La nave stava colando a picco, ma l’orchestra del Titanic continuava a suonare. E così sembra che le cosa vadano al Comune di Palermo: il sindaco Orlando è il direttore d’orchestra, mentre i 17 consiglieri comunali che ieri hanno approvato il Bilancio consolidato 2016 con un disallineamento di 43 milioni di euro…
La cosa strana non è l’approvazione il Bilancio consolidato del Comune di Palermo che fa acqua da tutte le parti: la cosa strana si riassume in una domanda: come ha potuto, il Consiglio comunale del capoluogo siciliano, approvare il Bilancio preventivo 2017 e il consuntivo 2017 con un consolidato 2016 che presenta un disallineamento di 42 milioni di euro?
Quello approvato nelle scorse ore dal Consiglio comunale è, infatti, il Bilancio consolidato 2016. Ora, a parte il fatto che un disallineamento di 42 milioni di euro è una contraddizione in termini (il Bilancio consolidato, introdotto con la riforma della contabilità pubblica – Decreto nazionale n. 118 del 2011 – per definizione, deve allineare il Bilancio del Comune con i Bilancio delle società collegate allo stesso Comune, non può prevedere disallineamenti!), resta da capire come ha fatto, il Consiglio comunale di Palermo ad approvare Bilancio preventivo e consuntivo 2017 alla luce dei dati che emergono – in verità con un po’ di ‘ritardo’ – dal consolidato 2016!
Forse una spiegazione potrebbe fornirla il dottore Calcedonio Li Pomi, commercialista e revisore che ha rassegnato le proprie dimissioni “irrevocabili”: della serie, è scappato via perché non deve essere molto convinto di quello che sta succedendo al Comune di Palermo: come dargli torto?
La consigliera comunale Sabrina Figuggia, del movimento CambiAmo la Sicilia, ricostruisce quello che è successo:
“Dopo settimane di tira e molla ieri la maggioranza orlandoana, seppur con numeri assolutamente risicati (il sì di 17 consiglieri comunali su 40) ha deciso di chiudere gli occhi di fronte alla sfacelo dei conti della nostra città, approvando un bilancio consolidato in cui è presente un disallineamento di 42 milioni di euro con posizioni molto preoccupanti per Amat e Rap”.
L’Amat, per la cronaca, gestisce il trasporto pubblico delle persone con autobus e Tram. La Rap gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
“Se per il Sindaco ci troviamo di fronte ad un consolidamento della stagione di cambiamento di Palermo – scrive Sabrina Figuccia – dal mio punto di vista invece ciò che si consolida è una gestione fallimentare che non avrebbe bisogno di essere commentata, se ci limitassimo a guardare i numeri nella loro oggettività. Sono emerse infatti posizioni drammatiche per quanto riguarda crediti e debiti nei rapporti fra il Comune e alcune sue società in house e mi chiedo dove verranno cercate le risorse per consentire il riconoscimento dei crediti vantati dalle partecipate e come si procederà con gli accantonamenti necessari per quelle società che hanno avuto risultati di esercizio negativi, che ancora non sono stati ripianati”.
“Il vero tema oggi, al di là delle posizioni – prosegue la consigliera comunale – è rendersi conto del fatto che la città è allo sbando e che a pagare non possono essere sempre i cittadini, ai quali temo che questa amministrazione continuerà a chiedere sacrifici, aumentando le tasse per gestire servizi come ad esempio quello dei rifiuti, che si commenta da solo. Altra questione nevralgica è rappresentata dai lavoratori delle società partecipate, che soprattutto nel caso di Amat e Rap, rischiano gravi conseguenze a causa di scelte scellerate come quella del Tram a Palermo, che ha costretto la società di trasporto pubblico locale a gestire un servizio dai costi esorbitanti senza alcun vero corrispettivo, se non quello che doveva essere a carico dei cittadini”.
Ricordiamo che, per finanziare 15 Km di Tram costati 320 milioni di euro (una cifra esorbitante caricata sui fondi europei), che ha un costo annuo di manutenzione che sfiora gli 11 milioni di euro all’anno, il Comune ha inventato una Zona a Traffico Limitato (ZTL) istituita in barba a una legge regionale e senza alcuni adempimenti previsti dallo stesso Comune, sotto gli occhi ‘distratti’ delle autorità.
“Con tutto ciò – sottolinea ancora Sabrina Figuccia – la ZTL con la quale (di fatto ‘pelando’ i cittadini ndr) – si sarebbero dovute reperire le risorse per il Tram è fallita miseramente, comportando debiti per circa 10 milioni all’anno”.
“Approvare questo bilancio consolidato – conclude Sabrina Figuccia – non è stato un gesto d’amore come qualcuno vuole far credere, ma solo l’inizio di un percorso del tutto fallimentare che porterà la città verso un tracollo definitivo”.
