Interessante aggiornamento del quotidiano La Sicilia sull’inchiesta che coinvolge l’ex numero uno di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. Tanti i filoni seguiti dagli inquirenti. Tanti gli argomenti scottanti. E tanti i personaggi coinvolti. Insomma, i prodromi per una nuova ‘bomba’ ci sono davvero tutti…
Un approfondimento del quotidiano La Sicilia on line rivela alcune novità nell’inchiesta che coinvolge l’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. Tanti gli argomenti. Vediamoli in sintesi.
Sull’archivio di Montante, fino ad ora, c’è poco. Fino ad ora.
“Dopo l’analisi dell’enorme mole di atti sequestrati – leggiamo nell’articalo a firma di Mario Barresi – i pm nisseni aspettano il verdetto dei super-esperti nominati per recuperare il contenuto delle 24 pen drive che Montante tentò di distruggere nella tumultuosa alba del giorno dell’arresto a Milano. Così come provò a disfarsi di quei due sacchetti di plastica, gettati in un pozzo luce dell’appartamento del piano di sotto, poi ritrovati (e riconsegnati alla polizia) dalla zelante vicina di casa fra due tubi dell’acqua”.
A nostro modesto avviso, è questa la parte dell’inchiesta Montante che potrebbe generare paura tra i personaggi – che sono davvero tanti – che hanno avuto rapporti con l’ex presidente di Confindustria Sicilia. Chissà cosa contengono le 24 pen drive! Non va dimenticato che Montante è passato dagli arresti domiciliari alla galera proprio nel tentativo di disfarsi di queste pen drive…
Il passaggio sui fondi neri è interessante. E’ il filone che, nelle ultime settimane, avrebbe ricevuto “maggiore impulso”. Ad essere indagati, fra gli altri, oltre a Montante, sono l’ex Presidente della Regione, Rosario Crocetta, le ex assessore Linda Vancheri e Mariella Lo Bello e il presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro. Più dirigenti regionali e imprenditori. Ipotesi accusatoria: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al finanziamento illecito dei partiti.
L’edizione de La Repubblica di Palermo ha tirato fuori un’indiscrezione stando alla quale ci sarebbe un superteste: e questa potrebbe essere una brutta notizia per chi è coinvolto. Ci sarebbero fondi neri dell’assessorato regionale alle Attività produttive. “Ma la pista – leggiamo su la Sicilia – sarebbe ancora più calda anche grazie all’incrocio di dati già dapprima rinvenuti in pc e tablet con alcuni nuovi elementi (non solo cartacei o digitali) raccolti”.
E qui si dovrebbe tornare all’archivio. Colpisce, in questa parte dell’articolo, il riferimento a “ipotesi di cifre enormi”. Una spartizione di fondi che non si fermerebbe alla campagna elettorale per le elezioni regionali del 2012, ma che arriverebbero “a poco prima dell’arresto dell’imprenditore… Toccando, trasversalmente, altri schieramenti e partiti”. Anche questi sono elementi che dovrebbero generare molti timori…
Poi c’è la storia del video hard che riguarderebbe l’ex Presidente Crocetta. “Esiste davvero questo video?”, si interroga il giornale. Ci sono diverse piste. Una condurrebbe all’avvocato Antonio Fiumefreddo, ex presidente di Riscossione Sicilia, non indagato. Qui leggiamo un passaggio piuttosto delicato:
“Gli investigatori – leggiamo su La Sicilia – avevano «fondato motivo» che fossero «rinvenibili gli elementi probatori» indicati nel verbale di un teste-chiave dell’indagine: Alfonso Cicero, ex presidente dell’Irsap. Sentito il giorno prima dai poliziotti, il grande accusatore di Montante aveva rivelato di uno scambio di messaggi WhatsApp fra lui e Pierluigi Di Rosa, editore del sito SudPress ed ex socio di Fiumefreddo. «Mi ha risposto che del video scabroso riguardante Crocetta era a conoscenza l’avv. Antonio Fiumefreddo di Catania», mette a verbale Cicero. Aggiungendo che Di Rosa «mi ha anche specificato che si trattava di un video avente ad oggetto casi di pedofilia in Tunisia e che di tale video ne era in possesso il Montante»”.
Si parla anche di un dossier sull’ex assessore regionale con delega ai Rifiuti, Nicolò Marino, avversario di Confindustria Sicilia e del sistema delle discariche private.
“Non è dato sapere cosa abbiano trovato gli agenti nel materiale sequestrato all’ex manager di Riscossione Sicilia – leggiamo sempre su la Sicilia -. Ma è certo che Fiumefreddo, avendo appreso dal decreto di perquisizione la fonte principale dei sospetti nei suoi confronti, ha denunciato il suo ex socio per diffamazione. In un esposto al procuratore di Caltanissetta, il penalista definisce «assolutamente falso» quanto riferito a Cicero da Di Rosa. Oltre a smentire con vari dettagli le accuse sul video hard e sui dossier Marino, Fiumefreddo espone altri elementi, economici e personali, non riguardanti l’inchiesta su Montante. L’esposto è stato trasmesso, per competenza, alla Procura di Catania”.
Tanti gli argomenti, tante le storia, tanti i personaggi: ce n’è abbastanza per fare scoppiare una nuova ‘bomba’.
Foto tratta da la sicilia.it
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