Agricoltura

CETA: ricordatevi che siamo pieni di lenticchie canadesi al glifosato!

Condividi

L’Italia non è un Paese grande produttore di lenticchie. Dobbiamo importarle. E in questo momento siamo sommersi dalle lenticchie del Canada, con il dubbio – che è più di un dubbio – che vengano essiccate con il glifosato. Con il CETA l’import aumenterà: un motivo in più per affossare questo folle trattato commerciale. Intanto si potrebbe cominciare con i controlli sulle confezioni di lenticchie. Per verificare l’eventuale presenza di glifosato

Si può parlare del CETA – il contestato accordo commerciale tra Unione Europea e Canada – e non parlare dei legumi e, in particolare, delle lenticchie canadesi che hanno letteralmente invaso l’Italia? E’ ormai noto che nelle aree e umide del Canada il grano duro viene fatto maturare artificialmente, ricorrendo al glifosato. Lo stesso discorso avviene per le lenticchie.

Chissà perché, in queste ore, mentre la Confindustria protesta per il blocco del CETA annunciato dal Governo nazionale Conte-Di Maio-Salvini, nessuno dei commentatori dei ‘Grandi giornali’ e della Tv ricorda che l’agricoltura del Canada non è proprio un toccasana.

Qualcuno ha dimenticato la ‘qualità’ del grano duro canadese prodotto nella aree fredde e umide di questo Paese? (QUI POTETE LEGGERE UN APPROFONDIMENTO).

Il problema è che in Canada – e come vedremo non soltanto in Canada – il glifosato non si usa solo per il grano duro, ma anche per altri prodotti dell’agricoltura che non riescono a maturare naturalmente. A cominciare dalle lenticchie.

“Nel 2017 – dice Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia in jun articolo che leggiamo su Life Gravina – le importazioni dal Canada, secondo dati ancora parziali, hanno superato i 292.265 quintali, contro i 251.996 del 2016. L’Italia deve porsi all’avanguardia nelle politiche di sicurezza alimentare e fare in modo che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe, come grano, lenticchie, piselli e ceci provenienti dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta”.

Dell’argomento si occupa anche GIFT Great Italian Fodd Trade:

“Le etichette tacciono. Così, sotto gli occhi inconsapevoli dei consumatori, i supermercati vengono invasi di lenticchie Made in Canada, essiccate con glifosato e altri agrotossici. E le importazioni d’oltreoceano minacciano la sopravvivenza delle colture in Italia. Dal Consorzio della lenticchia di Altamura IGP in Puglia – prima regione italiana nella produzione (15,9mila ton, 13 milioni di euro) – il grido d’allarme”.

E ancora:

“Legumi, 1 pacco su 3 arriva da lontano. Le importazioni italiane di legumi dal Canada hanno registrato nel 2017 una crescita a doppia cifra, +16%. 29,2mila tonnellate, rispetto alle 22mila del 2016. I dati Istat – se pure in fase di definizione – mostrano che una confezione su tre di lenticchie, ceci e piselli è di provenienza straniera. Ma il consumatore non ne ha notizia”.

E’ la storia – la solita storia – degli alimenti che troviamo nei supermercati senza alcuna ‘tracciabilità’. Anche se a dire il vero, nei supermercati di Palermo le confezioni di lenticchie riportano, nella maggioranza dei casi, l’indicazione che si tratta di un prodotto canadese: e tanto basta – almeno per noi – per non acquistarle.

Ma ha anche ragione l’autrice dell’articolo pubblicato su GIFT Great Italian Fodd Trade perché ci sono tante confezioni di lenticchie e, in generale, di legumi prive di ‘tracciabilità’.

L’Italia, per la cronaca, non è un Paese con una grande produzione di lenticchie. Anche se non mancano produzioni di grande qualità.

In Sicilia ricordiamo la lenticchia di Villalba, la lenticchia nera di Leonforte e la lenticchia di Ustica.

Morale: l’Italia deve importare le lenticchie. Magari da quelli che sono i Paesi che producono grandi quantità di lenticchie: l’India in testa, gli Stati Uniti d’America e il Canada.

Noi non siamo contrari all’importazione di lenticchie dal Canada: a patto che il prodotto venga controllato. Come? semplice: con le analisi, modello Granosalus. Se si riscontra glifosato o altri contaminanti, le lenticchie vanno rimandate al mittente.

Il CETA – ma guarda che caso! – prevede la liberalizzazione senza alcun controllo del commercio. Anzi, se qualcuno contesta un prodotto se la deve ‘chiantare’, come diciamo dalle nostre parti.

Quindi dal Canada ci dobbiamo prendere tutto: il grano duro e anche le lenticchie. Tutto con il glifosato…

QUI L’ARTICOLO DI GIFT Great Italian Fodd Trade

QUI L’ARTICOLO DI Life Gravina

Foto tratta da vivasicilia.com

 

Visualizza commenti

Pubblicato da