Visto che il 90% delle iniziative dell’attuale Governo regionale riguarda Catania e dintorni (l’ultima è un bell’appalto da 120 milioni di euro in una ‘scognita’ strada di Licodia Eubea), perché non trasferire la presidenza della Regione siciliana nel Castello Ursino, o, al limite, a Palazzo Biscari? Si eviterebbero gli scomodi e continui viaggi dei tre padroni della Sicilia…
Un turbo-comunicato stampa della presidenza della Regione siciliana annuncia l’ennesima iniziativa del Governo di Nello Musumeci in favore di Catania e dintorni. Dobbiamo essere felici (per Catania e dintorni, s’intende): mentre in Sicilia le strade e le autostrade franano, i ponti crollano, i lavori in corso rimangono tali a vita, l’accoppiata catanese Musumeci-Marco Falcone dà il via libera al progetto per la strada statale 683 Licodia Eubea-Libertinia.
Libertinia, non libertina, non cominciate a pensar male: il presidente Musumeci e l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, non sono tipi di altre cose… No, non c’entrano nulla con i Casanova di Forza Italia: qui si parla di appalti, non di alcove.
Per la precisione, parliamo di 120 milioni di euro, “secondo stralcio di un più ampio intervento di realizzazione che riguarda l’intero asse viario che collega la Catania-Ragusa con la Gela-Catania e arriva sino alla Catania-Palermo”.
Catania, Catania e ancora Catania. Leggete cosa dichiara il catanese di Militello in Val di Catania, Musumeci:
“Interveniamo su un’altra via di snodo strategica per far sì che l’intera Isola possa dotarsi di infrastrutture di interscambio sicure e veloci fra i centri minori, fondamentali per la crescita del territorio”.
Veramente “l’intera Isola”, come la chiama il presidente della Regione, in materia di autostrade e strade è messa malissimo: tanto che lo stesso Musumeci vuole sbolognare le autostrade Palermo-Messina, Messina-Catania e quello che resta della Siracusa-Gela all’ANAS.
E non parliamo delle strade a scorrimento veloce che cadono a pezzi. O degli appalti eterni sulla Palermo-Agrigento o sulla Caltanissetta-Agrigento. O della riapertura del collegamento, via treno, tra Palermo e l’aeroporto ‘Falcone-Borsellino’, già Punta Rais: una riapertura che sta avvenendo – ammesso che si materializzi per davvero – non per volontà ‘appaltizia’ o politica, ma per la legge della caduta dei gravi…
In quest’atmosfera di sfascio generale l’accoppiata catanese Musumeci-Falcone è riuscita a portare a Catania un altro appaltino da 120 milioni di euro. “Mica male!”, dice quella che pubblicizza gli hotel a 5 stelle a basso prezzo.
“Già nel mese di ottobre – annuncia scodinzolante Marco Falcone – la gara d’appalto per la messa in opera di questo grande asse viario dovrebbe essere bandita”.
“Bandita”: come per la strada “Libertinia”, salvata da una “i”, anche in questo caso una vocale – la “a” finale al posto di una molto più centrata “i” – salva Musumeci e Falcone dalle insidie della realtà…
A questo punto, però, vogliamo presentare un’interrogazione extra-parlamentare:
considerato che l’asse, pardon, l’assessore Falcone, da buon assessore alle Infrastrutture catanesi, si porta a Catania l’appaltino-libertinio;
rilevato che l’assessore alla Salute (alla sua salute e a quella di Catania), Ruggero Razza, si è già sistemato un paio di ospedaletti all’ombra dell’Etna ululante;
accertato che il presidente Musumeci – che, di suo, ha già abbondantemente catanesizzato Palazzo d’Orleans, sede del Governo siciliano – continua a ‘benedire’ la catanesizzazione della Regione siciliana (molto meglio di quanto fatto da Raffaele Lombardo);
si interroga il Governo, nelle persone di Musumeci, Falcone e Razza per sapere:
se è vero che contano di trasferire la sede del Governo regionale nel Castello Ursino o, al limite, anche a Palazzo Biscari, per evitare faticose e onerose trasferte da Catania a Palermo (anche in considerazione del fatto che l’autostrada Palermo-Catania tornerà ‘cristiana’ nel 2035);
se è vero che la sede dell’assessorato alla Salute-Sanità sarà direttamente trasferita all’ospedale ‘Cannizzaro’ di Catania per realizzare un perfetto ‘friggi & mangia’ sanitario alla catanese, tra antibiotici e mascolini della maglia;
se è vero che l’assessore Falcone avrebbe intenzione di trasferire la sede dell’assessorato regionale alle Infrastrutture nel treno della Circumetnea, motivando tale scelta col fatto che anche lì è arrivata un’altra caterva di denaro pubblico per proseguire l’opera infinita dove il sole non tramonta mai.
L’interrogazione ha carattere di urgenza e richiesta di risposta scritta (magari con un altro turbo-comunicato stampa che annunci la definitiva catanesizzazione della Regione siciliana…).