Il presidente del Parlamento europeo ha difeso l’indifendibile Frosinone
Non è certo una grande squadra. E, probabilmente, non potrebbe esserlo con la gestione targata Maurizio Zamparini. Pensavamo di essercene liberati, e invece no. Non ha ancora ceduto la società rosanero. Ma, nonostante ciò, quello che abbiamo visto durante la partita Frosinone-Palermo è davvero incredibile. Le scorrettezze sono state così tante da rendere quella partita una farsa. Si poteva evitare di giocare: attribuire direttamente la vittoria al Frosinone sarebbe stato meno ‘ridicolo’ di quanto successo.
Il mondo sportivo è molto infastidito. A Palermo, anche tra coloro i quali non sono fan sfegatati del calcio, non si parla d’altro. Tutta la Sicilia, a dire il vero, è indignata e dovrebbe esserlo ogni singolo sportivo. Ancor diù più adesso che il giudice sportivo, chissà con quale contorto appiglio, ha respinto il ricorso rosanero.
Una ingiustizia bella e buona. Che porta anche il Presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, non solo ad intervenire sul caso, ma anche a scontrarsi con un suo compagno di partito: Antonio Tajani. Il presidente del parlamento europeo, evidentemente, non ha visto bene la partita ed ha affermato:
“Se qualcuno ha sbagliato deve essere sanzionato ma non credo che due palloni abbiano cambiato il corso delle cose o che l’arbitro abbia deciso in base alle proteste del Frosinone. Bisogna saper vincere ma anche saper perdere“. E ancora: “Succede sempre che i giocatori protestino quando c’è una decisione a loro contraria. E poi, rivedendo l’azione, quel rigore non c’era, la vittoria sul campo c’è stata”.
Ci vuole coraggio.
Gli risponde Micciché:
“Mi auguro che il risultato non cambi e che il #Frosinone vada in A, ma mi auguro anche la squalifica a vita per coloro che mandavano palle in campo e almeno metà campionato a porte chiuse. E’ la cosa più antisportiva mai fatta. @Antonio_Tajani non difendere l’indifendibile”.