Sulla vicenda intervengono anche i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Ugo Forello, Giulia Argiroffi, Concetta Amella, Viviana Lo Monaco, Antonino Randazzo, lasciando ancora una volta fuori il consigliere Igor Gelarda (cosa, questa, che danneggia l’immagine del Movimento 5 Stelle, perché dà all’esterno l’idea che siano in corso ‘faide’ da vecchia politica!).
“Questa votazione – scrivono i sei consiglieri comunali meno uno – conferma che in Consiglio comunale non esiste più una maggioranza in favore di Orlando: 17 i voti favorevoli, ben lontani dai 21 voti necessari per la maggioranza assoluta. Il Bilancio consolidato certifica il fallimento della gestione dei rapporti con le partecipate (43 milioni di euro di disallineamento rispetto ai 7 mln di tre anni prima), ma soprattutto è il preludio di ulteriori e gravi circostanze che emergeranno, probabilmente, con il rendiconto 2017 e il consuntivo 2018. All’orizzonte, infatti, ci sarebbe un’ulteriore aumento del disallineamento e una disastrosa rideterminazione dei rapporti di debito/credito con l’Amat”.
“Leggere le dichiarazioni di parte ed entusiastiche del sindaco Orlando in cui parla di ‘svolta’ – proseguono i grillini – dovrebbe far capire a tutti i cittadini palermitani fino a che punto sia capace di mistificare la realtà e di mentire guardandoti negli occhi: mentre le partecipate del Comune di Palermo affondano e la città sprofonda ogni giorno di più in disservizi e sporcizia, il primo cittadino ha il coraggio di parlare di presunti grandi successi ‘nello scenario politico nazionale e internazionale’ che non esistono”.
Un po’ surreale il commento dei consiglieri comunali di Sinistra Comune, Giusto Catania, Barbara Evola, Katia Orlando e Marcello Susinno.
“Il bilancio consolidato appena approvato in Consiglio comunale – scrivono – è una risorsa fondamentale per le scelte strategiche della città e certifica che i servizi locali della città rimarranno interamente pubblici. Con questo strumento, un autentico spartiacque nella gestione amministrativa, si possono regolare i rapporti fra partecipate e socio unico evitando la proliferazione di sospesi che pesano ancora oggi. Si conferma la volontà dell’amministrazione di mantenere pubblica e trasparente l’organizzazione dei servizi locali con l’obiettivo di migliorarne la qualità”.
“Per una programmazione di lungo respiro – continuano i consiglieri di Sinistra Comune – occorre tutelare le aziende partecipate e i livelli occupazionali e garantire l’efficienza del servizio pubblico penalizzato dai tagli alla spesa di Stato e Regione. Occorre subito rimodulare i contratti di servizio per renderlo più aderente alle esigenze delle aziende e del personale. Infine, riteniamo si debba procedere al più presto al rinnovo dei vertici delle aziende partecipate e alla nomina del direttore generale del Comune di Palermo, individuando anche i nuovi dirigenti che dovranno guidare uffici tecnici del Comune”.
Di diverso avviso il giudizio di Cesare Mattaliano, capogruppo de ‘I Coraggiosi’ al Comune (si tratta del movimento di Fabrizio Ferrandelli).
“Se mai avessimo avuto anche per un solo minuto un minimo dubbio, con l’approvazione del consolidato abbiamo avuto la prova della malagestione della cosa pubblica da parte del sindaco Orlando. Una situazione critica già denunciata in campagna elettorale, quando venivamo accusati di usare tali dati per pura propaganda. Oggi il disallineamento di 42 milioni di euro e le perdite di aziende come Amat e Rap non possono più essere nascoste. Mi preoccupano soprattutto le refluenze sul consuntivo 2017 nonché sul previsionale 2018 e la sorte dei dipendenti delle aziende”.
Non siamo stupiti da quello che sta succedendo al Comune di Palermo. Nel febbraio dello scorso anno abbiamo scritto il seguente articolo:
I fatti ci stanno dando ragione.
P.s.
Una domanda ai consiglieri comunali di Sinistra comune: a che serve un’azienda pubblica – con riferimento all’Amat – che perde 11 milioni di euro all’anno che dovranno essere rimborsati dai cittadini in un modo o nell’altro? Quindi un’azienda pubblica, in quanto tale può accumulare perdite e farle pagare ai cittadini? E quale sarebbe il guadagno dei cittadini? La verità è che lo sfascio amministrativo del Comune di Palermo e i ‘buchi’ di Amat e Rap, in uno con i banali luoghi comuni di Sinistra comune, danno la misura della crisi che vive la sinistra di Palermo che, fino ad oggi, ha danneggiato la città e, soprattutto, i cittadini.
Foto tratta da vivereveneto.com
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