Tra i cinque sottosegretari siciliani, c’è il nome del deputato messinese che più di altri si è battuto contro i furti legalizzati dei governi nazionali in danno della nostra Regione. Continuerà a farlo?
Il governo Conte ha completato la sua squadra con la nomina di viceministri e sottosegretari (45 in tutto). Tra questi ultimi, cinque sono siciliani: Vito Crimi, Vincenzo Maurizio Santangelo, Alessio Villarosa, Michele Geraci e Manlio Di Stefano, tutti – tranne uno- del Movimento 5 Stelle.
Le deleghe più pesanti vanno a Crimi (palermitano, già capogruppo al Senato) e Santangelo (trapanese, senatore al secondo mandato), entrambi chiamati alla presidenza del Consiglio. Il primo assumerà la delega all’Editoria. Il secondo quella dei Rapporti col Parlamento. Palermitani. quantomeno di nascita, sono anche Manlio Di Stefano, deputato alla seconda legislatura, eletto in Lombardia, che andrà agli Esteri e Michele Geraci– in quota Lega- che ha vissuto a lungo in Cina dove ha insegnato finanza e che dovrebbe avere la delega allo Sviluppo economico.
Vogliamo soffermare la nostra attenzione su Alessio Villarosa. Perché? Perché il giovane deputato di Barcellona Pozzo di Gotto, laureato in Economia, alla sua seconda esperienza a Montecitorio, si è fatto conoscere bene in Sicilia per le sue battaglie contro i ‘furti’ romani’. Ovvero, contro quella paradossale situazione per la quale la Sicilia viene privata di risorse che le apparterebbero per Statuto.
Chi conosce il nostro blog, sa quanti approfondimenti abbiamo dedicato al tema. Ebbene, in Villarosa avevamo trovato orecchie pronte ad ascoltare le denunce e le analisi degli studiosi siciliani (tra questi, il professor Massimo Costa) che facevano i conti in tasca ai governi nazionali.
Molto apprezzato- a giudicare dal numero di lettori e condivisioni- è stato questo video in cui Villarosa spiega la questione finanziaria siciliana: tra sentenze della Corte Costituzionale in favore della Sicilia, moniti della Corte dei Conti e patti traditi, lo Stato risulta debitore nei confronti della Sicilia di circa 30 miliardi accumulati in più di un decennio.
Il deputato messinese si è anche battuto in più sedi contro l’ultimo accordo capestro con lo Stato voluto dall’ex assessore, Alessandro Baccei e firmato da Rosario Crocetta.
Adesso, con ogni probabilità, avrà la delega dell’Economia. Quale migliore occasione per fare riconoscere alla Sicilia almeno una parte di quanto le spetterebbe?
“Inizia una nuova avventura che richiederà un impegno immenso -scrive Villarosa su Facebook – e questo, vi assicuro, non mi ha mai fatto paura”.
Bene. Speriamo che non gli faccia paura continuare a lottare per la Sicilia e per i diritti dei siciliani adesso che è entrato nella stanza dei bottoni.
Buon lavoro!
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