I nostri lettori seguono con grande e attenzione e grande passione la spoliazione della nostra terra e, in generale, del Sud, negli anni della cosiddetta unità d’Italia. Non altrettanto fanno quando denunciamo gli scippi romani di oggi. Eppure è sta stessa linea di sangue che oggi costringe tanti giovani siciliani a lasciare la nostra Isola
Tra i post più letti del nostro blog ci sono quelli che descrivono la spoliazione sistematica del Sud da parte del Nord nel corso dei primi anni dell’ unità d’Italia. La stessa attenzione non ricevono tutte le inchieste e gli articoli che nel nostro stesso blog denunciano e documentano le spoliazioni che ORA, ADESSO, mentre state leggendo, si stanno perpetrando da parte del Nord nei confronti del Sud. Eppure tutte queste nostre inchieste descrivono una linea di sangue, la stessa, predatoria e imperialista, che non si è mai interrotta dal giorno dell’invasione piemontese.
Perché mai c’è dunque maggiore condivisione per i testi che descrivono i fatti avvenuti diciamo 100 anni fa, rispetto ai testi che comunicano diciamo così, in flagranza, fatti uguali nella sostanza a quelli antichi? Forse perché questi ultimi potrebbero essere di parte? Perché potrebbero non essere veritieri? Perché ci sono lettori che preferiscono ignorare? Forse perché leggere potrebbe significare assumersi responsabilità?
Di fronte a queste eccezioni, che, esse sì, potrebbero essere di parte, militano i fatti. La Sicilia, parlerò d’ora in poi della Sicilia, ma il discorso vale per tutto il Sud, è l’ultima regione d’Italia negli indici positivi e la prima in quelli negativi. Questi dati sono incontrovertibili. La parte più difficile è dimostrare il nesso di causalità tra la nostra povertà e l’ assetto economico e produttivo del Nord con le sue responsabilità.
Infatti, pur trovandoci ad esaminare lo stesso, immutato meccanismo predatorio applicato in oltre 150 anni, non va trascurato che, per quanto riguarda i secoli scorsi, essendo morti i responsabili di quella politica, nessuno, se non qualche storico paraculo, ha interesse a contestare le loro nefandezze. La dimostrazione delle nefandezze di oggi, invece, chiama in causa politici, banchieri, industriali, scrittori, giornalisti, tutti a vario titolo autori e complici della spoliazione, tutti vivi e vegeti e in condizione e con mezzi in grado di dimostrare tutto e il contrario di tutto.
Supponiamo che una qualche grande personalità meridionale, che per suoi meriti o per la sua posizione istituzionale goda di grande autorevolezza, accenni a queste nefandezze. La reazione del Sole 24 Ore, del “Corrierone” e della Stampa sarebbero furiose. Per non parlare di Bossi e Salvini che, con il loro stile di cialtroni, definirebbero” rincoglionito “la personalità in questione.
La discesa agli inferi del Meridione è diventata precipizio da quando la Lega è diventata il megafono politicamente scorretto dei potentati di tutto il Nord. La questione meridionale scomparve dall’agenda politica dei governi e dai parlamenti nazionali quando il martellamento sui terroni parassiti e fannulloni diventò assordante e si affermò la “questione settentrionale”.
La Sicilia e il Meridione tutto si avviano ormai verso un destino deciso da altri “fratelli d’Italia”.Volete le prove? C’ è in Sicilia, su cinque milioni di abitanti, uno che sappia costruire un tostapane? E se c’è, è in grado di venderlo? No?
Perché siamo cretini? No, ovvio! Perché chi ci ha provato è stato “dissuaso” in tanti modi. Altre prove? È diventato “normale” per i padri e le madri che i propri figli emigrino per studio o per lavoro e per loro aspettare la sera la videochiamata, quando e se arriva.
Ogni operazione imperialistica ha sempre avuto bisogno di una campagna mediatica bugiarda e di un demiurgo e, puntualmente, da Garibaldi a Crispi, da Mussolini a Berlusconi, il Nord lo ha sempre avuto pronto. Ma almeno questi mentitori, alla fine, un loro spessore lo hanno avuto.
Oggi, con l’ulteriore opera di abbassamento culturale, intellettuale, morale e civile del Paese, basta un imbonitore come Salvini. Perché una cosa deve essere chiara quando ci si interroga sul come sia possibile che Salvini abbia tanto seguito. Lui non è Napoleone, l’astro nascente. Lui è solo e semplicemente Salvini e sarà sempre così.
Appena trent’anni fa, quando il patrimonio linguistico, e quindi la corrispondente capacità di elaborazione del pensiero dei giovani, era di 1600 parole, Salvini avrebbe solo infastidito. Oggi che quel patrimonio è sceso a 300 parole, un truce tribuno diventa un gigante della politica: Clodio diventa Ottaviano. E non è finita.
Alla prossima basterà una qualunque maschera di Carnevale. Questa è la soluzione finale: NOI NON DOBBIAMO ESISTERE COME REALTÀ PRODUTTIVA IN NESSUN SETTORE. Noi dobbiamo diventare esclusivamente consumatori di prodotti importati. Se ne rendano conto anche quei siciliani rinnegati che credono di potersi salvare.
Le risorse finanziarie proprie della Sicilia o di pertinenza della Sicilia non necessarie a pagare i prodotti di importazione e che potrebbero farci risollevare, ci vengono già sottratte in tutti i modi in cui ciò è possibile: da uno Stato predone, ladro e disonesto; dalla mancata attribuzione o dalla eliminazione proprio dei poteri di difesa contro la spoliazione; dall’affidamento del governo delle amministrazioni pubbliche di ogni livello a collaborazionisti, non importa se di destra o di sinistra, strapagati; dal mantenimento criminoso della burocrazia all’età della pietra e in stato di perenne soggezione e complicità; dall’intercettazione e dal sabotaggio perpetuo e scientifico di ogni iniziativa positiva; dalla tolleranza di abusi e di illegalità diffuse.
“GIAMMAI NON MI CONFORTO, VASSENE LO PIÙ GIENTE PER TERRE ASSAI LONTANE…”
Foto tratta da palermotoday
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