Il segretario del sindacato, Michele Pagliaro, fornisce i numeri dell’emergenza e denuncia a muso duro il sistema. Mentre i parlamentari pentastellati puntano il dito contro il trasporto fuori regione: “Non si sa nulla su costi e destinazione, Comuni a rischio commissariamento”
C’è qualcosa di nuovo nell’aria, anzi di vecchio. Sui tavoli della politica c’è ancora un’altra riforma del sistema rifiuti, nota dolente, dolentissima in una regione, la nostra, dove si passa da emergenza ad emergenza, e dove tutto sembra disegnato per fare arricchire i privati e non sempre (anzi quasi mai) in maniera lecita, dove le città sfoggiano cumuli di immondizia e discariche maleodoranti e insalubri. Roba che nemmeno in Paesi in via di sviluppo è possibile immaginare.
E dunque: nuovo governo, nuova riforma. Contro la quale tuona, senza giri di parole, la Cgil Sicilia: ” “L’emergenza rifiuti è frutto di una politica ventennale sbagliata, che ha affidato una materia così delicata ai continui commissariamenti impedendo di fatto di andare al nocciolo dei problemi con un piano regionale dei rifiuti degno di questo nome. E’ da questo che bisogna partire se si vuole davvero svoltare”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, intervenendo a un convegno della Camera del lavoro di Catania.
“In Sicilia- ha aggiunto – 80% dei rifiuti finisce in discarica (Italia 25%) e la raccolta differenziata è ferma al 15,4%. E’ evidente che una riforma del sistema deve specificare bene obiettivi e strumenti per perseguirli cosa che può avvenire solo dentro un percorso programmatico che solo un piano d’ambito può disegnare, entro il quale inscrivere gli interventi locali”.
Ed ecco l’affondo: “Temiamo invece che la riforma di cui per ora si discute che mira ad azzerare le strutture esistenti per creare 9 ambiti ottimali coincidenti con i liberi consorzi finisca col creare nuovi carrozzoni che alimenteranno inevitabilmente cattiva gestione e infiltrazioni malavitose”.
E, sull’argomento, non mancano polemiche di ogni genere. I parlamentari regionali del M5S, ad esempio, intervengono sul provvedimento che prevede il trasferimento dei rifiuti fuori dalla Regione. Caos, a quanto pare, anche in questo caso:
“I comuni siciliani potrebbero essere commissariati già a fine mese. Lo prevede l’articolo 3 dell’ordinanza sul ricorso temporaneo a forme speciali di gestioni dei rifiuti, emanata dal commissario per l’Emergenza e presidente della Regione Nello Musumeci il 7 giugno scorso. La norma, infatti, impone ai 390 enti locali dell’Isola l’obbligo di trasmettere entro il 31 luglio al Dipartimento regionale dell’Acqua e rifiuti i contratti stipulati con una delle quattro società che hanno risposto all’appello della Regione sul trasporto dei rifiuti fuori dalla Sicilia.
“All’appello della Regione per il trasferimento dei rifiuti fuori dall’Isola, scaduto lo scorso 1 giugno, infatti, hanno risposto appena 4 società, ma l’esito è stato reso noto, con oltre un mese di ritardo, solo la scorsa settimana: il 6 luglio. Non solo, l’avviso di manifestazione di interesse pubblicato sul sito della Regione con i nomi delle società di disposte a trasferire i rifiuti siciliani altrove non contiene né indicazioni sui costi medi di conferimento per tonnellata, che gli enti locali dovranno pagare alle società, né la destinazione. Nel frattempo ai comuni vengono concesse appena due settimane per procedere alla stipula dei contratti e inviare i plichi alla Regione”.
E se non bastasse:
” Le quattro società, infatti, – proseguono i pentastellati. saranno in grado di portare fuori dalla Sicilia appena 180 mila tonnellate di rifiuti all’anno, neppure la metà del fabbisogno, pari a 500 mila tonnellate, stimato dal Governo per uscire dal caos”.
“A questo si aggiunga – dice il deputato regionale del M5S Giampiero Trizzino – l’assenza di informazioni sui costi di trasporto per tonnellate di rifiuti da conferire né tanto meno la destinazione. Potrebbero essere portati ovunque alla faccia della trasparenza. Non solo, ci chiediamo – osserva – come faranno i sindaci in 15 giorni a stipulare contratti con le quattro aziende, pronte a farsi carico del trasporto, e se le medesime saranno in grado di assolvere le richieste di 390 enti locali, specie in un periodo, quello estivo, in cui fra l’altro aumenta fisiologicamente la produzione dei rifiuti nell’Isola per la presenza di turisti”.
“Il risultato del valzer delle poltrone – conclude – è che i sindaci sono disperati, perché non sanno dove portare i rifiuti dal momento che gli impianti di trattamento e di compostaggio non esistono”.
Rincara la dose Giancarlo Cancelleri: “Non è più il momento di restare a guardare – chiosa il vicepresidente dell’Ars – la Sicilia rischia di avere l’ennesimo danno di immagine in piena stagione estiva che le sarebbe fatale, senza considerare i problemi di natura sanitaria e ambientale che questa situazione comporta. Chiederemo un incontro al ministro dell’Ambiente Sergio Costa per verificare l’opportunità di revocare i poteri di commissario speciale per l’emergenza rifiuti al presidente della Regione Nello Musumeci, in caso di inadempimento, e di valutare la possibilità, vista l’incapacità del Governo di risolvere il problema di inviare l’esercito per ripulire le città invase dai rifiuti”.
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