Il Tribunale Amministrativo Regionale ha salvato, almeno sulla carta, il contestato Avviso 8. I giudici hanno salvato l’impianto, ma dovrà essere rifatta la graduatoria. Novità un po’ incredibili sul fronte del ‘caso’ IAL Sicilia dove, a detta di Costantino Guzzo, dell’USB Formazione professionale alcuni lavoratori sarebbero diventati debitori…
La Formazione professionale siciliana non finisce mai di stupire. Se, da una parte, il Tribunale Amministrativo Regione (TAR) della Sicilia lascia in piedi il contestatissimo Avviso 8, mela avvelenata della passata legislatura quando al Governo della Regione c’era il PD, sul fronte dello IAL Sicilia – uno dei più grandi enti formativi storici della nostra Isola dichiarato fallito – i lavoratori buggerati da una gestione disinvolta di denaro pubblico diventerebbero, addirittura, debitori!
Le carte della vecchia politica siciliana si mescolano e si rimescolano: ma tutto resta sempre come prima. I personaggi e interpreti del centrodestra si alternano a quelli del centrosinistra. Si danno il cambio senza cambiare niente. Chi ha preso i soldi pubblici ed è scappato via saluta tutti, chi li deve ancora prendere li prenderà, chi è rimasto fregato si arrangerà.
Così l’Avviso 8 – un bando da oltre 130 milioni di euro di fondi europei, soldi che nessuno ha mai visto (ci sono? non ci sono? che importanza ha? l’importante è che se ne parli da due anni e forse più, immaginare i corsi di formazione professionale, in Sicilia, è già di per sé qualcosa di professionale…) – è rimasto i piedi.
I titolari degli enti esclusi l’avrebbero voluto vedere ‘inchiummato’ (leggere annullato). Ma i giudici del TAR hanno detto no: l’Avviso 8 resiste, rimane, continua ad aleggiare nei pensieri e, forse, nei sogni – o, se preferite, negli incubi – di chi non l’ha mai ‘digerito’.
Al massimo – questo il responso dei giudici amministrativi – bisognerà rivedere la graduatoria. E hai detto niente: si ritornerà, quindi, ai bilancini: chi ha organizzato più corsi avrà un punteggio, chi ne ha organizzati di meno ne avrà un altro: e intanto il tempo passerà e…
Ma state tranquilli, ripete a memoria il dirigente generale del dipartimento della Formazione professionale, Gianni Silvia: “Non esiste il rischio di perdere le risorse”.
Quali risorse? Gli oltre 130 milioni di euro dell’Avviso 8, no? Sempre quelli: sono i soldi che, dal 2016, vengono sbandierati come risoluzione di tutti i problemi. Nel frattempo i lavoratori disoccupati del settore continuano a restare tali, però attendono le evoluzioni ‘escatologiche’.
L’Avviso 8 come i tartari del celebro romando di Dino Buzzati, il tema della vita come attesa e, poi,come rinuncia? Chissà.
Un po’ meno ‘escatologica’ è la vicenda dello IAL, vicenda che coinvolge un ‘pezzo’ importante del centrosinistra siciliano (in realtà più romano che siciliano: perché quando a ‘sinistra’ ci sono di mezzo i ‘tesori’ Roma esercita il diritto di prelazione…).
Che succede, questa volta, allo IAL? Lo sintetizza sulla propria pagina facebook Costantino Guzzo, il battagliero responsabile del settore Formazione professionale dell’Unine Sindacale di Base:
“Ho deciso che quanto prima inizierò di nuovo lo sciopero della fame per ATTENZIONARE la vergognosa storia dello IAL CISL SICILIA successivamente IAL SICILIA visto che, oltre ad essere stati TRUFFATI, alcuni di noi lavoratori di serie B siamo anche IMPUTATI per avere protestato perché non venivamo RETRIBUITI. Inoltre oggi spunta fuori che alcuni lavoratori sono anche DEBITORI…”
Guzzo è uno dei tanti dipendenti dello IAL – sono circa 700 – che ha perso il lavoro.
Ora, stando a quello che scrive Guzzo, ci sarebbero anche lavoratori – disoccupati – debitori!
“Inoltre oggi spunta fuori che alcuni lavoratori sono anche DEBITORI… scrive Guzzo – malgrado in questo ente è scomparso:
1)Tutto il TFR accantonato dei benefici di polizza
2) Le RETRIBUZIONI dei lavoratori
3) Parte degli ASSEGNI FAMILIARI
4) Parte delle MALATTIE e delle 104
Inoltre da come si può evincere dallo stesso stato passivo non risultano pagati parte dei CONTRIBUTI, parte degli AFFITTI, dei FORNITORI, degli ALLIEVI e, come ciliegina sulla torta, alcune CARTELLE ESATTORIALI”.
“Naturalmente – prosegue Guzzo – tutto questo malgrado tra il 2010 e il 2012 (lo IAL ndr) abbia avuto decretato contributi pubblici da parte dall’amministrazione regionale per un totale di circa 118 MILIONI DI EURO oltre naturalmente a ricevere INSPIEGABILMENTE, da parte dello Stato, circa 24 MESI DI CIGD (Cassa integrazione ndr) pari a circa 8 MILIONI DI EURO. Di certo dopo aver citato tutto questo la domanda che nasce spontanea è: COME MAI NON C’È UN SOLO RAPPRESENTANTE LEGALE INDAGATO?”.
In realtà, non è facile venire a capo di tutto quello che è avvenuto nel complicato mondo della Formazione professionale siciliana.
Le uniche cose certe è che circa 8 mila persone hanno perso il lavoro, molte di queste persone non solo hanno perso il lavoro, ma non sono nemmeno state pagate; idem per molti ragazzi ai quali non è stata erogata l’indennità.
Ma l’aspetto più incredibile, in una Sicilia prima in Italia per disoccupazione giovanile è che, a parte l’OIF (i corsi per i minori che abbandonano la scuola), in Sicilia, da quasi sei anni, non ci sono corsi di formazione professionale pubblici. Solo corsi di formazione a pagamento, privati.
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