Elvira Amata, esponente di Fratelli d’Italia, partito centralista per antonomasia, diffonde una nota nella quale tenta di placare le polemiche intorno alla sua nomina. Eccola
Tutto è andato come previsto. Il manuale Cencelli del centrodestra ha voluto lei alla guida della Commissione Statuto dell’Ars: Elvira Amata, classe 1969, messinese e, dulcis in fundo, deputato di Fratelli d’Italia.
Un ruolo delicatissimo visto lo stato in cui è ridotta la nostra Autonomia: i tradimenti continui del patto tra Roma e la Sicilia (patto da cui ha origine lo Statuto), le norme e gli accordi in favore del Governo centrale che hanno calpestato i diritti dei siciliani, svuotato le loro tasche, svilito le potenzialità di questa regione e costretto all’emigrazione i suoi giovani.
C’erano dunque molte aspettative al riguardo. Era lecito aspettarsi un nome che suggerisse preparazione sul tema dello Statuto e una personalità in grado di mettere i puntini sulle i nei rapporti con Roma. Soprattutto perché lo stesso governatore, Nello Musumeci, aveva promesso che la sua maggioranza si sarebbe battuta per la piena applicazione dello Statuto. Cosa che finora non ha fatto.
Aspettative deluse dalla nomina di Amata sia perché non sono note sue particolari competenze su queste tema (laurea in Biologia se abbiamo capito bene), sia in quanto esponente di un partito decisamente centralista.
La pecora al lupo?
Le polemiche non si placano. Dopo Vincenzo Figuccia, deputato al quale non si può negare una sincera passione per i temi autonomistici, che ha disertato la votazione (qui il suo pensiero), anche il PD si smarca dichiarando che non parteciperà ai lavori di questa commissione “perché nasce senza un credibile piano di lavori”.
Molto critico, e non poteva essere diversamente, anche il movimento Siciliani Liberi: “Alla fine ha vinto l’inciucio – dice la presidente, Antonella Pititto– con la complicità del M5s e del Pd. E’ la vittoria del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, degli inciucisti e dei gattopardisti. Soprattutto i grillini, che in campagna elettorale si erano impegnati nella difesa, nell’applicazione e attuazione dello Statuto autonomistico, hanno tradito il popolo siciliano consegnando la guida della commissione a una parlamentare espressione di Fratelli d’Italia, il partito più centralista e distante dall’identità autonomista sicilia”.
Durissimo, seppur senza mai nominarla, Pippo Scianò, storico ed autorevole indipendentista siciliano, presidente del centro studi ‘Andrea Finocchiaro Aprile’ (qui la sua nota): “Continua la politica antisiciliana” dice l’autore del libro ‘“… e nel mese di maggio del 1860 la Sicilia diventò “colonia”! (qui potete vedere la video intervista sul suo libro).
Lei, Elvira Amata, oggi prova a difendersi. Lo fa con un comunincato che pubblichiamo integralmente. Augurandole di non dovere passare dall’autodifesa all’autodafé.
Il tempo- ne servirà poco- ci dirà se sono solo altre chiacchiere o, peggio, se la scelta di Amata sia parte di un disegno preciso, il solito: impedire alla Sicilia di liberarsi dal cappio romano continuando a mortificare il suo Statuto. Magari cambiandolo, come ha auspicato lo stesso Ganfranco Micciché, per depotenziarlo del tutto.
Ecco la nota di Elvira Amata:
“Sono onorata di accogliere questo impegno di cui i colleghi della Commissione, all’unanimità, hanno ritenuto d’investirmi”.
“La Regione Siciliana rappresenta un’eccezione straordinaria nell’ordinamento italiano. Il nostro Statuto costituisce uno strumento grazie a cui la nostra terra potrebbe godere di misure in grado di affrontare le criticità della Sicilia, i cui problemi e le cui chance sono decisamente diverse da quelle delle altre realtà italiane e nello specifico anche del mezzogiorno.
La questione meridionale continua ad insistere da tempi immemori e senza una soluzione concreta, ad oggi. Un paradosso incredibile al quale è tempo di dare risposte”, afferma la parlamentare di Fratelli d’Italia. “È noto che alcune prerogative statutarie non sono ancora adesso applicate.
Bisogna discutere praticamente i modi per attuare delle migliorie al nostro Statuto che siano in grado di fornire risposte alle sempre più stringenti richieste di una regione caleidoscopica, dalle moltissime peculiarità geografiche, culturali, artistiche e persino sociali. Il tutto senza tralasciare i tempi sempre più frenetici nei quali viviamo e che ci impongono non solo interlocuzioni continue con l’Europa e l’estero in generale ma soprattutto una capacità nel competere con i mercati internazionali sotto tutti i punti di vista”.
In merito alle recenti polemiche circa la composizione dell’ufficio di presidenza, commenta infine: “Fratelli d’Italia è sí un partito sovranista, ma la sovranità a cui guardiamo è quella del popolo, non certo di un centralismo romano dispotico e burattinaio.
Roma riteniamo sia e debba essere una matrice in grado di dare una seria guida alle locomotive che, autonomamente, possono e devono seguire un percorso di crescita e sviluppo.
Pensiamo a lavorare sinergicamente per uno scopo che sono certa è comune: lo sviluppo della nostra terra. Gli atti che saranno esitati dovranno essere condivisi ed elaborati senza lasciare che sovrastrutture e contrapposizioni strumentali abbiano la meglio. Questa è una commissione diversa da tutte le altre e grazie al nostro lavoro possiamo davvero fare la differenza. Sono certa che agiremo tutti responsabilmente”.
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