La sede la Commissione Unica Nazionale, che dovrebbe scongiurare le speculazioni al ribasso sui prezzi del grano, secondo i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, potrebbe essere piazzata in Sicilia. Andrebbe bene anche in Puglia. L’importante è far partire una legge bloccata dai Governi Renzi e Gentiloni
E’ appena nato il Governo nazionale a trazione grillina e già dalla Sicilia – per la precisione dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle del Parlamento dell’Isola – arriva la prima richiesta:
“La creazione della Commissione Unica Nazionale sul grano deve essere una priorità della agenda di Governo, è importante dare un segnale agli agricoltori, che non riescono a far fronte alla concorrenza, spesso sleale, e piegati dalla crisi. Chiediamo che la sede venga stabilita in Sicilia, da sempre il granaio d’Europa”.
A scriverlo in un comunicato sono, come già accennato i deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars.
La CUN – per la cronaca – è la Commissione Unica Nazionale che dovrebbe porre fine alle speculazioni al ribasso del prezzo del grano duro. E’ stata introdotta nella passata legislatura con una legge voluta dai parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle su input di GranoSalus, l’associazione che raccoglie consumatori e produttori di grano duro del Sud Italia.
Introdotta con legge ma mai insediata: bloccata prima dal Governo di Matteo Renzi e dal Governo Gentiloni. Ora che, per fortuna, l’Italia si è liberata dalla ‘zavorra’ del PD la CUN si dovrebbe finalmente insediare.
Per capire di cosa si occuperà la CUN facciamo un esempio semplice: il prezzo del grano duro (che per l’80%, in Italia, si coltiva al Sud) subisce tanti condizionamenti. C’è il condizionamento del mercato internazionale (Chicago): e questo si può fare poco.
Ma c’è il prezzo che si forma in Italia. In questo caso, maggiore è il volume di scambi (e quindi maggiore è la domanda), più alto è il prezzo. Ma se chi effettua le rivelazioni nasconde il volume degli scambi, il prezzo resta basso!
Ecco: il dubbio – che è più di un dubbio – è che nel Sud Italia succeda proprio questo! La CUN dovrebbe controllare il volume degli scambi per evitare speculazioni al ribasso.
“In linea con le posizioni espresse dal M5S a livello nazionale, per sollecitare l’istituzione del nuovo organismo – leggiamo nel comunicato dei grillini siciliani – il deputato regionale del M5S Matteo Mangiacavallo ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al Governo regionale di spingere in questa direzione affinché la sede dell’ente venga istituita in Sicilia”.
“Servono politiche capaci di valorizzare le eccellenze dell’agroalimentare del Belpaese, occorre puntare sulla qualità e la tutela delle produzioni locali – dicono la capogruppo del M5S all’Ars Valentina Zafarana e i componenti della commissione Attività produttive del parlamento regionale Angela Foti e Jose Marano -. L’istituzione della Commissione Nazionale sul grano non è più rinviabile. Riteniamo opportuno accelerare. Va attivata subito. Sarebbe un bel segnale se la sede fosse in Sicilia, anche sul piano simbolico. In questi anni a causa della globalizzazione, di accordi comunitari, che hanno ‘svenduto’ i nostri prodotti, e di una concorrenza sleale operata nel mercato, storiche industrie dell’agroalimentare siciliano e importanti pastifici hanno chiuso, licenziando centinaia di lavoratori, mentre gli agricoltori non riescono a reggere e sono in ginocchio”.
“Occorre invertire la rotta, puntando sulle eccellenze, sui grani antichi per provare ad aggredire un segmento di mercato – concludono – nel quale il brand Sicilia sbaraglia la concorrenza”.
Detto questo, se la sede fosse dislocata a Foggia – dove, da sempre, si fissano i prezzi del grano duro – non succederebbe nulla. L’importante è che la CUN parta: e parta dal Sud.