Mentre in Cina le Partecipazioni Statali controllano l’economia, in Italia una sinistra post comunista fallimentare difende la gestione privata delle autostrade (sono stati i primi a dire, dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, che il contratto con i Benetton non si può rescindere). E si oppone alle nazionalizzazioni. E il ‘proletariato’? Nulla a che vedere con il PD…
Qualche giorno fa abbiamo ascoltato, su Radio Radicale, l’audizione del Ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, alle Commissioni Ambiente di Camera e Senato. Tema: il crollo del Ponte Morandi di Genova. Non è questa la sede per una fedele cronaca di quanto è stato detto dal Ministro e dai parlamentari intervenuti al dibattito. Qui proponiamo ai nostri lettori solo alcune considerazioni.
Il primo dato che salta agli occhi, in questa storia, è il ruolo della cosiddetta ‘sinistra’. Allora – quando inizia la vicenda privatizzazioni, e cioè nel 1999 – la sinistra allora al governo dell’italia era rappresentata dagli eredi del PCI e da un ‘pezzo’ scissionista di Rifondazione comunista che appoggiava l’esecutivo di Massimo D’Alema.
Il 1999 è un anno importante: perché è allora – come già accennato – che inizia la stagione delle privatizzazioni di servizi – in alcuni casi diventati essenziali – che fino ad allora erano stati gestiti dallo Stato. Qui dobbiamo fare una precisazione. Intanto abbiamo il dovere di ricordare che le Partecipazioni Statali italiane, fino al 1992, erano un esempio nel mondo.
Parliamo, soprattutto, di IRI ed ENI. Erano così efficienti che Francia e Germania non vedevano l’ora che venissero smantellate: con molta probabilità, Tangentopoli servì anche a questo.
Nel 1999, quando si avvia la privatizzazione delle autostrade italiane – che facevano capo all’IRI – era già cominciato il declino delle Partecipazioni Statali italiane. Anche perché il centrodestra di Berlusconi da una parte e il centrosinistra di Prodi e del PD dall’altra parte, già dopo meno di un decennio, non avevano mostrato, nella gestione delle Partecipazioni Statali, quel senso dello Stato che i partiti della cosiddetta Prima Repubblica avevano invece sempre mantenuto.
Del resto, se nel 1992, approfittando di Tangentopoli, la volontà di Francia e Germania era quella di smantellare le Partecipazioni Statali italiane, ebbene, un motivo ci deve essere stato: e il motivo era – lo ribadiamo – che funzionavano troppo bene, soprattutto nel realizzare grandi opere in Italia e nel mondo.
Nel 1999 – come ha ricordato lo stesso Ministro Toninelli – nonostante la pessima gestione post Tangentopoli, gli investimenti sostenuti dallo Stato italiano per le autostrade erano stati ammortizzati.
Che significa questo? Semplice: che, proprio a partire dal 1999, i pedaggi, per gli automobilisti (soprattutto per gli italiani che, con le proprie tasse, avevano pagato la realizzazione delle autostrade) avrebbero dovuto essere ridotti.
Invece arriva il Governo di Massimo D’Alema, ovvero la ‘sinistra’ italiana post comunista, e fa l’esatto contrario: privatizza la gestione delle autostrade, favorisce i privati e penalizza i cittadini i quali si troveranno, via via, a pagare pedaggi sempre più ‘salati’.
Oggi, dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, D’Alema si arrampica sugli specchi. Non gli piace che si ricordino gli atti del suo Governo.
Ma i fatti sono lì: la ‘sinistra’ italiana post comunista, che avrebbe dovuto tutelare la gestione pubblica – la ‘sinistra post comunista che negli anni ’80 aveva combattuto il PSI di Bettino Craxi, considerato troppo ‘a destra’ – la sinistra post comunista, dicevamo, con Massimo D’Alema a Palazzo Chigi – sede del Governo italiano – privatizza le autostrade e penalizza i cittadini.
L’ha fatto nel nome del ‘proletariato’? A questa domanda dovrebbe rispondere – sempre che ne abbia la voglia e il coraggio di farlo – chi ha militato nel PCI di Enrico Berlinguer e, oggi, vota PD.
La vicenda delle autostrade privatizzate torna in Parlamento altre due volte: nel 2007, ancora con un Governo di centrosinistra (Governo Prodi), e nel 2009 con un Governo di centrodestra (Governo Berlusconi).
Attenzione: dopo il Governo D’Alema (1999) si contano ben otto Governi: il Governo Amato (2000-2001), poi il Governo Berlusconi (2001-2006), poi il Governo Prodi (2006-2008) e poi ancora il Governo Berlusconi (2008-2011). Quindi il Governo Monti, poi il Governo Letta, poi il Governo Renzi e il Governo Gentiloni.
Ebbene, nessuno di questi Governi ha mai messo in discussione i privati che controllano le autostrade italiane (la famiglia Benetton nel caso del Ponte Morandi di Genova).
Ebbene, a sentir parlare gli esponenti del centrosinistra (soprattutto del PD) e gli esponenti di centrodestra (soprattutto di Forza Italia), è come se il responsabile di tutto quello che è successo a Genova il 14 agosto scorso fosse l’attuale Governo: un Governo – lo ricordiamo – che, al momento del crollo del Ponte Morandi era in carica da poco più di due mesi!
