Dopo l’approfondimento di un mese addietro, torniamo ad occuparci della discarica di Camastra, in provincia di Agrigento. Lo facciamo in occasione dell’avviso di conclusioni delle indagini della DDA di Palermo. In questa discarica finivano i rifiuti speciali di mezza Italia: possibile che il tecnici del dipartimento regionale Acque e Rifiuti non ne sapevano nulla?
Quasi un mese fa, in occasione di un’iniziativa della magistratura, abbiamo scritto un approfondimento sulla discarica di Camastra, in provincia di Agrigento. Oggi torniamo a parlare di questa discarica in seguito a una nuova iniziativa della magistratura: l’avviso di conclusioni delle indagini da parte della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Palermo. Tema: una montagna di rifiuti speciali che, per anni, sarebbe finita in questa discarica.
Sotto inchiesta sono una cinquantina di soggetti tra persone fisiche e società. Indagini svolte del procuratore aggiunto Marzia Sabella e dei pubblici ministeri Gery Ferrara e Francesco Gualtieri, insieme con il Nucleo di polizia tributaria di Agrigento. Disposto un sequestro di beni per oltre 2 milioni intestati ad alcuni degli indagati.
“L’avviso di chiusura dell’inchiesta, che precede la richiesta di rinvio a giudizio – leggiamo sul Giornale di Sicilia on line – riguarda oltre ai vertici della A&G Ambiente Donato D’Angelo, Salvatore Alaimo, Calogero Alaimo, Alfonso Bruno e Pasquale Di Silvestro, i titolari delle ditte locali che smaltivano abusivamente nella discarica come gli imprenditori Cultrera, Marco Campione, i vertici della impresa catanese Isea e una serie di società nazionali come Fincantieri, Raffineria di Gela e Rete ferroviaria italiana che scaricavano nel sito attraverso alcune ditte siciliane, pure finite sotto inchiesta”.
Come abbiamo raccontato nell’inchiesta che abbiamo pubblicato un mese addietro, in questa discarica dell’Agrigentino finivano – con la connivenza di siciliani – i rifiuti speciali di mezza Italia che nessuno voleva. Di fatto, per anni – e non sappiamo con esattezza quanti anni è andata avanti questa storia – la Sicilia è diventata la discarica di rifiuti speciali dell’Italia!
Ribadiamo quello che abbiamo scritto un mese addietro: la parola fine a questa vergogna antisiciliana non è stata messa dalla politica siciliana, ma dalla magistratura e dalle forze dell’ordine. Se fosse dipeso dalla politica, la Sicilia avrebbe continuato ad essere la discarica dei rifiuti speciali d’Italia. Questi sono i fatti.
Tante, oggi, le domande, che vanno al di là dell’indagine della magistratura.
La Regione siciliana, dai primi anni del 2000, si è dotata di un dipartimento che si occupa di acqua e rifiuti.
E’ credibile che chi ha lavorato in questo dipartimento regionale non ha mai saputo nulla dell’esistenza della discarica di Camastra?
Le indagini di magistratura e forze dell’ordine sono cominciate nel 2014 in seguito al via vai di camion che arrivavano in questo piccolo centro dell’Agrigentino da tutta l’Italia. Possibile che gli unici a non sapere nulla di questa storia erano i tecnici del dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione siciliana?
Ancora: in questa incredibile storia c’erano titolari di laboratori di analisi che certificavano il falso: in sostanza, certificavano che si trattava di rifiuti che potevano finire in discarica, ben sapendo che si trattava di rifiuti speciali.
Qualcuno ha calcolato che tipo di inquinamento è stato prodotto nell’ambiente?
Poiché tale discarica di rifiuti speciali, per anni, ha goduto del silenzio della politica – e poiché la politica che governa la Sicilia non è cambiata – siamo sicuri che quanto avvenuto è avvenuto solo a Camastra e non in altre parti della Sicilia?
Qui la nostra inchiesta sulla discarica di Camastra di un mese addietro:
Il mistero della discarica di Camastra (e i misteri dei rifiuti speciali in Sicilia)
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