“Un colpo di coda del vecchio sistema”. Nella relazione annuale la Commissione propone norme più restrittive per chi non fa il bravo…
Legare le mani ai sindacati “minori”, ovvero a quei sindacati che, in questi ultimi anni, hanno continuato a lottare per i diritti dei lavoratori non più tutelati dalle organizzazioni sindacali più grandi che, ormai, sono divenuti partner dei governi.
E’ un vero e proprio attacco ai sindacati non allineati quello contenuto nella relazione annuale della Commissione di garanzia sull’attuazione della legge sullo sciopero dei servizi pubblici, presentata in Parlamento dal presidente, Giuseppe Santoro-Passarelli: “Occorrerà vigilare e contrastare i numerosi “mini scioperi” di sindacati minori e scarsamente rappresentativi, spesso proclamati e non effettuati, o limitati ad uno scarso numero di adesioni ma con rilevanti danni per gli utenti”. Sarebbe opportuno pensare a un “intervento normativo rivolto alla verifica della rappresentatività sindacale”.
“Le grandi organizzazioni sindacali scioperano più raramente e a conclusioni di grandi vertenze” dice ancora Giuseppe Santoro-Passarelli- sono invece i sindacati minori a ricorrere con frequenza eccessiva a scioperi”.
Insomma, i sindacati devono disturbare il meno possibile. E se i ‘piccoli’ non hanno ancora imparato la lezione, si intervenga con norme chiaramente restrittive.
Se non è una proposta di censura, ci somiglia molto. Sembra strano sentire parole del genere in un momento in cui in Italia si parla di cambiamento, in un momento in cui rinasce tra i cittadini la voglia di impegnarsi in attività sindacali anche se a distanza da quei sindacati che ormai sono “classe dirigente”, come fa notare, ad esempio, Giuseppe Prestigiacomo, delegato confederale per la Sicilia di OR.S.A.(Organizzazione sindacati autonomi e di base):
“Le parole contenute nella relazione della Commissione a proposito dei sindacati minori sono incredibili. Praticamente un tentativo di sopprimere la protesta e la lotta per i diritti dei lavoratori, temi di cui non si occupano più i grandi sindacati che sono classe dirigente a tutti gli effetti”.
“A pensarci bene, però- aggiunge Prestigiacomo- non dobbiamo stupirci più di tanto: chi nomina i componenti della Commissione? Fanno riferimento a quei partiti che hanno governato e che, per fortuna, oggi non governano più. Ci auguriamo che il nuovo Parlamento faccia entrare aria fresca anche nelle stanze di queste Commissione. L’attacco ai sindacati minori è stato un colpo di coda del vecchio sistema”.
Nella relazione anche i numeri degli scioperi:
nel 2017 sono stati proclamati 2.448 scioperi nel settore dei servizi pubblici essenziali, in aumento rispetto ai 2.352 del 2016, ma sul piano concreto “a seguito di revoche spontanee delle parti, ma soprattutto degli interventi preventivi della Commissione, le azioni di sciopero effettivamente attuate nei vari settori dei servizi pubblici e nelle varie aree geografiche del Paese, scendono a meno della meta’”. Comunque “un dato molto alto se paragonato a quello di altri Paesi democratici con modelli pluralisti di relazioni industriali”.
La conflittualità nel trasporto pubblico locale è la più accesa: sono state 121 le giornate di sciopero nel 2017, 1 giornata di stop ogni 3 in salita rispetto alle 107 del 2016. Il record si registra a Roma.
Segue il trasporto aereo dove gli scioperi proclamati sono stati 260, il 20% in più rispetto al 2016 e quelli realmente effettuati 159 con una crescita del 35% sull’anno precedente. In controtendenza invece, il settore del trasporto ferroviario che registra un calo degli scioperi del 50% rispetto al 2016. La frenata è riconducibile, dice il Garante, ” al rinnovo del contratto nazionale nonché del contratto aziendale del gruppo Ferrovie dello Stato.
Meno conflittualità anche nel trasporto marittimo, secondo la relazione ” in ragione del progressivo miglioramento delle relazioni industriali relative alle Società operanti nel settore”. Vale pure per la Sicilia? Mah….
103 le proteste che hanno coinvolto il comparto dei rifiuti a proposito del quale nella relazione si legge che “molto spesso il conflitto sfugge di mano anche alle organizzazioni sindacali, e infatti si verificano, più che negli altri, astensioni spontanee dei lavoratori, soprattutto nella Regione Sicilia, che per numero di proclamazioni .di scioperi resta, di gran lunga, quella con la più alta conflittualità, seguita dalla Campania”.
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