Il caso di Giuseppe Mineo, giudice del CGA arrestato per corruzione, riporta in primo piano l’affidabilità di questo organismo. Fatto di nominati dalla politica…
E’ lecito chiedersi quanto siano affidabili le sentenze del Consiglio di Giustizia Amministrativa? Parrebbe di sì. Trattasi, infatti, di un organismo- equivalente al Consiglio di Stato- composto da giudici amministrativi designati dallo Stato e di componenti designati dalla Regione. Quale obiettività ci si può attendere da persone nominate dalla politica?
Sarà per questo che tante sentenze sono state a favore della classe governante e quasi mai a favore dei ricorrenti- cittadini? Mah.
Prendiamo, ad esempio, la famigerata sentenza sul Muos di Niscemi, l’impianto di comunicazione satellitare che la Marina USA ha piazzato nella base NRTF (Naval Radio Transmitter Facility) in provincia di Caltanissetta, dove già sono attive 47 antenne che, indisturbate, emanano da oltre un decennio potenti onde elettromagnetiche alle quali, ora, si aggiungono le parabole della nuova struttura.
Sappiamo che il TAR, Tribunale amministrativo di primo grado- dove i giudici non sono nominati dalla politica – aveva giudicato l’impianto abusivo. Ed espresso perplessità in merito allo studio sui rischi sanitari realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (altro organismo governativo).
Poi la bomba. Il CGA ribalta questa sentenza stabilendo che il Muos non è né abusivo, né dannoso per la salute. Vittoria per il Ministero della Difesa che si era opposto alla sentenza di primo grado. Polemiche furenti sollevate dal popolo No Muos e dai studiosi che ne fanno parte. Franco Busalacchi, editore di questo blog, non ha esitato, in quell’occasione, a definire il CGA come un vero e proprio commando di Stato.
Questa, in estrema sintesi, la storia. I dubbi sono rimasti, mentre gli americani hanno già messo in funzione l’impianto. Con buona pace del territorio che si è opposto sia per i rischi sanitari sia contro l’ennesimo strumento di guerra nella nostra regione.
Dubbi che si moltiplicano oggi quando apprendiamo che uno dei giudici di quel ‘commando’, è finito ai domiciliari perché, secondo l’accusa, vendeva le sentenze.
Parliamo di Giuseppe Mineo, arrestato per corruzione in atti giudiziari e rivelazione di atti di ufficio.
Lo stesso giudice che è stato estensore della sentenza pro Muos e pro Ministero della Difesa.
Ovviamente le due vicende non sono collegate. Ma l’arresto di Mineo ci porta a chiederci quanto ci si possa fidare e affidare a tele organismo e quanta ragione avevano i No Muos nel giudicare quella sentenza del tutto ingiusta.
Se un giudice si è lasciato corrompere per 115mila euro, non si lascerebbe ‘convincere’ dalle pressioni del Ministero della Difesa e degli USA?
Quella sentenza- a nostro parere- è la cartina di tornasole della concezione della giustizia che possono avere giudici nominati dalla politica (per inciso, Mineo entra al Cga in quota Mpa).
Non è certo l’unico giudice del Cga finito nei guai. Ricordiamo, per limitarci a fatti di cronaca recenti, che anche nel caso dell’inchiesta Mare Mostrum, alias la tangentopoli del mare, c’è un capitolo dedicato a Raffaele De Lipsis, magistrato amministrativo in quiescenza, già Presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia. Il suo nome compare anche in altre inchieste, tra le quali la stessa che oggi ha portato ai domiciliari Mineo.
Grave, gravissimo. Odioso il reato che vede un giudice corrotto.
Ma quanto grave può essere pensare ad un giudice corruttibile, o comunque ‘sensibile’ alle pressioni della politica, che decide sulla salute dei siciliani, come nel caso del Muos?
Certo il CGA è composto da un collegio di giudici, non da uno solo. Ma quanti di questi giudici sono liberi dalla politica?