Polemiche al vetriolo sui fondi che lo Stato ha tagliato al trasporto pubblico locale della Sicilia e sul CAS. Il deputato Vincenzo Figuccia invita il Governo regionale a non farsi scippare i soldi dallo Stato. Il sindacato ORSA attacca l’assessore Falcone che ha ceduto alle pressioni dei sindacati tradizionali. Sullo sfondo il mangia-mangia sugli straordinari a ruota libera del Consorzio Autostrade Siciliane
Sul trasporto locale siciliano, ‘massacrato’ dai tagli del Governo nazionale e del Governo regionale, e sul CAS, il Consorzio Autostrade Siciliane è ormai scontro politico. Due temi ‘caldi’, legati al mondo dei trasporti.
i tagli pesano come macigni sul futuro dell’AST (Azienda Siciliana Trasporti) e di tutte le Aziende comunali che si occupano del trasporto delle persone: l’AMAT di Palermo, l’ATM di Messina, l’AMT, T Catania. A queste si aggiungono anche le autolinee private.
Di questo tema si è già occupato l’ORSA, il sindacato autonomo dei trasporti in Sicilia (COME POTETE LEGGERE QUI). Ora sulla vicenda interviene il parlamentare regionale di ‘Cambiamo la Sicilia’, Vincenzo Figuccia:
“In questi giorni – dice il deputato in una nota – ho più volte denunciato quella che a mio dire è un’autonomia incompiuta e, se vogliamo, ipocrita. Ne è un esempio lampante la questione del trasporto pubblico in Sicilia dove, ad oggi, lo Stato colonialista, cercando di strumentalizzare la sacralità del nostro Statuto e abbandonando qualsivoglia forma di paternalismo, ci definisce autonomi e per questo avulsi dalla possibilità di beneficiare dei fondi pubblici previsti per il potenziamento delle flotte e delle infrastrutture. Quello stesso Stato che fa orecchie da mercante rispetto ai circa 600 milioni di euro che ci deve restituire e che, con nonchalance, ha fagocitato, cercando di gettare nel dimenticatoio questa storia”.
“Ma i siciliani – dice ancora Figuccia – hanno una buona memoria storica. E se il Governo regionale, nell’approvazione dell’ultimo Bilancio regionale, ha dovuto fare i conti con le poche risorse a disposizione a danno dello stesso trasporto pubblico, non può fare altrettanto in sede di contrattazione con lo Stato verso il quale è necessario battere i pugni per rivendicare le nostre spettanze ed evitare condoni epocali”.
A cosa si riferisce Figuccia? Con molta probabilità, ai già citati tagli ai danni del trasporto pubblico della Sicilia. Ma anche all’articolo 38 dello Statuto, che lo Stato finge di aver dimenticato, ben sapendo che è creditore, nei riguardi della Regione, di 152 miliardi di euro (QUI L’ARTICOLO SUI FONDI CHE LO STATO DEVE ALLA REGIONE SICILIANA A NORMA DELL’ARTICOLO 38). O ai 600 milioni all’anno sulla sanità che lo Stato scippa, sempre alla nostra Regione dal 2007 (COME POTETE LEGGERE QUI).
Ancora più roventi le polemiche sul CAS. A dare fuoco alle polveri sono i vertici dell’ORSA Sicilia, che attaccano frontalmente l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone. Tema: la convocazione dei rappresentanti del mondo sindacale.
L’assessore falcone e il suo gabinetto hanno combinato un mezzo ‘inchiappo’: prima hanno convocato i rappresentanti di tutte le sigle sindacali. Poi, però, Falcone e il suo gabinetto, verosimilmente, hanno dovuto prendere atto che tutte le sigle sindacali non vogliono l’ORSA al tavolo delle trattative.
Motivo: i sindacalisti dell’ORSA hanno sputtanato l’incredibile storia dei casellanti del CAS che si fanno i ‘bagni’ con lo straordinario, grazie al fatto che i vertici del Consorzio Autostrade Siciliane, dal 2010, non contrattualizza i lavoratori precari.
Questa denuncia, come già ricordato, non solo ha sputtanato il CAS, ma ha anche messo in cattiva luce i rappresentanti di tutte le sigle sindacali che, pur conoscendo questi inghippo, come si direbbe dalle nostre parti, se l’erano ‘chiantata’, ovvero hanno preferito tacere.
Ovviamente, presi in castagna, i rappresentanti di tutte le sigle sindacali hanno ‘intimato’ all’assessore Falcone di ‘sconvocare’ la riunione con l’ORSA e di convocare un’altra riunione senza i rappresentanti dell’ORSA.
Quello che leggete può sembrare assurdo: ma è quello che sta succedendo: con un assessore regionale che si sottomette agli ‘ordini’ dei sindacalisti (e non c’è da stupirsi: l’assessore Falcone è noto per non essere un Riccardo Cuor di Leone, anzi è conosciuto come un politico che dove lo metti sta: basti pensare che il Presidente della Regione, Nello Musumeci, e il suo vice nonché assessore all’Economia, Gaetano Armao, quando si è trattato di avallare lo scippo di 800 milioni di IVA alla Regione da parte dello Stato, da gran furbacchioni, hanno mandato a Roma proprio Falcone, tanto per poter dire, un giorno: “Noi non c’eravamo…”).
Ma vediamo cosa scrivono i sindacalisti dell’ORSA a proposito del mancato Riccardo Cuor di Leone-assessore marco Falcone:
“Hanno vinto i sindacati aziendali del Consorzio Autostrade Siciliane, che hanno voluto il sindacato di base OR.S.A. fuori dal tavolo convocato dall’assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità. L’Assessore Falcone si piega all’interesse della bottega sindacale del CAS? E per quali motivi?”.
