In un post su Facebook, il responsabile del settore Formazione professionale della Sicilia per l’Unione Sindacale di Base (USB), Costantino Guzzo, annuncia che oggi Sandro Cardinale, esponente della Confederale dell’USB, chiederà essere ricevuto dal Presidente della Sezione Fallimentare e di potere interloquire con il Giudice Delegato che ha assegnato il fallimento dello IAL
Com’era prevedibile, sulla gestione del fallimento dello IAL – che, lo ricordiamo, è stato uno dei più grandi enti di Formazione professionale della Sicilia – è molto probabile che i riflettori verranno puntati sulla Sezione Fallimentare del Tribunale di Palermo.
Epilogo inevitabile, anche alla luce dei ‘siluri’ che un giorno sì e l’altro pure l’Unione Sindacale di Base (USB), attraverso il suo responsabile della Formazione professionale in Sicilia, Costantino Guzzo, tira alla CISL siciliana e alla stessa Curatela fallimentare (cioè al soggetto che è stato incaricato dalla Sezione Fallimentare del Tribunale di Palermo di gestire il fallimento della IAL) con post al vetriolo.
Ieri, sulla pagina Facebook di Costantino Guzzo abbiamo letto il seguente post:
“Domani mattina (oggi per chi legge ndr) Sandro Cardinale – USB Confederale Nazionale – si recherà alla Digos per chiedere l’autorizzazione al Presidio Lunedì 3 settembre alle ore 9:00 davanti l’ufficio della Curatela fallimentare dello IAL Sicilia. Inoltre la USB chiederà, oltre ad essere ricevuto in maniera ufficiale dal Presidente della Sezione Fallimentare, di potere interloquire con il Giudice Delegato che ha assegnato il fallimento dello IAL”.
Nel post che scritto che l’Unione Sindacale di Base “chiederà le dimissioni della Curatela fallimentare che gestisce questo fallimento”.
Non solo. L’organizzazione sindacale chiederà “che vengano distribuite agli ex lavoratori IAL, in maniera equa, le somme che il curatore ha accantonato ed il riconoscimento delle somme iniziali, visto che la USB è in possesso di molti documenti che dimostrano chiaramente che lo IAL CISL SICILIA successivamente IAL SICILIA non è fallito!”.