Prendiamone atto: i controlli sulle navi cariche di grano duro che arrivano nei nostri porti non ci sono. In questo articolo vi diciamo chi sono i responsabili dei mancati controlli in Sicilia. Ma vi diciamo anche cosa fare – e questo vale per tutta l’Italia – per mangiare il pane che non contiene contaminanti. Pane che dobbiamo preparare noi in casa, come si faceva una volta
Mentre in Sicilia la politica si accapiglia sul pane surgelato venduto fresco, non ci sono ancora controlli sul grano con il quale si produce il pane: ovvero sul grano duro che continua ad arrivare con le navi in Sicilia. Siamo nell’ultima decade di giugno e ricordiamo che, da quando l’attuale Governo regionale si è insediato, è stata controllata solo una nave lo scorso marzo. Carico di grano duro controllato e rimandato in Kazakistan, Paese da dove era arrivato (QUI L’ARTICOLO).
Così almeno ci hanno detto. Ma considerato che siamo davanti a professionisti della bugia, noi preferiamo conservare il beneficio del dubbio.
Oggi, su questa vicenda, possiamo illustrare alcuni punti fermi.
Il primo punto fermo è che il Governo regionale di Nello Musumeci, sulle navi cariche di grano che arrivano nei porti di Pozzallo, Palermo, Catania e, a quanto pare, anche a Mazara del Vallo, ha preso in giro i siciliani. In campagna elettorale e a marzo – in occasione dell’unica nave carica di grano duro arrivata in Sicilia e controllata – Musumeci aveva promesso controlli non soltanto sul grano, ma su tutte le derrate alimentari che arrivano nella nostra Isola (QUI L’ARTICOLO).
Ma di questi controlli non c’è nemmeno l’ombra.
Il secondo punto fermo è che il vero responsabile dei mancati controlli delle navi cariche di grano duro che arrivano in Sicilia è l’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera.
E poiché questo assessore fa capo a Forza Italia, è questa la forza politica che non vuole i controlli sul grano estero che arriva nella nostra Isola.
E poiché Forza Italia, in Sicilia, è controllata in modo ‘militare’ dal coordinatore regionale di questo partito, nonché presidente del Parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè, è lui il vero responsabile politico di questi mancati controlli.
E poiché Micciché risponde direttamente a Silvio Berlusconi, in questa storia di mancati controlli delle navi cariche di grano che arrivano in Sicilia deve esserci lo zampino dell’ex Cavaliere. Ed è anche logico: dietro il via vai delle navi c’è un grande affare e, se ci sono soldi, tanti soldi, non è improbabile che chi fa soldi con l’importazione di grano da chissà dove sia in contatto con Berlusconi, che di soldi ne ne intende.
Chiarito questo, c’è un terzo punto fermo. Non sappiamo se nel grano che arriva con le navi in Sicilia siano presenti contaminanti: per esempio, glifosato o micotossine DON. Non lo sappiamo perché – come già accennato – nessuno effettua i controlli. Ma sappiamo un’altra cosa, non meno importante: e cioè che per affrontare un viaggio in nave di una o due settimane il grano ammassato nelle stive delle navi deve essere trattato con sostanze chimiche.
Quindi è un grano duro che, nella migliore delle ipotesi, contiene prodotti chimici per controllare gli insetti e i funghi; nella peggiore delle ipotesi potrebbe anche contenere il glifosato.
Ora, se vivessimo in una Regione del mondo priva di coltivazioni di grano, pazienza. Il fatto è che viviamo in una Regione che, nell’antica Roma, era il granaio dell’Impero.
Insomma, di grano duro in Sicilia ce n’è tanto. Ma rimane in buona parte invenduto. Perché il prezzo, complice una speculazione internazionale, viene tenuto basso: 18 euro al quintale: praticamente nulla!
E viene tenuto basso proprio perché arriva copioso il grano con le navi. E quando c’è un eccesso di offerta, si sa, il prezzo va giù.
Quest’anno, giusto per illustrare ancora meglio come vanno le cose, tra la siccità dello scorso inverno e le piogge primaverili la produzione di grano duro siciliano si è ridotta. Il prezzo di tale prodotto dovrebbe essere alle stelle. Invece, come già ricordato, il prezzo si mantiene basso.
E si mantiene basso – lo ribadiamo ancora una volta – perché la Sicilia è letteralmente inondata di grano duro che arriva con le navi.
Pensate un po’: senza ricorrere ai dazi doganali (dei quali, in questi giorni, fanno largo uso gli americani e i cinesi), ma con semplici controlli sanitari, buona parte delle navi cariche di grano che arrivano in Sicilia verrebbero respinte.
I controlli non vengono effettuati per non rimandare indietro grano duro che contiene chissà quali ‘schifezze’.
Che fare, allora? Vi invitiamo a leggere o a rileggere un articolo che abbiamo scritto lo scorso febbraio:
Le insidie del pane: tutto quello che non ci dicono. Prepariamolo in casa con il lievito madre
Sì, il pane prepariamolo in casa, come si faceva una volta. Utilizzando farina della cui salubrità siamo sicuri. Se i nostri lettori sono siciliani, utilizzando farina di grano duro siciliano. Se non vi orientate potete sempre leggere i seguenti articoli nei quali abbiamo fatto il punto della situazione sulle semole che, alla luce delle analisi disposte da GranoSalus e da I Nuovi Vespri, non contengono contaminanti: e queste sono notizie che sono utili in tutta l’Italia.
Le analisi sulle semole: ecco quelle che contengono glifosato e quelle che non ne contengono
Ancora analisi sulle semole: le uniche senza glifosato sono quelle del Sud Italia
Foto tratta da ricettariotipico.it
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