…e i radical chic – intellettuali, commentatori e via continuando – che più parlano e più fanno perdere consensi al Partito Democratico e, in generale, alla sinistra. Eppure, insieme al popolo renziano e a quel poco che c’è di sinistra antirenziana, sbraitano contro il nuovo Governo Conte-Di Maio-Salvini. Perché? Hanno paura che grillini e leghisti governino bene. E, soprattutto, non sopportano l’idea di perdere il controllo della RAI
Sono in tanti, in queste ore, a chiedersi il perché, da quando ha visto la luce il nuovo Governo Conte-Di Maio-Salvini, tutto il mondo della sinistra, con in testa i dirigenti del PD, hanno accentuato la polemica.
Per la cronaca, il nuovo Governo non ha ancora ricevuto la fiducia dalle Camere, ma l’attacco delle opposizioni di sinistra è generale: contestano tutti i punti del ‘Contratto’ tra Movimento 5 Stelle e Lega, dalla Flat tax all’annunciata rivisitazione delle legge Fornero, dal Reddito di cittadinanza alla stretta su migranti e Centri di accoglienza e via continuando.
A sentire le opposizioni di centrosinistra – che godono dell’appoggio di buona parte della carta stampata e delle Tv – nessuno di questi punti del programma è realizzabile.
La Flat tax sarebbe un’imposta per i ricchi: che detto dagli esponenti del PD che hanno massacrato il mondo del lavoro e approvato il Jobs Act – legge che serve solo ad agevolare le imprese, relegando nel precariato i lavoratori – è quasi comico!
La legge Fornero è intoccabile perché non ci sono i soldi e perché salterebbe il sistema pensionistico.
Il reddito di cittadinanza è una follia perché non ci sono i soldi.
I migranti non si toccano (e, soprattutto, non si toccano i gestori dei centri di accoglienza che, in questi anni, hanno guadagnato un sacco di soldi, spesso all’insegna dell’illegalità, come ha dimostrato l’inchiesta su Mafia Capitale).
Il ‘caso’ vuole che ci sia una convergenza quasi ‘magica’ tra l’Unione Europea dell’euro, ‘Grande informazione’ e il centrosinistra uscito sconfitto alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo.
Per tutt’e tre questi soggetti il ‘Contratto’ grillini-leghisti è indigesto.
C’è, ovviamente, un piccolo problema: e cioè che è soprattutto in base a questi quattro punti che gli elettori italiani hanno dato la maggioranza al Movimento 5 Stelle e alla Lega.
Insomma, sarebbe veramente molto singolare se grillini e leghisti – peraltro quasi costretti a governare insieme a causa di una legge elettorale (il Rosatellum) voluta soprattutto da Matteo Renzi e da Silvio Berlusconi – non dovessero provare ad attuare il proprio programma di governo.
Ma forse è proprio questo il punto: la paura che, pur trovandosi in una condizione difficile, Movimento 5 Stelle e Lega riescano, bene o male, a dare risposte ai propri elettori, rende nervosissimo il mondo della sinistra (o presunta tale, nel caso del PD).
Lo scenario politico-psicologico è il seguente.
Il PD, con Renzi segretario, ha sistematicamente tradito il proprio elettorato, che, a propria volta, ha ripetutamente ‘bocciato’ lo stesso Renzi: prima al referendum sulle riforme costituzionali e poi alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo.
Ma Renzi – è qui ha ragione – ha ‘incaprettato’ gli italiani e, quindi, anche i propri elettori seguendo i dettami dell’Unione Europa dell’euro controllata dalle multinazionali. Ed è proprio questo uno dei motivi del ‘nervosismo’ renziano.
I renziani, in questo momento, chiedono all’Europa dell’euro:
“Ma come, noi abbiamo obbedito e voi e, adesso, fate governare due forze politiche che hanno vinto le elezioni promettendo l’esatto contrario di quello che abbiamo fatto noi?”.
A rendere ancora più avvelenata l’atmosfera a sinistra c’è quella parte della stessa sinistra non renziana che, in parte, ha subito in silenzio le leggi-capestro del renzismo e, in parte, ha provato a ribellarsi, ma senza costrutto.
A questa sinistra a sinistra del PD – inadeguata, agli occhi degli elettori italiani, a rappresentare i diritti economici e sociali conculcati dal renzismo – sono rimasti solo i diritti civili e la difesa dei migranti. E chi si ritrovano al Governo? La Lega che già lancia qualche segnale sulle famiglie non tradizionali e, soprattutto, sulla gestione dei migranti.
Ma, a parte la sinistra a sinistra del PD, il vero dramma lo sta vivendo il Partito Democratico in tutte le sue articolazioni.
Avendo perso ormai da tempo il contatto con buona parte del proprio elettorato, il PD è riuscito a mantenere il 19% circa dei voti grazie al potere allo stato puro: la gestione del Governo, delle presidenze di Camera e Senato, del sottogoverno, di alcune Regioni del Centro Sud e di tantissimi Comuni.
E, soprattutto, grazie al controllo quasi ‘militare’ della RAI.
