Dopo aver scatenato un putiferio al CAS, dove un gruppi di dipendenti si faceva ‘i bagni’ con gli straordinari guadagnando una barca di soldi, il sindacato ORSA è passato al contrattacco anche sui trasporti marittimi. Puntando i riflettori sulla Liberty Lines e sulla Siremar-Caronte &Tourist Isole Minori. ‘Randellate’ per tutti…
Il sindacato autonomo dei trasporti ORSA, dopo aver scoperchiato il ‘pentolone’ degli straordinari ‘a tignitè’ nel Consorzio Autostrade Siciliane (CAS), passa all’attacco anche sui trasporti marittimi. E lo fa con un doppio comunicato stampa. nel primo si annuncia uno sciopero dei lavoratori della Liberty Lines, nel secondo solleva il ‘caso’ dei lavoratori lavoratori della Siremar-Caronte &Tourist Isole Minori.
Cominciamo con lo sciopero:
“Il settore marittimi dell’ORSA – si legge nel comunicato – si appresta all’ennesima lotta contro la gestione del servizio di traghettamento gestito dalla compagnia Liberty Lines. Oltre la mancata corresponsione di legittime indennità economiche dovute al personale navigante, persistono orari di lavoro inadeguati e una programmata compressione dei livelli occupazionali. L’armatore continua a firmare accordi penalizzanti con sindacati scarsamente rappresentativi nel territorio e snobba il grido d’allarme della maggioranza dei lavoratori”.
“Per questi motivi i marittimi aderenti all’ORSA – prosegue la nota -incroceranno le braccia per 24 ore, dalle ore 05,00 del 29 maggio 2018 alle ore 04,59 del 30 maggio 2018. Ai marittimi in lotta vanno la solidarietà e il sostegno dei lavoratori ORSA di tutti i settori produttivi. La coesione della base e il muto sostegno nelle azioni di protesta sono le uniche armi per recuperare potere contrattuale e tornare protagonisti, per superare la concertazione a perdere del sindacalismo tradizionale, ormai arroccato nel ruolo di pompiere delle proteste in garanzia di una presunta ‘pace sociale’ che ha prodotto solo disastrose sconfitte per i lavoratori in tema di diritti, salari, livelli occupazionali e tutela della dignità nel posto di lavoro”.
“Siamo fiduciosi sulla forte adesione del personale navigante di Liberty Lines – conclude il comunicato -. L’armatore dovrà prendere atto delle rivendicazioni, confrontarsi direttamente con i lavoratori e smettere di ‘accordarsi’ con chi millanta di rappresentarli”.
Il comunicato porta le firme del Segretario Generale ORSA Sicilia, Mariano MASSARO, del Segretario Regionale ORSA AUTOFERRO/TPL, Giuseppe TAORMINA, del Segretario Regionale ORSA SCUOLA/UNIVERSITA’, Aldo REITANO, della Segretaria Regionale ORSA SERVIZI/AMBIENTE, Francesca FUSCO, del Segretario Regionale ORSA SANITA’, Antonio CAMBRIA, del Segretario Regionale ORSA Industria, Daniele CARDILE, del
Segretario Regionale ORSA Ferrovie, Giuseppe TERRANOVA, del Segretario Provinciale ORSA Ferrovie, Gianmarco SPOSITO e del delegato Regionale Confederazione ORSA, Giuseppe Prestigiacomo.
Il secondo comunicato riguarda il futuro della Siremar-Caronte &Tourist Isole Minori:
“Promettevano crescita – scrivono i sindacalisti dell’ORSA – sbandiarando di avere commissariato un progetto per la costruzione di tre navi a corto raggio. Invece, i lavoratori della Siremar-Caronte &Tourist Isole Minori da qualche giorno non dormono più sonni tranquilli. Leggiamo in un comunicato stampa della società che ci sono seri problemi di bilancio. Ecco la verità: dietro l’assurda, arrogante, unilaterale forzatura sull’autoproduzione nel Porto di Milazzo per le operazioni di rizzaggio e derizzaggio si nascondono i problemi di bilancio”.
“Ci sembra alquanto strano – prosegue il comunicato – che esattamente dopo due anni dall’acquisizione di Siremar-Compagnia delle Isole da parte di SNS (CARONTE E USTICA LINES), la parte che gestisce i traghetti della ex Siremar, il gruppo Caronte &Tourist prsenti difficoltà finanziarie. Già viviamo forti preoccupazioni per i lavoratori dell Liberty Lines (in amministrazione giudiziaria). Che significa tutto questo? LA PRIVATIZZAZIONE E LO SPACCHETTAMENTO della ex Siremar è stato un FALLIMENTO?”.
“Non vorremmo fare dietrologia – scrivono sempre i sindacalisti dell’ORSA – ma semplicemente sottolineare che la grave difficoltà di bilancio non può essere riconducibile alle colpe ed agli errori del passato. Troppo semplice così! Non ci possono essere scuse per una società che riceve notevoli contributi statali e regionali; in assenza di concorrenti, nella totale pace sindacale, firmando in due anni solo accordi a perdere per i lavoratori (tabelle di armamento, orari di lavoro con tempi non compatibili con la normativa vigente, turni unici ecc..), si pensa di aggredire le tasche dei lavoratori e buttare nello sconforto decine di famiglie dei lavoratori portuali. E sempre i LAVORATORI di terra e di mare”.
E ancora:
“Questa volta si allarga la fascia dei lavoratori da aggredire (spolpare) con la vecchia promessa (disco rotto) della riconversione dei lavoratori portuali (anticamera alla mobilità e del licenziamento). Magari con l’aiuto della Confindustria, ‘prenditori’ pronti a scatenare l’inferno e mettere contro i lavoratori di terra e di mare, terrorizzandoli! Ci sarà un modo per fermarli?Suscitare una forte mobilitazione di tutti i lavoratori del settore, dell’opinione pubblica, della politica (quella poca che è rimasta), riportare l’attenzione per avere i servizi a gestione statale! Per fermarci a quali stratagemmi ricorrerano?”.
“La Regione siciliana che rivendica a Roma più soldi e autonomia anche sul trasporto pubblico locale – conclude la nota dell’ORSA siciliana – nel rivedere i vecchi accordi vorrà dire la sua anche sui collegamenti marittimi per le Isole? Cosa succederà nei collegamenti quando non ci saranno più i contributi statali? Cosa diranno i sindaci delle Isole ai propri concittadini quando non avranno più certezza dei collegamenti? Riportare legalità e diritti negati è una colpa?”.