L’Unione Sindacale di Base della Sicilia, per bocca del suo responsabile della Formazione professionale, Costantino Guzzo, torna a chiedere Giustizia per quanto avvenuto allo IAL. Il sindacalista chiama in causa la Cisl siciliana, che per anni ha gestito l’ente formativo poi dichiarato fallito
da Costantino Guzzo
responsabile USB (Unione Sindacale di Base) Formazione professionale della Sicilia
riceviamo e pubblichiamo
Oggi come Responsabile regionale dell’USB mi chiedo se questa crisi del settore Formazione professionale della Sicilia c’è mai stata, o se, forse, magari la crisi serviva esclusivarnente come un perfetto pretesto
per fare uscire la stessa Formazione dal Bilancio della Regione siciliana. Magari per per far sì che tutti i finanziamenti arrivassero dal Fondo Sociale Europeo, naturalmente a danno degli operatori, che rappresentavano e rappresentano ancora oggi I’anelo debole di questo sistema corrotto e clientelare?
A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, perché la domanda che nasce spontanea oggi è: come ha potuto un Ente come lo IAL Cisl Sicilia e successivamente IAL Sicilia, tra il 2010 e il 2012, avere avuto decretati contributi pubblici per un totale pari a 118 milioni e 243.634,71 euro di cui 99 milioni e 575.280,84 euro erogati (quando il fabbisogno mensile stimato era di circa 1 milione e 600.000,00 euro) ed aver dichiarato uno stato di crisi per potere accedere agli ammortizzatori in deroga?
Per dovere di cronaca, a fronte di tutti questi soldi ricevuti, c’è da ricordare che ai lavoratori, nel 2010, la CISL, che rappresentava ancora il datore di lavoro, non erogò 2 mensilità ed in più nel 2011, grazie a questo apparente stato di crisi, usufruiva di un periodo di 5 mesi di Cigd (Cassa integrazione) solo per gli amministrativi.
Successivamente, nel 2012, quando da IAL Cisl Sicilia si trasformò in IAL Sicilia (forse per via di una compravendita come riportato dalle intercettazioni ambientali pubblicate nel giornale on-line Tempo Stretto ad un’ala del PD riconducibile a Genovese, Papania, D’Antoni e Cocilovo) usufruiva di circa 8 mesi di Cigd per quasi tutto il personale.
Il comportamento ambiguo che si evidenzia da parte della Cisl, come ci ricorda tanto la strana storia del Dottor Jekyll e Mister Hyde, è che nel 2013, stavolta non più come datore di lavoro, ma come Organizzazione Sindacale, firma un accordo dove rateizza le retribuzioni che la stessa Cisl non ha erogato (malgrado abbia ricevuto i finanziamenti) a 100,00 euro al mese. Quello che bisogna ricordare in tutto questo passaggio è che, alla fine, molti lavoratori, nonostante l’accordo, non hanno ricevuto le retribuzioni (dell’anno in questione): prova ne sia che parecchi lavoratori, malgrado il suddetto accordo firmato, queste mensilità non le hanno mai ricevute, e si sono dovuti insinuare nel passivo di questo strano quanto improbabile fallimento.
A questo punto la USB (appurato che lo stato di crisi non è mai esistito) chiede: dove sono finiti tutti i finanziamenti ricevuti dall’amministrazione regionale? E quali bilanci ha presentato per accedere agli ammortizzatori in deroga?
La USB, oggi, chiede a gran voce che intervenga la Magistratura siciliana ed apra un’indagine su questa vergognosa ‘macelleria sociale’ che hanno subito tutti gli operatori della Formazione Professionale (servizi ed interventi) della Sicilia, visto che oltre ad essere palese dire che i conti non tornano è palese dire anche che ci sono troppe le coincidenze che accomunano i lavoratori dello IAL con i lavoratori degli altri enti (retribuzioni ed ammortizzatori in deroga): lavoratori che, nell’ultimo decennio, oltre a perdere il posto di lavoro hanno perso qualsiasi forma di diritto.
La USB naturalmente rimane a disposizione degli organi competenti.