Agli esponenti del centrosinistra e del centrodestra la relazione del Ministro Toninelli non è piaciuta. Ed è anche logico: perché, con i ‘numeri’ alla mano (CHE POTETE LEGGERE IN QUESTO ARTICOLO), il Ministro ha dimostrato che, dal 1999 ad oggi, i pedaggi, nelle autostrade italiane privatizzate, invece di riduzioni, hanno subito continui aumenti.
I privati, in questi anni, hanno guadagnato una barca di soldi, riducendo gli investimenti nella manutenzione nelle stesse autostrade.
E cosa hanno fatto i dirigenti del PDS, poi DS, oggi PD davanti a questa ingiustizia? Che ne è stato del partito dei lavoratori? Quali sono, oggi i ‘valori’ della sinistra Italiana di estrazione post comunista e, di conseguenza, anche dei pochi socialisti che hanno aderito al Partito Democratico? (gli ex democristiani della sinistra DC che hanno aderito al PD sono, invece, in linea con i loro ‘valori’ di sempre…).
Forse i ‘valori’ della sinistra italiana post comunista attuale stanno in quanto scritto da alcuni giornali di ‘area progressista’ poche ore dopo il crollo del Ponte Morandi, quando ancora si contavano i morti?
“Il contratto non si può rescindere perché sennò lo Stato deve pagare 20 miliardi di euro”.
Ecco finalmente i ‘valori’ della sinistra italiana post comunista: come si usa dire dalle nostre parti, prima ‘i picciuli, di l’autri cosi poi sinni parra…
I picciuli, ‘a munita: il denaro al primo posto, prima della stessa vita delle persone.
Altra domanda: secondo voi queste concessioni così generose – ovvero la possibilità di aumentare gli utili, riducendo i fondi per le manutenzioni delle autostrade – sono state concesse ai privati ‘gratuitamente’? Quindi i ‘capi’ di centrosinistra e centrodestra – perfettamente uguali davanti agli affari – hanno fatto tutto questo per il piacere di fare ingrassare i privati? Così i ‘capi’ del centrodestra e del centrosinistra – che dal 1999 ad oggi, tranne qualche piccola variazione sul tema, sono sempre gli stessi – hanno fatto tutto per filantropia?
Dopo che il Ministro Toninelli ha terminato la sua relazione, gli esponenti di centrodestra e centrosinistra, all’unisono, hanno detto che il passato è passato (per loro è stato un bel passato, ne siamo certi…) e che bisogna guardare al futuro. Hanno accusato il Ministro di non aver detto e fatto nulla per Genova, sciorinando parole come “vergognoso” e altro ancora.
Dimenticando che, 24 ore dopo il crollo, il premier Giuseppe Conte ha stanziato, subito, 28 milioni di euro. Soldi veri e visibili, non i fondi raccolti con appelli strappalacrime lanciati in Tv dopo il terremoto che ha colpito il Centro Italia ai tempi del Governo Renzi: soldi versati dai cittadini italiani ma, chissà perché, non ancora arrivati nei centri colpiti dal sisma.
Gli esponenti della vecchia politica hanno ribadito la propria contrarietà alla nazionalizzazioni delle autostrade. Che il centrodestra si contrario ci sta: in genere i conservatori sono contrari alla gestione pubblica, nel caso dell’Italia il centrodestra serve a Berlusconi per tutelare le proprie aziende e i suoi amici e sodali.
Ma si rimane ancora una volta stupiti nell’ascoltare e nel leggere le parole degli esponenti del centrosinistra, quasi tutti schierati a tutela della gestione privata delle autostrade (con l’eccezione di qualche esponente di Liberi e Uguali e di qualche isolato esponente del PD).
La domanda è: la sinistra non dovrebbe difendere la gestione pubblica? Per la sinistra post comunista italiana, no: prima vengono i privati!
E’ migliorata l’Italia con le privatizzazioni volute dalla sinistra post comunista? La risposta a questa domanda l’ha data il crollo del Ponte Morandi di Genova.
L’economia italiana è cresciuta dopo la privatizzazione di parti importanti delle Partecipazioni Statali? Sembrerebbe proprio di no!
In queste ore infuriano le polemiche sulla posizione espressa dal vice premier, Luigi Di Maio, che non vuole che il nuovo ponte di genova venga progettato e costruito dai privati.
Anche in questo, in difesa dei privati ci sono centrodestra e centrosinistra. Insomma, anche davanti ai morti gli affari sono affari. Del resto, il motivo conduttore – come abbiamo già ricordato – di questi due schieramenti politici è che la concessione delle autostrade non possono essere revocate perché sennò si pagherebbe la penale di 20 miliardi di euro: clausula, quasi un ferro dietro la porta, guarda caso voluto dalle vecchia politica…
In queste ore il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha siglato un accordo con la Cina. Accordo economico che coinvolge Fincantieri, SNAM e Cassa Depositi e Prestiti.
Già, la Cina. Il Paese che, oggi, opera con Partecipazioni Statali fortissime. Controllando banche e aziende. Le società cinesi sono quotate presso la Borsa di Shanghai, la quinta città più popolata del mondo. E sono capitalizzate dalle Partecipazioni Statali cinesi.
Insomma, quello che i ‘capi’ del PD e di Forza Italia non vogliono fare nel nostro Paese in Cina è la regola. Si sa: gli esponenti del PD e di Forza Italia, soprattutto nelle scelte economiche, sono molto più avanti della Cina…
Foto tratta da ilpost.it
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