Il sindaco di Palermo dice di essere contrario alla realizzazione di un Hotspot in città. Ma i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle hanno scoperto che è stato lo stesso Leoluca Orlando, lo scorso anno, ad offrire al Governo nazionale la disponibilità a realizzare un Hotspot nel quartiere ZEN di Palermo. “Non siamo disposti ad essere presi in giro da Orlando”
Sorpresa: nel 2017 il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, dava al Governo nazionale la disponibilità per realizzare l’Hotspot nel quartiere ZEN.
Lo hanno scoperto i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Ugo Forello (capogruppo), Giulia Argiroffi, Concetta Amella, Viviana Lo Monaco, Antonino Randazzo, che hanno così sbugiardato il sindaco del capoluogo siciliano.
Si legge nel comunicato dei consiglieri comunali grillini di Palermo:
“Dalle dichiarazioni della dottoressa Gerarda Pantalone, capo del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno, riportate nel Resoconto stenografico della Seduta n. 78 di giovedì 16 marzo 2017 della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate, emergerebbe che a Palermo vi sono dei lavori per realizzare un Hotspot su un’area acquisita dall’Agenzia dei beni confiscati, per la quale il comune ha concesso la propria disponibilità per avere 150 posti”.
“Se quanto dichiarato in commissione parlamentare da un Capo di Dipartimento del Ministero può essere attendibile – si legge sempre nel comunicato stampa – allora risulta che il sindaco Orlando mente quando con sdegno dichiara, in Aula e sui giornali, di essere contrario alla realizzazione di un Hotspot a Palermo e di essere disposto a ricorrere al TAR pur di scongiurare questa eventualità. Dalle carte, infatti, emerge che sarebbe stato proprio lui a fornire la disponibilità all’utilizzo dell’area individuata allo Zen”.
“Come gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle – dicono ancora i consiglieri comunali grillini – chiediamo pertanto che sia fatta immediatamente chiarezza su questa situazione imbarazzante: non siamo disposti ad essere presi in giro da Orlando. L’istituzione di un Hotspot riguarda una questione delicata che mette in discussione la tutela dei diritti umani, e non è possibile che chi è chiamato a rappresentare la città, pubblicamente si riempia la bocca di belle parole per poi, in perfetto stile di vecchia politica, scoprire che la stessa persona avrebbe dato disponibilità a procedere con un’opera che nessuno vuole”.