di piccola pesca artigianale. La “crocieristica” è un gradito surplus. Tutto si può fare, a partire dall’abbattimento totale delle barriere che separano la Città dal WaterFront. I pescatori catanesi devono e possono essere soggetto attivo della Rinascita del Porto di Catania. Una “strategia” prioritaria è lo sviluppo della cooperazione mediterranea, a partire dalla nostra antica sorella Tunisia, un Fronte mediterraneo che abbatta l’ipocrita Muro sull’Acqua costruito dai Poteri Forti nordici e “legittimato” dall’anti-Costituzionale delirio razzista che sta inquinando anche la società siciliana. Come Siciliani, privi di qualunque vera Sovranità, siamo ancora una volta OSTAGGI di Forze colonialiste. Punto.
Si può FARE!
Foto tratta da himeraweb.it
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