La strada per arrivare al Governo del Paese è stata – ed è ancora – lunga e piena di insidie. Prima l’esplorazione al Senato, poi l’esplorazione alla Camera dei deputati. Quindi i due forni, con la chiusura del forno del PD. E dopo il secondo forno. Ora l’incarico a Conte. E ancora…
Conte, visconte, ponente e pì,
tappetà Perugia;
Conte, visconte, ponente e pì
Tappetà perì.
Conte infilò la mano, ma no…
Un lepido incipit per un argomento aspro e forte: le consultazioni di Mattarella. Cominciamo dall’inizio, direbbe Totò.
Si comincia con la Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, freschissima Presidentessa del Senato, una specie di Galla Placidia in salsa forza italiota, devotissima al santo puttaniere. Missione: esplorare la fattibilità di un governo del centrodestra. Missione fallita: il centrodestra non ha i numeri e non ha dove andare. E’ufficiale.
Chi volesse dare un’altra lettura si accomodi sul divano del psichiatra. Chi nel centrodestra volesse o avesse voluto prescindere da questa dura realtà e immaginare di fare governi ad minchiam è in malafede.
Si continua col Fico pentastellato, quello dal gran fisico bestiale. Missione: esplorare la fattibilità di un governo a guida 5 stelle. Missione anche questa fallita. Luigi Di Maio non ha i numeri e non ha dove andare. E’ ufficiale.
Anche qui chi volesse dare un’altra lettura può andare dallo stesso psichiatra di cui sopra con quel che segue.
E giungiamo ai due forni. Quello del PD, disgraziatamente non in mano a Cisti fornaio, l’intelligente protagonista di una novella di Boccaccio, viene subito sprangato dai bambini piddini dispettosi che non perdonano agli italiani di averli giustamente fanculati alla grande secondo i loro meriti.
Il secondo forno è di proprietà di un truce bottegaio non privo di genio che coglie al balzo l’occasione.
Si tratta, si negozia, si transige, si patteggia. Alla fine il pupo, cioè il governo è pronto, contratto alla mano.
Mancano però il puparo e il puparo del puparo
Come finirà?
(Continua)
Foto tratta da tripadvisor.it