Tutto è bene quel che finisce bene. Soprattutto se, gestendo il denaro pubblico, sei stato bene, magari negli Emirati Arabi, nel Qatar e pure in Egitto. E’ stato bello e la prescrizione ha risparmiato ‘camurrie’. Del resto, dagli sprechi dell’AMIA si è passati agli sprechi della RAP. Ma non ha importanza: la festa continua…
Ricordate le spese pazze dell’AMIA? Era l’Azienda del Comune di Palermo che si occupava della raccolta dei rifiuti. “A municipalizzata r’a munnizza“, si diceva quando era in vita. Perché poi è stata dichiarata fallita. La notizia, oggi, è che i protagonisti delle spese pazze hanno fatto “Marameo”: sotto processo, per loro è arrivata la prescrizione. Giustizia è fatta!
Il processo per le spese pazze dell’AMIA è durato circa 12 anni. Tra il 2005 e il 2007 – erano gli anni di Diego Cammarata sindaco di Palermo – i vertici dell’Azienda si sarebbero fatti rimborsare biglietti aerei e i soldi per la permanenza negli hotel degli Emirati Arabi, del Qatar e dell’Egitto. Oltre ai pasti, alle schede telefoniche, alle spese per il minibar e alle caramelle.
Chi è che pagava? L’AMIA, ovvero gli ignari contribuenti palermitani.
Poi l’AMIA è stata dichiarata fallita. Una particolarità, considerato che si trattava di una società per azioni partecipata dal Comune di Palermo.
Le posizioni degli ex amministratori dell’Azienda – Enzo Galioto, Orazio Colimberti, Giuseppe La Rosa, Angelo Canzoneri e Tommaso Scanio – erano state stralciate e trasferite a Caltanissetta. Motivazione: Orazio Scanio ha ricoperto l’incarico di vice procuratore onorario a Palermo.
Così, stando alla legge che regola la competenza in caso di indagini sulle toghe il fascicolo è passato al Tribunale di Caltanissetta. Il reato contestato è stato derubricato da peculato in abuso di ufficio. Cosa, questa, che ha abbassato il tetto della prescrizione.
Lo scorso anno il Tribunale di Palermo aveva assolto nel merito altri sette imputati.
Noi, in genere, non scriviamo quasi mai di giudiziaria. Perché abbiamo fatto un’eccezione? Per ricordare ai nostri lettori – soprattutto ai lettori di Palermo – che nel capoluogo siciliano gli sprechi e i disservizi, nella gestione dei rifiuti, sono sempre stati la regola.
Dopo l’AMIA è arrivata la RAP, altra società del Comune che ne sta combinando di tutti i colori.
Con l’AMIA la città era sempre sporca, pur pagando circa 2 mila addetti.
Con la RAP Palermo continua ad essere sporca e si pagano sempre 2 mila addetti.
In più – con la RAP – c’è il fallimento della raccolta differenziata.
Ecco qui di seguito una serie di articoli sulla RAP: