Invece di approfondire i temi legati allo Statuto – che non è fatto solo di questioni finanziarie – il presidente Nello Musumeci e il suo fido scudiero, assessore Gaetano Armao volano a Roma. Il solito ‘viaggio della speranza’ a caccia di qualche soldarello in più. Fino a quando la Sicilia sarà gestita da questi personaggi non ci sarà speranza per un futuro migliore
Dopo 10 mesi di esercizio di funzioni presidenziali da parte di Nullo-Nello Musumeci è corretto affermare che per lui, per il suo governo e per la sua inesistente maggioranza l’attuazione dello Statuto resta circoscritta alla revisione delle norme di attuazione dello stesso Statuto in materia finanziaria? Che in questo, come in tante altre cose, ha mentito agli elettori, ai quali aveva promesso la piena attuazione dello Statuto? Direi proprio di sì.
Però, di fronte a certe sue affermazioni, si resta proprio di sasso.
Musumeci non sa un accidenti né dello Statuto, né dei suoi procedimenti attuativi. Le sue dichiarazioni in materia di definizione delle norme di attuazione se, invece di essere rese ad un giornalista più ignorante di lui che non ha fatto un plissé di fronte a quelle castronerie, le avesse date agli esami di Diritto regionale, materia che un Presidente regionale deve conoscere perfettamente, avrebbero generato una reazione scomposta del professore e la sua cacciata dalla aula d’esami.
Musumeci non sa che ci sono articoli dello Statuto che, a distanza di oltre 70 anni, non sono stati attuati, e non si tratta di articoli secondari. Sono il cuore dell’Autonomia che non è fatta solo con la finanza, come oggi ci vogliono fare credere. E’ fatta di poteri veri, di competenze fondamentali, di certezze giuridiche nelle scelte politiche ed economiche. In una parola, in poteri che concorrono alla formazione e alla qualificazione della figura del Presidente della Regione, del suo Governo e del Parlamento regionale.
I poteri di polizia, le funzioni di rappresentante in Sicilia del Governo centrale e la titolarità in Sicilia degli uffici e degli organi statali, in virtù di una delega statutaria, l’istruzione elementare, per parlare dei più importanti, di quelli che cambierebbero in meglio la vita e i destini della Sicilia, ponendo subito fine al cancro storico dell’ascarismo.
Invece che fanno Musumeci e il suo fido scudiero Gaetano Armao? Viaggi della speranza. Vanno a Roma (ricordate Davide Faraone? – lo dico per rispetto della par condicio: “Roma ci aiuterà”. Sono uno peggio dell’altro) a piatire, supplicare, implorare qualche soldarello in più, come se qualche soldo in più, senza un disegno strategico, senza la capacità e la volontà di lavorare per il bene comune, fosse di per sé sufficiente a rendere l’amministrazione regionale efficace ed efficiente, a togliere la monnezza dalle strade, a creare occupazione; in una parola, a rendere la Sicilia un posto migliore per tutti.
Foto tratta da anni60news.com