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I rimborsi della Lega: ricordiamoci che Salvini è il signor nessuno/ MATTINALE 125

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Il leader della Lega, Salvini, di fronte alla sentenza che condanna il suo partito al pagamento di 49 milioni di euro si dice tranquillo. Dice che il popolo italiano è con lui. Gli italiani sono quasi 60 milioni. I suoi elettori sono stati 5.600.000. Raddoppieranno? Arriverà a poco più di 11 milioni di elettori. Gli altri 50 milioni manco se lo filano

Rashomon è un film del 1950 diretto da Akira Kurosawa.

Il film è una imponente parabola sul relativismo e sulle mille sfaccettature della verità. Ecco, in breve, la trama.

In una giornata di pioggia incessante, un boscaiolo, un monaco e un passante si fermano a parlare di un fatto increscioso avvenuto qualche tempo prima.
Si tratta dell’uccisione di un samurai, avvenuta per mano di un brigante che avrebbe anche abusato della moglie di lui. La storia viene raccontata da quattro testimoni, le versioni sono contrastanti e non si capisce bene quale sia la verità.

Una bella storia, un apologo intrigante.

Fino a quando il relativismo è applicato ad una creazione della fantasia tutto va bene, tutto è accettabile. Ma quando il relativismo viene applicato ad un fatto realmente accaduto ieri in Italia la cosa è allarmante.

Sto parlando della posizione assunta dai giornali di collocazione destrorsa sulla pronuncia del Tribunale del riesame nel merito dei rimborsi elettorali della Lega. Va precisato che non è ovviamente in discussione la circostanza che la sentenza sia stata pronunziata, quanto tutto l’antefatto, il contorno e i dintorni.

Per Il Giornale, Bossi e Belsito, all’epoca rispettivamente segretario e tesoriere della Lega Nord, non fecero sparire 49 milioni di euro di rimborsi elettorali, che sparirono da soli. In subordine, quei soldi non sono frutto di un truffa sui rimborsi. In sub-subordine, ne devono rispondere Bossi e Belsito e non certo gli attuali responsabili del partito (ossia Matteo Salvini), partito che, tra l’altro, ha cambiato nome da “Lega Nord” a “Lega e basta”.

In sub-sub-subordine i soldi di cui la Lega e basta dispone oggi sono puliti e non debbono essere sequestrati dalla magistratura.

In sub-sub-sub-subordine non si può con un provvedimento ad orologeria tarpare le ali ad un movimento politico, la Lega e basta, e al suo leader, che vanno a gonfie vele e che accumulano consensi su consensi.

Un bauscia nordico incolto e semianalfabeta, ovvero l’elettore tipico della Lega e basta, che legge o si fa leggere Il Giornale, si fa un’opinione precisa: esattamente quella che vogliono Il Giornale, il suo direttore e l’estensore dell’articolo, acriticamente, bovinamente. E questo è grave, perché nessuna, dico nessuna, delle argomentazione sostenute dall’articolista, tale Farina, stanno in piedi alla luce del diritto.

Ma non è questo lo scopo del giornalista. Quello che si vuole sostenere è che di fronte a fatti e circostanze particolari il diritto deve cedere il posto al ”buon senso”. Quale potrebbe essere il buon senso lo lasciamo decidere agli elettori della Lega.

Salvini, di fronte a questa sentenza, si è detto tranquillo. Lui ha dalla sua il popolo italiano, sostiene. Il popolo italiano, niente meno. C’è un particolare che sfugge al trucido. Gli italiani sono 60 milioni. I suoi elettori sono stati 5.600.000. Ammettiamo che i sondaggi siano veritieri e che la Lega in una ipotetica tornata elettorale raddoppi i consensi. Saremmo a poco più di 11 milioni di elettori. Gli altri 50 milioni manco se lo filano.

Ricordiamocelo. Salvini è poco più che un signor nessuno.

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