“A me la campagna non l’ha pagata Benetton e sono libero di rescindere questi contratti”. Così ha affermato il vice premier Luigi Di Maio. Che non ha fatto nomi. A lui ha replicato Matteo Renzi. Perché? Tre considerazioni su alcune inesattezze messe in giro a proposito della rescissione del contratto. Per la quale il Governo ha già avviato le procedure. Perché il centrosinistra ha posto il segreto di Stato su tale contratto?
Perché Matteo Renzi – che oggi non è più né segretario nazionale del PD, né capo del Governo italiano – ha replicato al vice premier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio?
La domanda non è oziosa. Proviamo a ricostruire quanto sta succedendo.
Sull’ANSA leggiamo la seguente dichiarazione di Di Maio:
“Nello Sblocca Italia nel 2015 fu inserita di notte una leggina che prolungava la concessione a Autostrade in barba a qualsiasi forma di concorrenza. Si è fatta per finanziare le campagne elettorali. A me la campagna non l’ha pagata Benetton e sono libero di rescindere questi contratti”.
In queste parole non c’è un’accusa circostanziata verso una persona.
A Di Maio – come leggiamo sempre in un lancio dell’ANSA – replica Renzi:
“Chi dice che il mio Governo ha preso i soldi da Benetton o Autostrade è tecnicamente parlando un bugiardo. Se lo dice per motivi politici invece è uno sciacallo. Chi ha sbagliato deve pagare. Dire: ‘Revochiamo la concessione’ fa aumentare i like, ma governare è più complicato”.
Facciamo un po’ di fatica a capire – lo ribadiamo – la replica di Renzi.
Qualcuno, sulla rete, ha messo in giro la voce che il Governo Conte-Di Maio-Salvini sull’annunciata revoca della concessione ai privati che gestiscono e autostrade, come si direbbe dalle nostre parti, se la sarebbero ‘rifardiata’, ovvero ci avrebbero ripensato. Da quello che leggiamo sempre sull’ANSA non sembrerebbe proprio:
“I venti miliardi di penale si devono pagare quando si straccia un contratto senza motivazione – dice Di Maio replicando a chi ha messo in giro la voce che la rescissione del contratto farebbe pagare allo Stato un sacco di soldi -. Qui non abbiamo avviato la procedura in maniera immotivata. Se la motivazione è giusta, e per ora ci sono quasi 40 morti, non credo che vadano pagate penali, anche perché farebbero incazzare ancora di più tutte le persone che in questo momento vogliono giustizia non solo a Genova ma in tutt’Italia”.
In questo passaggio il vice premier dice che la procedura per la rescissione del contratto è già stata avviata.
Ne conseguono tre considerazioni.
Prima considerazione: non è vero che la rescissione del contratto è una via impraticabile (lo stesso ex Ministro, Antonio Di Pietro, in Tv, ha detto che il contratto può essere rescisso, motivandone, appunto, la rescissione).
Seconda considerazione: non è vero che rescindendo il contratto bisognerebbe dare 20 miliardi di euro ai privati.
Terza considerazione: non è vero che il Governo Conte-Di Maio-Salvini non avrebbe più intenzione di rescindere il contratto: anzi Di Maio dice che le procedure per la rescissione sono state avviate.
Altra importante dichiarazione di Di Maio:
“Adesso desecretiamo i contratti delle concessioni autostradali. I cittadini non lo sanno, ma quei documenti sono secretati e anche noi facciamo fatica a conoscerli”.
A questo punto gli elettori italiani della sinistra si dovrebbero chiedere: perché la loro parte politica ha posto il segreto di Stato ad un contratto tra una società che fa capo allo stesso Stato – l’ANAS – e una società privata? I ‘valori’ della sinistra (quelli politici, s’intende, non quelli di altro tipo…) prevedono, in questi casi, il ricordo al segreto di Stato? E perché?
Ultima domanda: da quel poco che si capisce – ne sapremo di più quando il Governo toglierà l’assurdo segreto di Stato sul contratto relativo alla privatizzazione delle autostrade – ci sarebbero delle clausule non favorevoli a chi ha dato in concessione le autostrade ai privati. Ribadiamo: non sappiamo se ciò risponde al vero. ma se dovesse essere vero la domanda è: perché?
Foto tratta da today.it