Oggi il PD ha perso il Governo dell’Italia. Ed è quasi scomparso al Sud. E tra qualche mese perderà tutto il sottogoverno. Non controlla più le presidenze di Camera e Senato ed è in caduta libera anche nelle Regioni del Centro che, un tempo, erano feudi inattaccabili. Per non parlare dei Comuni dove il terremoto deve ancora arrivare: e arriverà.
Ma quello che il PD non riesce proprio a mandare giù è la perdita del controllo della RAI.
Il problema, per il Partito Democratico, non è legato solo alla perdita del potere di controllo sulla RAI, ma è rappresentato da quello che il Movimento 5 Stelle e Lega faranno una volta entrati dentro la ‘stanza dei bottoni’ della RAI (a differenza del Governo italiano, che non ha una ‘stanza dei bottoni’, come constatò Pietro Nenni negli anni del centrosinistra, la RAI ha, invece, una ‘stanza dei bottoni’ dove le decisioni si prendono, eccome se si prendono!).
Una volta dentro la RAI, grillini e leghisti potranno raccontare, con una luce diversa, tante cose, soprattutto sull’Europa dell’euro: ad esempio, ‘dogmi’ come il debito pubblico, oggi accettato acriticamente, senza discutere, potranno finalmente essere illustrati per quello che sono.
Che significherà questo? Che per il PD e, in generale, per la sinistra si accentuerà la debolezza elettorale.
Perché ogni passo in avanti dell’attuale Governo su qualunque punto del ‘Contratto’ o programma del nuovo esecutivo sarà un colpo in testa per il PD e per quello che resta della sinistra italiana. Per un motivo semplice: perché la sinistra italiana nel suo complesso – con la sola eccezione della CGIL – negli ultimi anni non ha fatto gli interessi dell’Italia, ma dell’Unione Europea dell’euro. E, soprattutto, non ha fatto gli interessi dei ceti medi e bassi del nostro Paese.
Al massimo, ha fatto gli interessi dei migranti e di chi sta dietro il grande affare dei migranti.
Provate per un attimo a immaginare che cosa succederebbe alla CISL – che non è certo un’organizzazione sindacale lontana dal PD – se l’attuale Governo riuscirà a ‘ridisegnare’ la legge Fornero in favore dei lavoratori. Che figura ci farebbe la CISL con i futuri pensionati?
I radical chic, infine. Sono i ‘grandi’ commentatori della sinistra, ormai tali più per il passato che per il presente.
Anche questi sono un problema per questa parte politica. Perché più questi ‘santoni’ parlano e scrivono, più l’elettorato che dovrebbe dare vigore e seguito a una forza politica di sinistra si allontanano dalla stessa sinistra. Più parlano, più gli elettori si allontanano, più parlano, più gli elettori si allontanano, più parlano, più gli elettori si allontanano…
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Io penso che la flat tax sia effettivamente un regalo ai più ricchi (spero di essere smentito, ma penso che la perdita di deduzioni e detrazioni non sarà compensata dall'aliquota IRPEF al 15%); sulle pensioni e la lotta ai vitalizi voglio essere chiaro: è un arma di distrazione di massa. Il problema non sono le pensioni di anzianità o i vitalizi, sono anche convinto che l'INPS non avrebbe alcun problema a tornare al sistema retributivo! Quello che nessuno (o quasi nessuno) dice è che il vero problema sono le pensioni di vecchiaia, la cassa integrazione guadagni (CIG e CIGD) e tutti gli ammortizzatori sociali che in ogni paese civile sono a carico della fiscalità generale mentre in Italia sono a carico di chi versa i contributi! Dirò di più! I sindacati hanno una responsabilità enorme nella questione delle pensioni! Per far digerire ai sindacati il passaggio dal sistema retributivo al contributivo si sono creati i "fondi pensione" in cui conferire i TFR e li si sono dati in gestione ai sindacati (i quali si giocano in borsa le buone uscite dei lavoratori: se va bene guadagnano anche i sindacati, se va male perdono i lavoratori). Come funzionano i fondi pensione? Si conferiscono gli accantonamenti del TFR e una volta andati in pensione si potrà avere AL MASSIMO il 50% del TFR, con quello che resta si determina una pensione integrativa. Si può scegliere? Si hanno solo 6 mesi di tempo per decidere, altrimenti silenzio-assenso: si può aderire in qualunque momento della vita lavorativa, ma se sei dentro non puoi più uscirne! Cosa dicono i sindacati ai lavoratori? "Purtroppo il sistema pensionistico era insostenibile e si è dovuto cambiare, ma il sistema contributivo darà pensioni da fame, con i fondi pensione, invece, avrete un'integrazione che vi darà un'entrata dignitosa". E nessuno dice che con i contributi dei lavoratori si paga tutto tranne che le pensioni di anzianità! La cosa più bella è che nessuno si scandalizza! Nessuno ne parla! Io capisco che la fiscalità generale farebbe fatica a reggere il peso degli ammortizzatori sociali, ma non è giusto scaricare questi costi solo sulle spalle di chi versa i contributi! Preferirei non versare contributi né TFR, li investirei tutti in BTP a 40 anni e, andando in pensione, avrei una signora pensione e, soprattutto, avrei a disposizione il capitale!!! Purtroppo devo sentire un sacco di fragnacce da chi dovrebbe tutelarmi e invece mi vende al primo offerente! Oltre il danno la beffa!