“Nel testo della convocazione della riunione del 16 maggio p.v. – prosegue l’ORSA – tra assessorato e sindacati firmato dal capo di gabinetto dell’assessore Falcone, Ettore Foti”, convocazione “che chiamava a raccolta le sigle, CGIL, CISl, UIL, UGL, SLA CISAL e LATA Trasporti, sono state stralciate la CUB e appunto l’ORSA. Se l’esclusione dal tavolo delle relazioni aziendali è legittimata da lor signori per il fatto che l’ORSA non e ancora firmataria di contratto, veniamo a dirvi che l’assessorato non è il CAS, e questa esclusione ha tutto il sapore del solito atteggiamento ostativo a trattare le problematiche del personale ex lavoratori trimestrali del CAS… come da sempre. Una discriminazione sociale a cui l’assessore Falcone non può in nessun modo sottostare”.
Quindi una mezza stoccata:
“Altra cosa – si legge sempre nella nota dell’ORSA – è per la Confederazione Unitaria di Base (CUB) esclusa anch’essa dalla convocazione e il cui silenzio… la dice lunga”.
“Dobbiamo ancora ricordare all’assessore e all’opinione pubblica cos’è il CAS? – prosegue la nota dell’ORSA -. No, non saremo noi a raccontarvelo ancora cos’è; troppo scontato che a parlarne siano gli ex lavoratori tagliati fuori e buttati su una strada… anzi, su un’autostrada. E poi c’è veramente da vergognarsi anche a solo raccontarle certe cose che avvengono nella nostra terra”.
“Ci limiteremo, per chi volesse approfondire l’argomento – proseguono i sindacalisti dell’ORSA – a indicare quanto scrive il giornalista Mario Giordano nel suo ultimo libro dal titolo molto esplicativo di AVVOLTOI L’ITALIA MUORE LORO SI ARRICCHISCONO”.
Segue la citazione dal libro di “Mario Giordano che, in effetti, sul CAS, ci va pesante:
“Si chiama CAS, è un cas-ino: La Sicilia fra tangenti, scandali e crolli”.
“Avevamo ringraziato con largo anticipo il Governo regionale, l’assessore dott. Marco Falcone, per la sensibilità dimostrata alla vicenda dei precari trimestrali del CAS – scrivono sempre i sindacalisti dell’ORSA – con la convocazione del 16 maggio. Questi lavoratori che l’ORSA tutela e rappresenta, confidando già da tanto tempo nelle istituzione e nel nuovo Governo regionale, non si sono determinati in forme di protesta che avrebbero causato disagi alla nuova amministrazione del CAS e all’utenza. Qual é stata la loro moneta di scambio? L’ESCLUSIONE!”.
”Questo tempo è finito – prosegue la nota dell’ORSA – dovessimo attraversare a nuoto lo Stretto. Ma un ringraziamento ci sentiamo ancora di farlo, e va all’indirizzo del nuovo Direttore Generale del CAS, dott. Leonardo Santoro che ci ha dato udienza”.
C’è anche un secondo comunicato stampa dell’ORSA che noi riportiamo per completezza di informazione:
“La scrivente Organizzazione Sindacale ha ricevuto, da parte dell’assessorato in indirizzo, ripetute convocazioni e successivi rinvii per affrontare le problematiche descritte in oggetto, l’ultima in ordine
cronologico fissava l’incontro con tutte le OO.SS. per il prossimo 15 maggio 2018 cioè domani ndr), poi rinviato a data da destinare con nota assessoriale del 9 maggio 2018, prot.2925. Siamo a conoscenza di successiva convocazione per il 16 maggio p.v. ma questa volta l’ORSA non risulterebbe fra le parti sociali convocate. Si ha inoltre certezza di una presa di posizione di altre Organizzazioni Sindacali che hanno intimato all’assessorato di escludere la scrivente perché non firmataria di contratto”.
A questo punti arriva una pesante accusa all’assessore Falcone:
“Gentile assessore Falcone – prosegue il secondo comunicato – alla luce dei fatti siamo a significarle che questa O.S. rappresenta un rilevante numero di ex lavoratori precari, tagliati fuori dal circuito produttivo per consentire l’illecito accumulo di lavoro straordinario pesantemente sanzionato dall’Ispettorato del Lavoro di Messina. I soggetti che temono il tavolo congiunto sono parte del problema e hanno interesse a mantenere lo
status quo per garantire gli stipendi stellari che, con l’inserimento dei lavoratori precari, rientrerebbero nei confini del lecito consentito”.
“Seppure non firmataria di contratto nazionale – prosegue il secondo comunicato – l’ORSA ha sottoscritto accordi di secondo livello con il CAS in sede di Ispettorato del Lavoro, tanto basta per rientrare a pieno titolo fra le parti trattanti a livello territoriale; inoltre, l’assessorato regionale non è azienda, ma autorevole parte politica che non ha obbligo al rispetto delle Relazioni Industriali richiamate nella richiesta tattica di esclusione dell’ORSA dal tavolo politico regionale”.
“L’ORSA è un sindacato di BASE – prosegue il secondo comunicato – che ha come missione statutaria la tutela degli ultimi. Nessuna alchimia burocratica potrà impedire la rivendicazione del diritto al lavoro per chi da anni è rimasto senza alcun reddito mentre al CAS si consumano illeciti che consentono salari triplicati. Siamo certi di poter dare un fattivo contributo al
superamento della fase critica che potrebbe trascinare la vertenza verso dure forme di lotta, pertanto si avanza richiesta di urgente incontro per affrontare le problematiche descritte e riportare la legalità all’interno dell’azienda che eroga un servizio pubblico”.