Ieri manifestazione del nuovo Ministro degli Interni Salvini in Sicilia. A Pozzallo si sono catapultati Vincenzo e Sabrina Figuccia. Per porre al nuovo Governo nazionale due temi: il grano duro estero che sta invadendo la Sicilia (in realtà anche il resto d’Italia) e il disgraziato progetto dell’Hotspot a Palermo. Se la Lega bloccherà queste due pessime operazioni volute dalla vecchia politica ci sarà da ridere!
Fine settimana a Pozzallo per la famiglia Figuccia. Lui, Vincenzo Figuccia, è deputato regionale. Lei, Sabrina Figuccia, è consigliere comunale a Palermo. Tutti impegnati in politica, un tempo vicini a Forza Italia, oggi battitori liberi per cambiare la Sicilia.
Ieri, fratello e sorella, si sono presentati alla manifestazione del leader della Lega e nuovo Ministro degli Interni, Matteo Salvini. Per la precisione a Pozzallo, città degli sbarchi: degli sbarchi di migranti, ma anche degli sbarchi del grano estero che in questi primi sei mesi dell’anno sta invadendo la Sicilia.
Eh già, perché Vincenzo Figuccia (nella foto sotto) – unico caso tra i settanta deputati del Parlamento siciliano che, su questo argomento non sentono, non vedono e non parlano – ha sposato la causa portava avanti da GranoSalus e da I Nuovi Vespri: ovvero controlli sul grano duro che arriva in Sicilia da chissà quali Paesi del mondo. Grano duro che, senza alcun controllo, finisce sulle tavole dei siciliani sotto forma di pane, pasta, pizze, dolci e via continuando.
“Sono molto soddisfatto della giornata trascorsa nel Ragusano, dove a Pozzallo ho avuto la possibilità di verificare le condizioni dell’Hotspot per migranti e approfondire le criticità di una struttura che non può essere replicata a Palermo – dice Vincenzo Figuccia -. Abbiamo altresì fatto una visita allo scalo dove approdano le navi cariche di grano che arrivano dall’estero. Ho deciso di continuare una battaglia al fine di garantire che vengano effettuati i controlli. Non possiamo permettere che i nostri produttori siano costretti a vendere il grano duro siciliano a 17 euro al quintale, mentre le multinazionali si arricchiscono sulle nostre spalle immettendo nel mercato siciliano un prodotto rischioso per la salute”.
Figuccia tocca un tema cruciale: in Sicilia – per la precisione, nella parte meridionale dell’Isola – è già iniziata la mietitrebiatura del grano duro, coltura d’elezione del Sud Italia. Ma, come avviene ormai ogni anno nell’indifferenza generale, il prezzo del grano duro siciliano è bassissimo: 17-19 euro al quintale.
Un prezzo irrisorio, che non consente agli agricoltori si riprendere i costi di produzione di questo cereale.
Perché il prezzo è basso? Perché chi acquista il grano duro ha a disposizione il prodotto estero che costa addirittura meno di quello siciliano. Grano estero che nessuno controlla. O meglio, lo scorso marzo è stata controllata una nave ed è stata rimandata indietro. Motivo: il grano duro era praticamente pieno di muffe!
Dopo di che la Regione siciliana – nonostante gli impegni assunti dal Presidente della Regione, Nello Musumeci, e dall’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera – ha interrotto i controlli. Troppi interessi economici in ballo.
Mentre la salute dei siciliani – questo il messaggio lanciato dall’attuale Governo regionale di centrodestra – vale meno, molto meno degli interessi di chi importa il grano duro in Sicilia senza alcun controllo.
Così hanno deciso il Presidente della Regione, Musumeci, e il presidente del Parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè, che sembra sia il vero ‘padrone’ della Sicilia.
Insomma, se non fosse chiaro, in Sicilia comandano Berlusconi e Miccichè con i vari ‘satrapi’. Sembra incredibile, ma è così.
Sul grano duro Figuccia va avanti. E, per i prossimi giorni, annuncia un incontro con il nuovo Ministro dell’Agricoltura.
Certo che se Figuccia – che da qualche tempo opera sotto la sigla CambiAmo la Sicilia – movimento politico d’ispirazione sicilianista – dovesse riuscire a incontrare il nuovo Ministro dell’Agricoltura, imponendo i controlli al grano duro ‘abusivo’ che arriva con le navi non soltanto in Sicilia, ma in tutta l’Italia, sarebbe un colpaccio politico.
Sì, sarebbe una ‘lavatina di faccia’, come si usa dire dalle nostre parti. Per il centrosinistra che ha governato l’Italia e la Sicilia lasciando incancrenire questo delicatissimo problema, ma anche per il centrodestra che governa la nostra Isola da sei mesi: un centrodestra siciliano che, dopo aver fatto effettuare i controlli su una sola nave, fa il pesce dentro il barile…
Alla manifestazione con Salvini a Pozzallo si è presentata anche Sabrina Figuccia, sorella di Vincenzo, consigliere comunale a Palermo.
Sabrina è in prima fila nella battaglia contro la realizzazione dell’Hotspot nel quartiere ZEN di Palermo. E’ l’ultimo regalo della sinistra al capoluogo siciliano. Un Hotspot voluto dal Governo nazionale uscente di centrosinistra grazie alla disponibilità dimostrata dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
Quest’ultimo, in realtà, ha cercato di far credere che lui con la decisione non c’entrava nulla e che la stava subendo. Ma è stato beccato in castagna e sputtanato dall’ex vice presidente del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta (COME POTETE LEGGERE QUI) e dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle (COME POTETE LEGGERE QUI).
Ieri Sabrina Figuccia ha posto la questione al nuovo Ministro degli Interni Salvini:
“Finalmente – dice Sabrina Figuccia (nella foto a sinistra) – dal Governo nazionale arrivano posizioni chiare sul tema dei flussi migratori che nulla hanno a che fare con il business a danno di uomini e donne in cerca di una chimera. Nessun Hotspot potrà essere realizzato nelle periferie della nostra città ed ogni decisione, come ha detto lo stesso Ministro Salvini, sarà valutata di concerto con gli amministratori locali che, giustamente, conoscono il territorio e le sue caratteristiche. Dopo le mie battaglie, sia in Consiglio comunale che con i cittadini, oggi mi sento molto rassicurata perché sono convinta che nessun hotspot sarà realizzato allo ZEN”.
Brutte notizie, insomma, per l’attuale amministrazione comunale di Palermo che, tra silenzi e ipocrisie, avrebbe voluto acciuffare gli ingenti fondi pubblici messi a disposizione dal Ministero degli Interni per le città che si offrono volontarie per realizzare quelle che, in fondo, non sono altro che galere dove recludere i migranti.
A giudicare da quello che dice Sabrina Figuccia, alla faccia del centrosinistra che governava l’Italia fino a qualche giorno fa e alla faccia del centrosinistra che governa Palermo, gli Hotspot si potranno realizzare solo con il consenso degli amministratori locali. E siccome il Consiglio comunale di Palermo ha già detto no, il sindaco Orlando, la sua amministrazione comunale e la sinistra, o presunta tale, che gli regge il gioco si attaccheranno al Tram…
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