Con questo articolo proviamo soltanto a ricordare ad alcuni dirigenti del PD e all’attuale presidente dell’Assemblea regionale siciliana che loro, a partire dalla nascita del Governo regionale di Raffaele Lombardo, sono stati alleati ‘politici’ di Antonello Montante. Quindi, se due più due fa ancora quattro, gli ‘alleati’ di Montante li ritroviamo nel Governo Musumeci e al vertice dell’Ars
Fateci caso: da quando è esploso il ‘caso’ Antonello Montante – l’ormai ex potente presidente di Confindustria Sicilia finito agli arresti domiciliari – la politica siciliana è quasi silenziosa. Solo qualche dichiarazione di circostanza, di profilo basso. Per il resto, assordante silenzio.
Eppure sono tanti i protagonisti ‘politici’ dell’avventura ‘politica’ di Antonello Montante. Che non comincia nell’estate del 2012, con la candidatura di Rosario Crocetta – anche lui indagato – alla presidenza della Regione siciliana, ma qualche anno prima.
La presenza di Montante nel mondo politico siciliano si avverte già durante gli anni della presidenza della Regione di Totò Cuffaro. E matura nel 2008, quando a Palazzo d’Orleans, sede del Governo della Sicilia – viene eletto Raffaele Lombardo.
Ma non è di tutti i politici che, dal 2008 in poi, hanno avuto a che fare con Montante che vogliamo parlare: tanti politici di tante aree politiche sarebbero troppi: questo articolo rischierebbe di diventare un romanzo.
Noi, oggi, ci vogliamo soffermare, in particolare, su un partito: il PD. E sull’attuale presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè.
Perché? Perché, a parte l’ex senatore Giuseppe Lumia, fino ad oggi nemmeno coinvolto direttamente nell’inchiesta, che ha già parlato facendo alcune precisazioni, registriamo il silenzio quasi tombale di tutti gli altri dirigenti di questo partito. Così come registriamo il silenzio di Gianfranco Miccichè.
Insomma: è come se tutto quello che sta venendo fuori oggi – che, lo ribadiamo ancora una volta, inizia nel 2008 – non interessi un partito che, invece, è stato tra i protagonisti di una tormentata e discutibile stagione politica.
Ed è come se la caduta di Montante non interessi un personaggio – Gianfranco Miccichè – che, a partire dal 2008, rompe l’unità del centrodestra della Sicilia per far decollare, di fatto, un Governo regionale che vedeva insieme, sotto la presidenza di Lombardo, il PD di Giuseppe Lumia e Antonello Cracolici, se stesso (cioè lo stesso Miccichè, garantito con propri uomini in Giunta) e gli ‘industriali’ di Antonello Montante.
Lumia, come già detto, ha parlato, per non dire assolutamente nulla. Ma in questa storia – nella storia di Montante ‘politico’, nella storia del presidente di Confindustria Sicilia che designa nel Governo Lombardo l’allora suo fedele seguace, Marco Venturi – ci sono anche Miccichè e Cracolici.
Non hanno nulla da dire, oggi?
Eppure, nella prima fase del Governo Lombardo che ha già completato il ribaltone, Gianfranco Miccichè – come già ricordato – è in Giunta con propri rappresentanti. E nel Governo, di fatto – per la precisione, in appoggio al Governo – c’è il PD di Lumia e Cracolici.
Ci sono deputati regionali del PD che non sono molto favorevoli all’accordo con Lombardo. Ma Lumia e Cracolici, piano piano, riescono a portare in appoggio al Governo la maggioranza del gruppo parlamentare dell’Ars.
Persino l’allora segretario regionale del PD, Giuseppe Lupo – che era stato voluto ed eletto, soprattutto, da quella parte del partito che non voleva saperne dell’accordo con Lombardo e che, anzi, di lì a poco, avrebbe raccolto le firme per far celebrare un referendum per far decidere alla base del PD se appoggiare o meno il Governo Lombardo – persino Lupo, dicevamo, a un certo punto ‘abbuccherà’ e si ‘convincerà’ della bontà dell’accordo con Lombardo.
Oggi questi signori non parlano. Muti come pesci. Come se non avessero governato, per quattro anni, con Lombardo e all’ombra di Confindustria Sicilia.
E che dire di Miccichè? In quegli anni ha sfasciato il centrodestra siciliano per appoggiare il Governo Lombardo. Con Berlusconi che gli reggeva il gioco, a Roma e, soprattutto, ad Arcore.
Nell’ultimo Governo Lombardo – che lo ricordiamo, cambiava assessori e dirigenti generali a più non posso – Miccichè non avrà spazio in Giunta. Ma resterà alleato di ferro di Lombardo. Con il quale, alle elezioni regionali del 2012, si candiderà per ‘segare’ il candidato ufficiale del centrodestra, Nello Musumeci, e per fare eleggere Crocetta.
Dopo di che, questi signori, oggi, mentre il sistema Montante frana, sono tutti lì. A parte il già citato Lumia, che non è riuscito ad acciuffare la settima candidatura consecutiva al Parlamento nazionale, tutti gli altri sono ‘sistemati’, ‘allineati % coperti’: pronti a gestire la fase politica di ‘rinnovamento’: liberi da Montante, dopo aver governato con Montante.
Cracolici e Lupo sono ancora deputati regionali e guidano ‘l’opposizione’ del PD al Governo Musumeci…
Lombardo è uno dei maggiori contraenti del Governo Musumeci.
Gaetano Armao, assessore di riferimento del Governo Lombardo, oggi è assessore di riferimento del Governo Musumeci.
Mentre Gianfranco Miccichè è, addirittura, il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, espressione di un grottesco centrodestra siciliano che, dopo essere stato calpestato proprio da Miccichè, ha scelto come ‘leader’ lo stesso Miccichè.
Insomma, un centrodestra siciliano ‘degnamente’ rappresentato da Gianfranco Miccichè.
Sembra una pagliacciata: e in parte lo è. Ma è anche qualcosa di diverso. E di inquietante.
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