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Dal Comune di Palermo lo ‘sfratto’ a 170 cani: appello su change.org per bloccarlo

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In una città dove l’assistenza ‘viaggia’ con due pesi e due misure non c’è da stupirsi che 170 cani – che evidentemente non sono ‘raccomandati’ – possano essere ‘sfrattati’ dal Comune di Palermo. L’appello per evitare che i 170 cani vengano trasformati in randagi per poi essere ‘accalappiati’ dallo stesso Comune… 

“A Palermo una volontaria, Francesca, si prende cura ogni giorno di 170 cani in un rifugio che sorge su terreno comunale. Con la sua opera Francesca non solo tutela questi animali, ma evita il diffondersi del randagismo, o che si verifichino maltrattamenti. Il Comune ha deciso di dare lo sfratto al rifugio. Dove andranno questi cani? Firma questo appello per chiedere al Sindaco di Palermo di ripensarci e trovare una soluzione”.

Si apre così l’appello lanciato su change.org: un appello lanciato al sindaco della città, Leoluca Orlando:

“Salviamo il rifugio di 170 cani a Palermo!”.

“Nel nostro Paese – si legge nell’appello – la tutela degli animali e la lotta al randagismo sono principi fondamentali sanciti sin dal 1991, anno in cui è stata emanata la legge quadro 14 agosto 1991, n. 281, che enuncia il principio generale secondo il quale ‘lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali d’affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente'”.

“Fra i compiti e i doveri dei Comuni, e quindi nella fattispecie istituzionale, del Sindaco – si legge ancora nell’appello – rientrano:

l’attuazione di piani di controllo delle nascite di cani e di gatti;
il risanamento dei canili comunali e costruzione di rifugi per cani;
gestione dei canili e gattili direttamente o tramite convenzioni con associazioni animaliste e zoofile o con soggetti privati”.

“Su tali presupposti legislativi – prosegue l’appello – si chiede al sindaco di Palermo, Sig. Leoluca Orlando:

la messa in sicurezza e il risanamento del rifugio di Palermo, attualmente gestito dalla Sig.ra Francesca Cognato, che sorge sul terreno di cui il Comune di Palermo detiene il titolo di comproprietà. Ove tale messa in opera non trovasse il suo ambito attuativo, stante la mancata concessione del nulla osta da parte degli altri comproprietari, si chiede che il Comune di Palermo, in qualità di ente istituzionale responsabile della fauna presente sul territorio, conceda i tempi tecnici necessari per la costituzione in essere di altra idonea sistemazione dei cani ospitati presso tale rifugio, rendendo nullo lo sfratto imminente”.

Foto tratta da frasicelebri.it

P.s.

Che succederà se lo sfratto dovesse diventare operativo? Verosimilmente Palermo avrebbe 170 nuovi cani randagi. Che lo stesso Comune dovrebbe provvedere a catturare… 

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