L’Igor da ‘cacciare’ è Igor Gelarda, il consigliere comunale grillino di Palermo che, cocciutamente, continua a pensare con la propria testa. Da qualche settimana i cinque consiglieri comunali, che dovrebbero essere suoi compagni di partito e di gruppo consiliare, non perdono occasione per attaccarlo. Lo snodo sta nella questione migranti…
Quello che succede nel gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle di Palermo è molto strano e, in ogni caso, non è bello. Da quello che si capisce, cinque consiglieri comunali grillini su sei stanno cercando, in tutti i modi, di mettere in cattiva luce il consigliere comunale, Igor Gelarda. Perché?
Con molta probabilità, perché sulla questione migranti Gelarda – che nella vita da il funzionario di Polizia – conosce bene il problema. E, soprattutto, non si concede alla demagogia ‘buonista’ di una certa sinistra che, dietro l’accoglienza a oltranza, copre il grande affare che sta dietro la gestioni milionaria dei centri di accoglienza.
Ormai ogni occasione è buona per darle in testa a Gelarda. Prima sulla questione migranti, da qualche giorno su quello che capita.
Il comunicato di Gelarda, a tal proposito, è molto chiaro:
“Incredibilmente, ancora una volta – scrive Gelarda – i miei colleghi del gruppo consiliare prendono le distanze da me quando do seguito ad indicazioni del MoVimento 5 Stelle nazionale. L’altra volta hanno clamorosamente smentito il programma di governo del MoVimento 5 Stelle con la Lega, nei punti relativi all’immigrazione. Questa volta io, raccogliendo anche le numerose istanze che mi stavano giungendo dal territorio, ho solo voluto dare seguito a quanto scritto da Luigi Di Maio in un suo post, che esortava ad organizzare manifestazioni in tutte le piazze d’italia, come quella del 2 giugno”.
“Tra l’altro – prosegue il consigliere comunale – prima di chiedere l’autorizzazione in Questura avevo avuto il benestare alla manifestazione, nonché alcuni consigli pratici, da parte di Giancarlo Cancelleri e di alcuni deputati regionali del MoVimento 5 Stelle. Successivamente, dopo avere parlato con alcuni nazionali e per favorire la loro presenza alla manifestazione (visto che domani – oggi per chi legge – non sarebbero potuti essere presenti in quanto erano al Parlamento), abbiamo deciso di spostare a domenica 3 giugno l’incontro. Mi pare sempre più chiaro che una parte del gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle Palermo stia operando in pericolosa autonomia rispetto a quelle che sono le indicazioni e le direttive nazionali del Movimento”.
“Io continuo a essere nel solco dei principi del MoVimento e a svolgere il mio ruolo di portavoce dei palermitani, seppur in questo momento da solo. Trovo infine puerile, e ci facciamo solo ridere addosso, per questi continui comunicati che non migliorano di una sola virgola la vita dei palermitani, ma sembrano solamente un passatempo per danneggiare chi lavora, sul territorio, libero da condizionamenti qualsiasi genere”.
In queste ultime settimane i consiglieri comunali di Palermo del MoVimento 5 Stelle si sono svegliati. Stanno incalzando l’amministrazione comunale su vari questioni. E fanno bene. Detto questo, che senso ha continuare questa polemica contro un consigliere comunale che mantiene la propria autonomia di pensiero, peraltro dentro la linea politica del MoVimento 5 Stelle?
Se gli interventi di Gelarda sono efficaci e colpiscono nel segno la via da seguire è sfidarlo sul suo stesso terreno, non cercare di metterlo in cattiva luce?
Facciamo un solo esempio: che significa essere contro l’Hotspot che il Governo nazionale vorrebbe realizzare nel quartiere ZEN di Palermo e poi, contemporaneamente – come sembra abbiano detto i cinque consiglieri comunali anti-Gelarda – dichiararsi favorevoli all’accoglienza senza fine tanto paga Pantalone, in stile Papa Francesco?
I cinque consiglieri comunali grillini favorevoli all’accoglienza senza fine, visto che sono contrari all’Hotspot dovrebbero dire dove piazzare i migranti che, peraltro, continuano ad arrivare?
Forello e gli altri quattro consiglieri comunali hanno ‘sgamato’ – e gliene va dato merito – che è stato il sindaco Orlando a manifestare al Governo nazionale la disponibilità a ‘sbolognarli’ nel quartiere ZEN.
Orlando – che non caso si è iscritto nel PD – da esponente della sinistra ‘salottiera’ di Palermo, i migranti li vorrebbe ‘sdivacare’ allo ZEN.
Se i cinque consiglieri comunali grillini non sono d’accordo sulla ZEN, ma sono d’accordo sull’accoglienza dovrebbero indicare dove tali migranti dovrebbero essere accolti.
Nel castello Utveggio, sul monte Pellegrino?
Nel fu parcheggio della fu Villa Deliella?
Dentro il Teatro Massimo, tra un Rigoletto e una Madama Butterfly?
Sotto i portici di via Ruggero Settimo?
Una bella tendopoli di fronte Palazzo Reale, la sede del Parlamento siciliano ormai libera dalle automobili?
E un’altra bella tendopoli di fronte il Municipio di Palermo no?
Insomma, ci piacerebbe capire se i cinque consiglieri comunali grillini, sull’accoglienza dei migranti, la pensano come la sinistra da salotto di Palermo, che i migranti li vuole tutti accolti, ovviamente facendo pagare il costo sociale ai quartieri popolari (leggere ZEN) e, possibilmente, senza intasare i Pronto Soccorso, perché se un componente della sinistra da salotto orlandiana si ritrova, stando male, in un Pronto Soccorso nel caos – cosa avvenuta – poi comincia a gridare e a lamentarsi “Luca, guarda cosa mi hanno fatto…”.
Su questi e su altri argomenti proveremo a intervistare il capogruppo Ugo Forello, giusto per capire quando finirà ‘sta ‘”guerra”