L’articolo 14 dello Statuto autonomistico siciliano consente ai Governi della nostra Isola di controllare i prodotti d’importazione, rimandando al mittente, per esempio, i prodotti tossici. Di fatto, i padri dell’Autonomia siciliana hanno anticipato quella che oggi chiamiamo certificazione dei prodotti. Il problema è avere governanti che applicano l’articolo 14 dello Statuto: cosa che non sta facendo il Governo di Nello Musumeci
A poco a poco, stagione dopo stagione, produzione dopo produzione, i prezzi alla vendita dei prodotti dei comparti agricoli e zootecnico siciliani si vanno contraendo fino a diventare inferiori ai costi. Non è una curva discendente imposta agli umani da una divinità crudele cattiva. No, è un meccanismo ad orologeria, perfettamente oliato e funzionante che ha come scopo finale quello di annientare tutte le produzioni dell’Isola e avviare i siciliani, come fossero pecore, al consumo di prodotti dalla qualità bassissima e dal costo concorrenziale e vincente.
Ruote essenziali e necessarie di questo meccanismo delinquenziale sono i politici regionali ai quali lo Statuto della Regione affida la competenza, il potere e quindi il dovere (Tu puoi, quindi devi!) di controllare quello che in materia di produzione si muove a qualunque titolo nell’Isola e verso l’Isola.
L’articolo 14 dello Statuto regionale (che come forza e valore di legge corrisponde esattamente ad un articolo della Costituzione italiana) conferisce alla Regione siciliana una potestà esclusiva in materia di INCREMENTO DELLA PRODUZIONE AGRICOLA E INDUSTRIALE; VALORIZZAZIONE, DISTRIBUZIONE, DIFESA DEI PRODOTTI AGRICOLI ED INDUSTRIALI E DELLE ATTIVITA’ COMMERCIALI.
Spieghiamo ancora una volta ai nostri politici finti ignoranti e autentici papponi e poi ai siciliani che cosa significa “competenza esclusiva”. Significa che in queste materie la Regione, la Regione siciliana, la nostra Regione, è Stato, che i siciliani in questa materia possono rivendicare una speciale cittadinanza siciliana. Che lo Stato non può fare leggi in queste materie che abbiano efficacia in Sicilia e che ogni contrattazione e ogni negoziato su queste materie, a livello comunitario e internazionale, deve essere condotta dalla Regione siciliana, non certo, come succede grazie ai nostri politici ascari, dallo Stato.
La persistente, colpevole, dolosa violazione di questo articolo fondamentale è la causa scatenante della crisi profondissima in cui versa l’economia della nostra Regione. Una crisi pilotata da lontano e che va lontano. Come si declina invece, oltre a quanti spiegato sopra, la difesa dei nostri prodotti?
1) In primo luogo non facendosi corrompere da importatori o esportatori disonesti e non facendosi intimidire dalla mafia.
2) Migliorando il sistema di ricerca, captazione, adduzione e distribuzione, dell’acqua e abbassandone il costo, non certo assumendo senza che ve ne sia necessità e senza concorsi pubblici gentaglia raccomandata nei Consorzi di bonifica che ne appesantiscono la gestione, ma che tanti voti danno ai papponi della politica.
3) Ampliando, migliorando, mettendo in sicurezza la viabilità interna, vicinale e trazzerale, perno di qualsiasi idea di sviluppo economico, idea che è l’ultima nei pensieri dei papponi.
4) Sottoponendo a controlli severissimi eventuali prodotti di importazione, che deve essere già autorizzata da autorità regionali, importazioni che devono recare ogni certificazione atta a consentire di risalire al Paese e alla zona di produzione; respingendo senza eccezione alcuna ogni tipo di produzione extracomunitaria, compresa quella che si definisce comunitaria, perché già approdata in porti comunitari; accertando il costo del lavoro di ogni prodotto e quindi applicare, ove tale costo fosse inferiore a quelli praticato in Italia, un proporzionale sovrapprezzo per eliminare ogni attentato al nostro sistema di garanzie sul lavoro.
5) Porre fine alle “trattative riservate” tra politici corrotti, falsi agricoltori, falsi allevatori, falsi ricercatori e falsi formatori con le quali si perviene alla “spartenza” capillare del fondi comunitari; operazioni che comportano ritardi “mirati” nella pubblicazione di bandi, nella formazione di graduatorie e nell’erogazione dei fondi regionali che negli ultimi 20 anni non sono serviti affatto alla produzione, ma che hanno consentito a tanti assessori regionali, venuti su con le pezze al culo, di diventare estancieros o allestire pinacoteche.
Sarà l’articolo 14 dello Statuto, la Grundnorm, la norma fondamentale, quello in base al quale, se non su questa terra, saranno giudicati e condannati dalla Storia questi nostri governanti avidi, ingordi, corrotti, collusi, indifferenti, incapaci, intimiditi. Veri e propri collaborazionisti al servizio dei peggiori nemici dei siciliani.
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