MATTINALE 75/ Il Ministro Salvini sul ‘caso Regeni’ non può calpestare verità e democrazia

17 giugno 2018

Il Ministro degli Interni Matteo Salvini dice che l’onore dell’Italia e gli interessi di Confindustria & co vengono prima della ricerca delle verità sulla morte del giovane Giulio Regeni. Noi non la pensiamo così. E pensiamo che, così dicendo e facendo, ci muoviamo verso uno Stato autoritario

A Ivrea l’Italia ha fatto un altro piccolo ma significativo passo avanti verso la costruzione di un Stato autoritario. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, procede con piccoli ma efficaci giri di vite, inoculando agli italiani ogni giorno impercettibili dosi di veleno antidemocratico che rischiano di non farci capire di essere avvelenati ogni giorno di più.

Salvini, in buona sostanza, ha dichiarato che “l’onore dell’Italia sta in ciò che gli conviene”, anteponendo nei rapporti con l’Egitto (l’Egitto!) gli affari (gli affari!) di Confindustria & co alla ricerca della verità sulla morte del giovane Giulio Regeni.

Dopo che le istituzioni tutte, che tante assicurazioni avevano dato alla famiglia del povero Giulio, hanno fatto finta di niente e nessuno si è dissociato, isolando Salvini e costringendolo a rettificare, ecco un altro passo avanti (o indietro, fate voi).

Un gruppo di giovani ha esposto uno striscione (uno striscione !) a favore di Giulio durante un comizio (un comizio! Salvini, anche da ministro degli Interni fa ancora comizi, non riuscendo proprio a sollevarsi dalla sua naturale condizione di arruffapopolo). I ragazzi sono stati costretti a ritirarlo e sono stati identificati con le buone e minacciati delle cattive.

Piccoli passi. Non dimentichiamo che la democrazia è fragilissima, perché ciò che la sostiene non sono le armi, ma la continua e costante consapevolezza nel cuore e nell’anima della maggioranza della popolazione che senza di essa la vita di nessuno è al sicuro, meno che mai di quelli che da utili idioti lavorano per chi vuole la sua distruzione.

Foto tratta da ilpost.it

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