La nave arriva dalla Croazia, per la precisione, dal porto di Spalato. Trasporta 4 mila tonnellate circa di grano, supponiamo grano duro. Dovrebbe attraccare nel porto di Pozzallo (o nel porto di Catania). Verrà controllato? Magari con la paura che sta provocando il ‘caso’ dei minestroni alla Listeria non escludiamo che il Governo regionale si dia una mossa
Proprio ieri, nel commentare il ‘caso’ della Listeria – il batterio scoperto nelle confezioni di minestroni e mais – facevamo notare che, in un vicenda che riguarda mezza Europa, la Sicilia viene citata ben due volte. Perché nella nostra Isola, ormai da tempo, arriva di tutto, dall’ortofrutta al grano, senza alcun controllo. Quasi a certificare la veridicità delle nostre affermazioni, ecco che stamattina è pronta per attraccare nel porto di Pozzallo (ma non può essere escluso un cambio di porto all’ultimo momento: per esempio, Catania) una nave carica di grano duro proveniente dalla Croazia.
Come i lettori che ci seguono sanno, il fatto che la nave arrivi dalla Croazia non significa assolutamente nulla. Ormai da anni, con le cosiddette ‘triangolazioni diaboliche’, è praticamente impossibile conoscere la provenienza del grano che viaggia sulle navi.
Quello che si può fare in questi casi, per garantire la salute dei cittadini-consumatori è solo una cosa: i controlli per verificare l’eventuale presenza di contaminanti nel carico di grano che arriva con le navi.
Poi si potrebbe procedere anche con le analisi sul DNA: ma già, in questo caso, siamo nell’ordine di controlli più sofisticati. Per la Sicilia basterebbero i controlli sull’eventuale presenza di contaminanti.
Questo non significa controlli visivi, certamente importanti (l’eventuale presenza di muffe è visibile): significa, al contrario, analisi di laboratorio.
Che succederà stamattina? Non escludiamo che, alla luce del ‘caso’ Listeria, la Regione siciliana si svegli e disponga i controlli sanitari. Sarebbe il minimo dopo cinque mesi di ‘latitanza’.
L’ultimo, anzi l’unico controllo effettuato in Sicilia sul grano che arriva con le navi (parliamo di controlli ufficiali) risale al marzo scorso. Una nave carica di grano duro proveniente dal Kazakistan è stata messa sotto osservazione a metà marzo. Si è scoperto che il carico presentava ampie chiazze di muffa. Distribuzione del prodotto bloccata e nave che è ripartita – sembra verso il Kazakistan – nei primi giorni di maggio (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).
Oggi è in arrivo un carico di di grano (supponiamo grano duro) dalla Croazia, precisamente dal porto di Spalato. La nave che lo trasporta si chiama Tilek e batte bandiera delle Isole Cook (Polinesia neozelandese, oceano Pacifico).
Stando alle notizie delle quali siamo venuti in possesso, la nave trasporterebbe 4 mila tonnellate di grano duro.
Ricordiamo ai nostri lettori che, quest’anno, per il grano duro siciliano, è una brutta annata. La siccità invernale e le piogge poco prima della mietitrebbiatura hanno ridimensionato drasticamente la produzione. In certe aree della nostra Isola la riduzione della produzione supera il 50 per cento.
La riduzione dell’offerta dovrebbe fare schizzare all’insù il prezzo di questo prodotto. Ma non è così per una serie di ragioni, come illustreremo più tardi con un’intervista a uno dei personaggi più importanti del mondo del grano siciliano.
Quello che vi possiamo anticipare è che, quest’anno, il prezzo del grano duro, in Sicilia, ha oscillato tra 17-18 e 20-21 euro al quintale. Un prezzo basso (meno della metà rispetto al grano duro statunitense, (il Desert Durum) rispetto ai costi di produzione.
Del resto, a non fare abbassare il prezzo pensano i commercianti e, in generale, il ‘sistema’ internazionale che, in un modo o nell’altro, fa arrivare in Sicilia il grano duro estero.
Sulla nave in arrivo dalla Croazia proveremo a tenervi informati.
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