Lunedì prossimo i lavoratori della Formazione professionale e degli ex Sportelli multifunzionali tornano a manifestare. Appuntamento a Palermo, la mattina del 30 luglio, in Piazza Indipendenza, di fronte la sede della Presidenza della Regione siciliana. Si attende, adesso, l’intervento del Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio
Da lunedì prossimo i lavoratori della Formazione professionale iscritti all’Unione Sindacale di Base (USB), a I lavoratori Liberi e all’associzione Gli Irriducibili della Formazione professionale torneranno in piazza. Appuntamento il 30 luglio in Piazza Indipendenza per uno “sciopero a oltranza”. Uno schiaffo al Governo regionale – e, in particolare, all’assessore al ramo, Roberto Lagalla, ai titolari degli enti formativi (ma quali enti formativi?) e, soprattutto, a cinque sigla sindacali – Cgil, Cisl, Uil, Snals e Ugl – che non si capisce quali e quanti lavoratori di questo settore rappresentano.
Eppure un Governo regionale – un Governo regionale degno di questo nome – prima di firmare accordi dovrebbe quanto meno informarsi su quali e, soprattutto, quanti lavoratori rappresentano i sindacalisti dalla firma facile.
La verità è che dopo l’accordo strombazzato a destra e a manca dall’assessore Lagalla (che, peraltro, si è ‘infilato’ anche nel settore delle politiche del lavoro sulle quali l’assessorato alla Formazione non ha alcuna voce in capitolo!) regna il caos.
Sulla pagina facebook di Adriana Vitale, ex sportellista da sempre in prima fila nella battaglia per riavere il lavoro leggiamo:
“Condividere a manetta perché nessuno possa dire di non sapere.
Premesso che il percorso romano è sempre in piedi, poiché lo riteniamo vincente e proprio in virtù di tale percorso abbiamo assistito ad una accelerazione di accordi che altrimenti avrebbero visto un parto più lungo e laborioso, come si suol dire ‘Scegliere il male minore’ in una ritrovata intesa per timore di perdere tutto. I lavoratori hanno deciso di scendere di nuovo in piazza ad oltranza il 30 luglio 2018”.
Appuntamento a Palermo, “in Piazza Indipendenza per chiedere l’immediato ripristino del fondo di garanzia come previsto dalla legge 24/76, chiedere garanzie per tutti i lavoratori vessati dalla più devastante macelleria sociale studiata a tavolino e per contrastare il nauseante uso della formazione come bancomat elettorale ed economico per taluni soggetti. Pertanto i lavoratori sono tutti invitati a partecipare per rendersi protagonisti del loro futuro”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Costantino Guzzo, responsabile dell’USB Formazione professionale:
“Ad una azione corrisponde una reazione, ed è quello che sta accadendo nel carosello della Formazione Professionale Siciliana. Dopo l’accordo firmato con molta soddisfazione da Cgil Cisl Uil Snals Ugl e l’assessore Lagalla, nel quale da una prima analisi evidenziamo una completa tutela ed autonomia degli Enti Datoriali e un avvio verso la creazione delle APL, in barba a tutto quello che si era concordato con l’assessore Lagalla, le scriventi OO.SS. e Associazioni, dove si era discusso sulla garanzia assoluta dei lavoratori storici al 31.12.2008, la non creazione delle APL se non solo dopo lo smaltimento dell’albo. A fronte di questo scenario, la USB, I COBAS, I LAVORATORI LIBERI, GLI IRRIDUCIBILI, da lunedì 30 luglio riprenderanno la mobilitazione, davanti la Presidenza della Regione.
È interessante il quadro che si è delineato nel giro di poco tempo con una accelerazione repentina, dopo che la USB, I LAVORATORI LIBERI e Gli IRRIDUCIBILI, hanno iniziato una interlocuzione diretta con il Ministro Di Maio, evidentemente vogliono mettere in sicurezza i loro interessi, ma LA FORMAZIONE PROFESSIONALE SICILIANA NON È UN BANCOMAT!”.
Durissima la nota che si legge nella pagina facebook de Gli Irriducibili della Formazione professionale:
“L’accordo a “salvaguardia dei lavoratori” si è rivelato un flop! Un minimo di rispetto per l’intelligenza dei lavoratori siciliani. Ma chi pensano di prendere in giro? Le tutele messe in campo sono esclusivamente per i gestori che riceveranno il 100% del finanziamento erogando, forse, il 60% delle spettanze contrattuali. E sono tutti felici e contenti per aver fregato per l’ennesima volta i lavoratori virtuali. Mesi e mesi di proclami e rassicurazioni sfociati nell’ennesimo inutile elenco e nei bandi farlocchi. Un appattamento di carte con cui è stato innalzato un castello debolissimo che crollerà al primo soffio. Altra replica di Avvisi naufragati miseramente”.
Sintetizzando, lo scenario è il seguente.
L’Avviso 8 – quello messo in campo dall’ex assessore Bruno Marziano – si è rivelato una presa in giro: forse i 136 milioni di euro di spesa prevista non sono mai esistiti e il vecchio Governo nazionale di centrosinistra chissà in quale altra Regione italiana li avrà spesi. Così, grazie anche a ricorsi doverosi, di questa sceneggiata non si parla più.
Resta in piedi il Bando a Catalogo messo in piedi dall’assessore Lagalla, solito governante che pensa di essere il più furbo di tutti: qui forse i soldi ci sono, ma ‘devono’ finire a certi enti che, ‘magicamente’, sono stati scelti, in tre ore di collegamento on line, da oltre 30 mila ragazzi…
Dopo quest’offesa all’intelligenza bisogna trovare il modo di finanziare gli enti ‘selezionati’ con la rete (?) dandogli modo di effettuare nuove assunzioni. Come? Dicendo che gli enti assumeranno i lavoratori disoccupati, ben sapendo che questo avverrà – se avverrà – solo in minima parte.
Ci sono anche le politiche del lavoro. Che il Governo di centrodestra di Nello Musumeci vuole privatizzare, eliminando la gestione pubblica in questo settore.
I lavoratori della Formazione e degli ex Sportelli multifunzionali, però, sono andati a Roma e sono stati ricevuti dal Ministro del Lavoro e vice premier, Luigi Di Maio, che si è impegnato ad aprire un tavolo in Sicilia.
Per anticipare il tavolo del Ministro Di Maio, Musumeci e Lagalla si sono inventati la farsa dell’accordo con gli enti formativi già ‘selezionati’ e con cinque organizzazioni sindacali che gli reggono il gioco: le già citate Cgil, Cisl, Uil, Snals e Ugl.
Lo strombazzamento dell’accordo è in parte riuscito, almeno mediaticamente. Ma Musumeci e Lagalla sono stati ‘sgamati’ e, adesso, la parola passerà ai lavoratori e al Ministro Di Maio.
Si ritorna al punto di partenza. Con un solo dato certo: l’accordo siglato da Lagalla, enti e Cgil, Cisl, Uil, Snals e Ugl è già fallito.
Rimane in piedi il tentativo – del quale è responsabile l’alta burocrazia del dipartimento regionale della Formazione che inventa certe ‘pastette’ – già denunciato da questo blog e ripreso da Gli Irriducibili: il tentativo di arraffare i soldi del costo standard, spenderne solo una parte sulla pelle dei lavoratori e fare ‘cassa’, probabilmente in combutta con la politica… (QUI IL NOSTRO ARTICOLO SU QUESTA POSSIBILE, ENNESIMA VERGOGNA).