E’ una vittoria della Sicilia. Onore al merito per gli uffici della Sanità marittima di Siracusa e Ragusa, del Nucleo operativo regionale del Corpo Forestale e dell’Ispettorato fitosanitario della Regione siciliana. Ma è solo il primo passo. Ci si attende che i controlli sulle navi cariche di grano in arrivo in Sicilia riprendano, visto che sono stati interrotti. Oggi, intanto, convegno a Palermo sull’agricoltura, organizzato dal Movimento 5 Stelle
La nave carica di grano duro ammuffito arrivata dal Kazakistan a metà dello scorso marzo nel porto di Pozzallo è stata definitivamente respinta. Dopo un tira e molla durato quasi due mesi, non senza polemiche, la nave ha lasciato il porto siciliano per tornare in Kazakistan .
La nave – come questo blog ha raccontato (in calce potete leggere alcuni degli articoli che abbiamo dedicato alla vicenda) – è arrivata a metà marzo a Pozzallo. Trasportava un carico di 5 mila tonnellate di grano duro.
Per fortuna il carico della nave è stato controllato dalla Sanità marittima di Siracusa e Ragusa, dal Nucleo operativo regionale del Corpo Forestale e dall’Ispettorato fitosanitario della Regione siciliana (ufficio che fa capo all’assessorato regionale all’Agricoltura).
Già al primo controllo il grano contenuto nella stiva della nave presentava ampie macchie di mussa. Così le autorità hanno deciso di non fare scaricare il grano duro. Decisione storica, che ha evitato che il grano ammuffito finisse sulle nostra tavole sotto forma di pane, pasta, pizze, biscotti, dolci, eccetera.
E’ sorta subito una battaglia legale. Perché gli acquirenti del carico di grano, il cui valore è stimato intorno a un milione e 200 mila euro, non volevano perdere i soldi spesi.
Gli acquirenti si sono rivolti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sicilia, sezione di Catania. I giudici amministrativi hanno sì sbloccato il carico di grano duro, precisando, però, che il prodotto avrebbe potuto essere utilizzato da chi l’ha acquistato solo dopo severi controlli.
A questo punto sono cominciate le pressioni e le ‘trattative’ per mettere in circolazione questa partita di grano duro. E qui va segnalato l’ottimo lavori di squadra svolto dai tecnici della Sanità marittima di Siracusa e Ragusa, del Nucleo operativo regionale del Corpo Forestale e dell’Ispettorato fitosanitario della Regione siciliana.
Da segnalare, in particolare, il ruolo prezioso svolto dalla dottoressa Giuseppina Pignatello, responsabile degli uffici della Sanità marittima di Siracusa e Ragusa. E’ stata questa donna – che è un medico – che con caparbietà e tenacia si è battuta per evitare che questo carico di grano finisse sulle tavole dei siciliani.
A quanto si racconta le hanno provate tutte. Ma la dottoressa Pignatello ha tenuto duro e, alla fine, la nave carica di grano duro ammuffito è ripartita per il Kazakistan.
Per la Sicilia è la prima, grande vittoria in questo delicato settore della vita pubblica – perché i controlli sulle derrate alimentari che arrivano in Sicilia spettano ai tre citati uffici pubblici – dopo la breve parentesi di Cosimo Gioia, nel 2009.
Cosimo Gioia, allora dirigente generale del dipartimento dell’Agricoltura della Regione siciliana, è stato il primo a disporre i controlli fitosanitari sulle navi cariche di grano che arrivano in Sicilia.
Gioia riuscì a bloccarne un paio. Poi, però, gli interessi che stanno dietro il commercio del grano estero sono riusciti a bloccare lui. Gioia venne allontanato senza tanti complimenti dal Governo regionale dell’epoca. E gli sbarchi di grano, in Sicilia, sono proseguiti, senza sosta, fino ad oggi.
E proseguono ancora. Non possiamo non segnalare che quella di Pozzallo è l’unica nave bloccata fino ad oggi dalla Regione siciliana. Il Presidente, Nello Musumeci, si è impegnato ad effettuare i controlli sanitari sulle derrate alimentari che arrivano nella nostra Isola. Lo ha fatto anche con dichiarazioni ufficiali.
Però, dopo il blocco della prima nave a Pozzallo deve essere successo qualcosa. perché altre navi cariche di grano sono arrivate a Pozzallo (e probabilmente in altri parti della Sicilia) senza che nessuna autorità li abbia controllate.
Noi vogliamo sperare che il Governo regionale non abbia abbassato la guardia e che la ‘pausa’ nei controlli sul grano estero in arrivo in Sicilia con le navi e, in generale, sulle derrate alimentari sia stata momentanea, magari dettata dai lavori per la manovra economica e finanziaria 2018.
Ora che Bilancio e Finanziaria 2018 sono stati approvati il Governo Musumeci – con in testa l’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera – dovrebbe rimettere in moto la ‘macchina’ dei controlli.
Sarebbe anche importante organizzare, a partire dalla Sicilia, un’azione di coordinamento fra tutte le Regioni del Sud Italia per controllare l’arrivo delle navi cariche di grano duro. A partire, soprattutto, dai porti della Puglia, dove dall’inizio dell’anno ad oggi sono arrivate decine di navi cariche di grano duro estero.
Precisiamo questo punto – soprattutto con riferimento alla Puglia – perché in questa Regione del Sud Italia si concentra, grosso modo, l’80% circa dei molini italiani. Ciò significa che se il grano arriva con le navi in Puglia poi, una volta macinato, finisce sulle tavole di tutti gli italiani!
Ricordiamo, ancora una volta, che il grano duro che arriva con le navi, soprattutto in Puglia e in Sicilia (Regioni in cui si concentra il 50% circa della produzione del grano duro italiano), serve per tenere basso il prezzo del grano duro.
Infatti, dallo scorso anno ad oggi, il prezzo del grano duro del Mezzogiorno d’Italia è bloccato a 18-20 euro al quintale. Un prezzo irrisorio, dovuto anche alla speculazione internazionale e ai ‘maneggi’ che vanno in scena negli uffici pubblici che dovrebbero registrare le compravendite di grano duro per fissare il prezzo in ragiona della domanda e dell’offerta del prodotto.
Questo tema ci porta alla cosiddetta CUN, la Commissione Unica nazionale che dovrebbe combattere le speculazioni al ribasso ai danni del grano. La legge sull’istituzione della CUN è stata voluta dai parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle. Ma fino ad oggi il Governo nazionale – prima il Governo Renzi e poi il Governo Gentiloni – si è guardato bene dall’applicare questa legge.
Di questi e di altri argomenti si dovrebbe parlare oggi, a Palermo, nella sala ‘Piersanti Mattarella’ di Palazzo Reale, la sede del Parlamento siciliano, nel corso di un convegno sull’agricoltura promosso dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. All’incontro dovrebbero intervenire l’eurodeputato del M5S, Ignazio Corrao, la deputata regionale del M5S e vice presidente della commissione Ambiente dell’Ars, Valentina Palmeri, la deputata regionale e vice presidente della commissione Attività produttive dell’Ars Angela Foti, l’agronomo Guido Bissanti, saggista ed esperto in materia di sviluppo sostenibile e agricoltura umanistica, l’assessore regionale all’Agricoltura Eddy Bandiera, che aprirà i lavori.
Prevista anche la presenza di Saverio De Bonis, presidente di GranoSalus e da qualche mese senatore della Basilicata per il Movimento 5 Stelle.
Da leggere:
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